Luglio 2023, torna per la quarantaduesima volta nella piazza del Duomo di Pistoia il Blues Festival, il “Blues”, come si chiama da queste parti, e fa parte delle nostre vite da sempre, anzi molti degli spettatori sono nati quando era già una realtà europea consolidata.
L’apertura, il 5 luglio, è affidata a Xavier Rudd. Ma prima di lui sul grande palco, quando ancora non sono calate le luci della sera, ci sono artisti pronti a scaldare il pubblico che pian piano riempie la storica piazza, sotto le ombre degli edifici medievali. La prima sul palco è l’emozionatissima Michela Preto, in arte Microgeen, vincitrice del contest Obiettivo Bluesin e protagonista della compilation Pistoia Blues Next Generation (VREC Music Label) con il suo brano “House of Cards”. Giovanissima, ma con le idee chiare, si fa accompagnare, oltre che dalla sua chitarra acustica, da amici musicisti fidati, che riempiono il suono delle sue delicatissime ballad senza mai sovrastare ma anzi impreziosendo la sua voce e i suoi arpeggi. Ne risentiremo parlare, e speriamo presto.
Dopo di lei il palco resta in grande spolvero con la cantautrice Eleonora Matteucci, artisticamente solo Matteucci, che dopo l’esordio di ‘’Eleven Project’’ ha pronto un nuovo album, “Tra Italia e Brasile”. Un plauso per queste scelte in apertura, due giovani artiste indipendenti con idee fresche e testi importanti. Sono seguite subito dopo (dico “subito” perché i cambi di palco sono davvero veloci, lo staff è preparatissimo e decisamente efficiente) dal primo artista australiano della serata, ovvero Jack Botts, cantautore noto per il suo Surf Folk; le sue canzoni ci portano in un universo immaginario di viaggi in furgone lungo coste selvagge, con la tavola legata sopra, a contatto con la natura, sotto le stelle, accompagnati soltanto dai nostri pensieri più profondi, anche oscuri. Alla fine della performance volo al banchetto del merch per cercare di procurarmi un po’ della sua discografia, ecco.
Calavano infine le prime ombre della sera quando è la volta del Muro del Canto. Bravi, bravissimi, non è stato facile scaldare il pubblico con un genere che qui in Toscana è legatissimo a una band nostrana, la Bandabardò, e loro cantano in romanesco. Ma ci sono riusciti e alla grande, il pubblico comincia ad abbandonare le seggiole disposte in rigide e ordinate file, e assieparsi sotto palco a ballare. Ci presentano molti brani dal loro ultimo lavoro “Maestrale” (la nostra recensione), uscito a distanza di 4 anni dal precedente. Un’ottima performance per festeggiare questo evento.
Sono le 22, ci siamo già goduti due ore abbondanti di musica, quando è il momento dell’attesissimo headliner. I tanti fan si assiepano sotto palco, vengono fatti tornare ai posti, ma la situazione durerà ben poco, è Xavier stesso che chiama presto il suo pubblico vicino. Il polistrumentista paladino della difesa dell’ambiente e dei diritti delle minoranze sale come di consuetudine scalzo, suona tutto da solo, spesso a occhi chiusi, concentrato, ma sempre sorridente, ed emana un’energia positiva e contagiosa.
Si sta bene, e viene voglia anche a noi di chiudere gli occhi talvolta, lasciandoci avvolgere da un’esperienza musicale unica. Ma poi i piedi prudono, le sedie diventano scomodissime, è impossibile resistere al richiamo di correre sotto palco a ballare, e sorridere a chi balla accanto a noi.
Xavier si alternerà tutto il concerto tra chitarra acustica, pedal steel, didgeridoo (ne ha uno in postazione della chitarre e due davanti alla batteria), batteria, percussioni, armonica, banjo e programming. Un one-man-band capace di creare un suono immenso, pieno, rotondo, senza vuoti ma neanche con muri caotici, dove la sua voce diventa uno di quegli strumenti a sua disposizione, da lui scelti come espressione del suo spirito musicale, e i testi sono importanti quanto il suono.
Chiude spesso gli occhi si diceva, immerso nella sua musica in bilico tra Folk e Reggae (omaggia anche Bob Marley), ma non perde mai il contatto con il pubblico, tutto il concerto è la ricerca di un dialogo tra anime affini, che credono in valori quali la libertà, il rispetto per la natura, per i popoli più deboli, in opposizione al materialismo e all’opportunismo. Ci porta senza dubbio nella sua terra, nei suoi suoni, colori, anche ospitando sul palco il noto danzatore delle Prime Nazioni australiane Tyrel Dulvarie.
Il finale è affidato a quello che è forse il brano più noto del suo repertorio, “Follow The Sun”, il pubblico è ormai una cosa sola con lui, canta e balla seguendo l’ondeggiare della grande luna (un gonfiabile) appesa sul palco.
È mezzanotte, dopo due bis, “Let Me Be” e “Magic”, purtroppo ci deve lasciare, ma solo dopo aver salutato a lungo, ringraziando con calore chi ha condiviso con lui questa notte di emozioni.
Articolo e foto di Francesca Cecconi
Set list Xavier Rudd Pistoia 5 luglio 2023
Full Circle
Stoney Creek
I Am Eagle
Energy Song
We Deserve to Dream
Culture Bleeding
Storm Boy
Messages
Ball and Chain
The Letter
Breeze
Great Divine
Spirit Bird
Lioness
Follow the Sun
Let Me Be
Magic