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Robben Ford & Bill Evans live Gardone Riviera

“Miles, Blues and Beyond”, uno splendido viaggio ispirato dalla collaborazione con Miles Davis, che ha segnato indelebilmente la storia di entrambi

Robben Ford foto_TheaPasini

Il 4 luglio 2021 il nuovo attesissimo appuntamento del Festival Tener-a-mente ha visto sul palco dell’Anfiteatro del Vittoriale di Gardone Riviera (BS) due giganti della scena mondiale: Robben Ford e Bill Evans – accompagnati da Wolfgang Haffner alla batteria e Gary Grainger al basso – hanno presentato “Miles, Blues and Beyond”, uno splendido viaggio ispirato da una collaborazione, quella con Miles Davis, che ha segnato indelebilmente la storia di entrambi, seppur in tempi diversi, o per dirla con le loro parole un percorso musicale dal Blues al contemporary Jazz, con in più un po’ di Miles Davis qua e là.

Robben Ford foto_TheaPasini

Abituati ad esplorare la musica contemporanea e a sperimentare tra Jazz, Rock, Soul e Blues, alle spalle nomination ai Grammy, incisioni e collaborazioni illustri, i due musicisti hanno presentato brani tratti dall’album inciso insieme nel 2019 “The Sun Room” e dal nuovo lavoro, ancora inedito, “Common Ground”, oltre a pezzi dello stesso Robben Ford, arricchiti dall’esuberante virtuosismo di Bill Evans, che si destreggia tra sax soprano, sax tenore, piano elettrico e canto, con la stessa disinvoltura.

Sarà la giornata di pioggia che fino all’ultimo ha fatto temere il peggio, sarà il cielo che si è aperto pochi minuti prima dell’inizio regalando addirittura due arcobaleni agli spettatori impegnati a prendere posto, ma fin dai primi brani è tangibile l’emozione incredula di stare di nuovo sotto un palco, con gli eroi quasi a portata di mano, sicuramente a portata di occhi e orecchie, grati e ammaliati.

Robben Ford foto_TheaPasini

Se Robben Ford prende la scena avvolgendo il pubblico con discrezione, lasciando la parola al suono deciso della sua Gibson Les Paul e a quel linguaggio brillante che lo distingue da sempre, Bill Evans è spesso a bordo palco, tra un cambio di strumento e l’altro riempie lo spazio con entusiasmo, che non manca di esprimere: Per noi è la seconda data dopo un anno e mezzo. Questo per noi non è un lavoro, è quello che facciamo, quello che amiamo fare, è ciò che siamo. Poter essere qui ora e suonare per ognuno di voi è una vera benedizione!

Robben Ford foto_TheaPasini

Per tutta la durata del concerto (un’ora e mezza circa), grazie anche alle dinamiche perfette di Haffner e Grainger, davvero fondamenta solide di un interplay dal groove incredibile, si alternano improvvisazioni e divagazioni che rendono pienamente giustizia a due musicisti esperti e talentuosi come pochi.

Ford regala ai fan una “Fair Child” (da “Bringing It Back Home”, 2012) dove finalmente canta, con voce precisa e smaliziata al punto giusto, e presta la chitarra a una danza tra Funky e Blues, con il sax di Evans che si muove con tensione penetrante, entrambi impegnati in climax eccezionali, ipnotici.

Robben Ford foto_TheaPasini

Canta anche Evans, con una sorprendente voce profonda che in un attimo incanta il pubblico e io ringrazio che la pioggia non sia riuscita ad impedirci di essere qui, mentre lui tuona So, where is my soul now?. La tua non lo so, Bill, ma la mia anima è tutta qui. Una sberla in pieno viso a rimescolare le viscere, mentre la chitarra di Ford mette a posto tutti i pezzi di universo che riesco a intravvedere da questo angolo della platea. Scatta l’applauso come da copione, ma come si possono tenere ferme le mani davanti a questo incastro magico di talento, esperienza, maestria, genio, tutto insieme a spezzare il fiato?

Robben Ford foto_TheaPasini

Un pezzo dopo l’altro, mentre anche il batterista fatica a restare seduto sullo sgabello, trova spazio la poesia, il Jazz splendido, quello che ti accarezza una nota alla volta e ti fa girare la testa, ti prende di sorpresa ad ogni stacco e ti ammutolisce di emozione e ammirazione. Quella bellezza che ti spacca un pochino il cuore. Tornare al tema è come ascoltare la conclusione del racconto di una bellissima giornata, il ricordo fresco che ti accompagna mentre appoggi piano la testa sul cuscino e ti prepari a risognare quello che hai vissuto.

Dopo “Gold On My Shoulder” (“The Sun Room”, 2019) e un altro inedito da “Common Ground”, chiudono ufficialmente su “Catch A Ride”, sempre da “The Sun Room”, chitarra e sax tenore che “cantano” insieme, si separano per incastrarsi l’uno con l’altra, ognuno con il suo canto in solo, per poi tornare a concludere a voci unite una scaletta scritta a mano e rimaneggiata strada facendo, sull’onda del momento.

Robben Ford foto_TheaPasini

La chicca è un encore speciale, che entrambi hanno suonato con lo stesso Miles Davis, ma mai hanno eseguito insieme: “Jean Pierre”, dello stesso Davis, è il loro saluto all’Anfiteatro illuminato che batte le mani a tempo, rapito nuovamente, con gli ombrelli chiusi abbandonati a terra, perché la pioggia, ormai, è un lontano ricordo.

Articolo di Valentina Comelli, foto di Thea Pasini

Robben Ford foto_TheaPasini

Robben Ford line up

Robben Ford (Voce, Chitarra Elettrica)/ Bill Evans (Sax Soprano, Sax Tenore, Piano, Voce)/ Wolfgang Haffner (Batteria) / Gary Grainger (Basso)

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