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Preston Reed live Firenze

Performance del musicista che ha inventato la chitarra percussiva integrata

Breve tour italiano per Preston Reed, uno dei chitarristi più influenti e innovativi dell’ultimo quarto di secolo, colui che ha inventato la chitarra percussiva integrata alla fine degli anni ’80, rivoluzionando il modo di suonare la chitarra acustica e sfruttandone appieno il potenziale orchestrale. La serata fiorentina si è svolta, e non poteva essere diversamente, al Six Bars Jail, il Folk club della città, il 4 ottobre.

Sold out, la sala accoglientissima come sempre, anche se la serata è stata un po’ disturbata dal forte rumoreggiare di persone presenti fuori dal locale, tre interruzioni di corrente nel corso della serata, due dei quali in mezzo alla musica. Tutto questo non ha affatto tolto concentrazione o innervosito il chitarrista, che ha continuato sereno la sua performance.

Preston Reed ha ispirato generazioni di musicisti in tutto il mondo, pubblicando 17 album, manuali, video-tutorial, e tendendo workshop e seminari frequentati da artisti che sarebbero diventati influenti, un nome su tutti Ed Sheeran, che a 13 anni è stato suo allievo. Statunitense di nascita, vive da oltre vent’anni in Scozia, con un particolare legame con l’Italia, dove, ancora sconosciuto al grande pubblico, registrò il suo secondo album, e dove abbiamo constatato essere felice di tornare sempre a suonare dal vivo.

Da piccolo chiese al padre di insegnargli i primi accordi sulla chitarra, ma ricevette la proposta di suonare l’ukulele. Essendo mancino, chiese un ukulele per mancini, ma al negozio di musica della cittadina dove vivevano non ce n’erano, così accettò di imparare a suonare con la mano destra. Decenni dopo, essere mancino ma suonare con la mano destra si sarebbe rivelato un vantaggio nello sviluppo del suo stile di suonare con la mano sinistra sopra il manico e con la percussione integrata.

Da lì, tutto il suo percorso nella musica è tanto semplice quando di grande ispirazione, avendo avuto come riferimento i grandi chitarristi dell’epoca d’oro del Blues, del Jazz e del Rock; la sua prima esperienza live di spessore è stata nel 1972, con il leggendario poeta beat Allen Ginsberg allo Smithsonian Institution di Washington D.C.

Preston Reed suona con le dita, i pollici, i pugni e le mani contemporaneamente. E questo l’abbiamo visto accadere magicamente sotto i nostri occhi al Six Bars Jail, con tutto il pubblico in rigorosissimo silenzio, interrotto solo dagli scrosci di applausi alla fine di ogni brano.

Oltre all’uso di effetti percussivi che genera con entrambe le mani su varie parti del corpo della chitarra, Preston Reed utilizza tecniche di slap e tap come gli armonici slap o la generazione di note o accordi interi con la mano sinistra (hammer-on, pull-off). Utilizza entrambe le mani per il tapping (two-hand tapping) e frets gli accordi con la mano destra (right-hand fretting). Spesso suona con entrambe le mani da sopra il manico della chitarra, e in molte delle sue composizioni utilizza accordature alternative caratterizzate da accordature molto basse delle corde basse.

Mentre i brani scorrono, Preston Reed ci racconta molti aneddoti della sua vita che poi sono confluiti nelle sue composizioni, che li narrano con le note. Ricorda quanto sono state influenti sulla sua musica le colonne sonore dei vecchi film europei anni ’50 e ’60, che il suo insegnante d’arte del college mostrava agli studenti interessati in un piccolo club da lui organizzato. Oppure della madre, nata e cresciuta durante la Grande depressione pre seconda guerra mondiale, che vinse il secondo premio a un concorso letterario con un testo sul disagio giovanile in una cittadina del Wyoming, e grazie ai soldi ricevuti riuscì a iscriversi al college, cosa piuttosto inusuale al tempo per le donne senza risorse economiche.

Ma anche del suo tentativo di produrre con la sua chitarra e la sua tecnica brani di derivazione Heavy Metal, una bella sfida! Questi racconti, semplici ma dettagliati, ce li fa poi rivivere con le note della sua chitarra, basta chiudere gli occhi ed entrare nel suo mondo, nei suoi paesaggi, nella sua poesia.

Gentilissimo con tutti, non si risparmia neanche al tavolo del merch, dove ha tempo per rispondere a ogni domanda, lasciarsi immortalare in ogni selfie. La serata, pur lunga, vola via in un attimo, ma in attesa del suo ritorno, ci aspettano tantissimi altri chitarristi unici qui al Six Bars Jail, stay tuned!

Articolo e foto di Francesca Cecconi

Set list Preston Reed Firenze 4 ottobre 2024

Set one

  1. Tractor Pull
  2. Twang Thang
  3. Night Ride
  4. Far Horizon
  5. Shinkansen
  6. Love in The Old Country
  7. Metal
  8. Rainmaker

Set two

  1. Borders Towns
  2. Stonecutter
  3. Crossing Open Water
  4. Steel Blue
  5. Ladies Night
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