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SOEN live Bologna

Immensi SOEN. Per fortuna sappiamo già che torneranno nel 2024!

Nuovo album, nuovo tour. I SOEN sono tornati. E il 30 settembre sono scesi al Locomotiv Club di Bologna per l’unica tappa italiana di questo serrato tour europeo, dove macinano data dopo data, con ben poche pause. Il loro show ha visto come opener due ottime band, i romani Terra e i francesi Molybaron.

Non c’è dubbio che i SOEN (la nostra intervista) siano uno dei gruppi il cui consenso è aumentato in modo talmente vertiginoso da far comprendere come diventeranno presto una pietra miliare del loro genere, il Prog Metal, e lo testimonia anche il fatto che già ben prima della data della loro esibizione il concerto era sold out. Il concerto bolognese, con i pezzi tratti dall’ultimo album “Memorial” (la nostra recensione) ha inoltre dimostrato la capacità dei SOEN di andare ulteriormente avanti nel loro percorso dopo il livello tecnico, già altissimo, raggiunto con il precedente album “Imperial” (la nostra recensione).

Terra

I SOEN sono stati introdotti prima dal gruppo italiano Terra, band con un sound davvero particolare, affascinante, unico per l’intelligente fusione delle varie influenze e la predominanza delle sonorità tribali con qualche pizzico di reminiscenza di musica classica.

Terra

I quattro componenti dei Terra hanno saputo regalare al pubblico emozioni particolari, complice l’alternanza di momenti fortemente ritmati a momenti melodici, ma anche l’intelligente e coreografico alternarsi agli strumenti, con una particolare e intelligente predilezione per le percussioni, suonate da tutti e tre i musicisti, e gli strumenti a fiato, suonati dal chitarrista. L’esibizione ha dimostrato non solo come l’affiatamento di questi bravissimi musicisti fosse perfetto, ma anche quale fosse la loro abilità nel coinvolgere totalmente in chi ascolta.

Molybaron

I secondi opener sono i Molybaron, band francese con chitarrista/cantante irlandese, con una bella performance, forse meno originale rispetto ai Terra ma non certo meno interessante, dagli elementi oscillanti fra il Rock, il Progressive Metal, il Groove Metal, con influenze spurie piazzate nei vari pezzi.

Molybaron

Dopo alcuni pezzi ben suonati, precisi, compatti, è il turno di “Lucifer”, evidentemente conosciuto da molto del pubblico presente, fino ad arrivare alle rapide scansioni di chitarra che si alternavano alla voce di Gary Kelly con un ritmo velocissimo, ben mantenuto da Florian Soum, il chitarrista solista, grazie anche al sostegno di Sébastien de Saint-Angel al basso e di Camille Greneron alla batteria.

Molybaron

A uno stop della batteria Kelly ha chiesto al pubblico: “Are you OK?” e alla positiva risposta di gradimento, replicando al pubblico con un “we are not yet”, i Molybaron hanno ripreso ancora una volta il pezzo per passare poi a “Vampires”, con l’introduzione synth che ha preceduto la partenza di un ritmo possente. Notevole la potenza della voce del cantante, capace di passar sopra, senza problemi, alla batteria. Da qui a “Incognito”, l’ultimo pezzo, con le luci rosse che si incrociavano in modo particolare, contribuendo anch’esse alla creazione di sensazioni complesse e con un suono di chitarra volutamente fuori simmetria armonica, passando infine a una chiusura perfetta, di stop e riprese della batteria a ritmi serratissimi.

Cambio di palco definitivo, l’atmosfera e la temperatura sono caldissime per l’entrata in scena dei SOEN, con Martin Lopez alla batteria, il cantante Joel Ekelöf, Lars Enok Åhlund alla chitarra e tastiere, Oleksii “Zlatoyar” Kobel al basso e Cody Ford alla chitarra solista.

Nel frattempo la sala, già abbastanza piena, si è definitivamente riempita di un pubblico attento e molto composto. Il gruppo svedese è apparso in forma splendida, facendo intuire da subito al pubblico che avrebbe assistito a una performance unica.

L’inizio dello spettacolo dei SOEN è stato affidato a “Sincere”, con la voce narrante che introduceva il pezzo, passando poi a un ritmo pieno di suoni di piatti, con la melodia della chitarra accompagnata da luci blu e il pubblico in delirio che applaudiva e seguiva il canto mentre i musicisti saltavano sul palco.

Arriva “Martyrs” con sonorità da chitarra acustica e arpeggi quasi spagnoleggianti che hanno introdotto un ritmo sincopato con il risalto dell’alternanza prima basso batteria e quindi batteria e suoni distorti della chitarra, con ripartenze di tipo epico, chiudendo con un rabbioso assolo di chitarra.

Quindi “Savia”, più melodico, “Memorial” iniziato al buio con suoni industriali per proseguire con sirene e spari volutamente non veritieri e le luci arancio, bianco e rosso che andavano a tempo per passare la mano a un’esplosione sonora ben determinata, dove ogni strumento, a turno, prendeva il proprio spazio, finendo il pezzo con applausi a scena aperta.

Ancora “Lascivious”, tratto dall’album “Lotus”, con un ritmo quasi disco che lascia poi la strada al ritmo metal, con una interessante alternanza, chiusa nel finale da una rullata eccezionale, quindi “Unbreakable” con il sapiente inizio di chitarra con echi, il successivo ritmo veloce con armonici talmente gradito dal pubblico che iniziava a battere le mani a tempo, ripassando poi a sonorità acustiche con echi alternate da suoni possenti di batteria per terminare con uno stop corale talmente improvviso da togliere il fiato. Impressionante la voce mentre cantava I need something to believe.

In “Deceiver” il ritmo è apparso molto ritmato, metallico, forse più classico per questo genere, con la chitarra che accompagnava a ritmo, gli stop e le ripartenze, del resto un po’ lo stile caratteristico di molti pezzi dei SOEN, mentre “Ideate” con l’intro del basso e i suoni languidi con effetti ha ben bilanciato sul fronte opposto.

Il buio della sala è poi rotto da “Monarch” con il faro luminoso che puntava a tempo sulla batteria, insieme al suono di sirene, introducendo un bell’effetto ritmato con colori rossi nel quale è spiccata la voce, quasi implorante. Bellissimo il solo della chitarra che purtroppo a causa dei suoni non ben gestiti non è risulta chiaro come avrebbe dovuto essere. Il pezzo si è mosso fra stop e riprese con un bell’effetto scenico dovuto anche ai movimenti sul palco di Oleksii “Zlatoyar” Kobel.

All’inizio di “Fortress” Joel, asserendo che l’Italia è la sua seconda casa, ha fatto quindi partire il pezzo, a tutti gli effetti metal, con un canto in salita verso l’acuto e le quartine sparate dalla batteria come una mitraglia, fra luci arancio e bianco.

Infine “Illusion” con l’intro di pianoforte che dolcemente sfocia in suoni Hammond, tornando quindi al pianoforte, con l’entrata del solo di chitarra e il dialogo voce chitarra con la permanenza dei suoni di tastiera. Una sorta di ballad con lo spezzarsi dovuto ai soli della chitarra, un pezzo molto elegante. Il suono dei violini dal synth introduce “Modesty”, che con il suo gioco di rimbalzi apre la strada a sonorità più potenti con Lars che lascia la tastiera e prende la chitarra. Il tempo in 6/8 inserisce una musicalità malinconica, chiudendo comunque con una forza inaspettata.

Ma non è ancora finita: l’introduzione di organo e voce e i suoni sparsi della chitarra fanno da prologo a “Lotus” e richiesto ripetutamente a gran voce dal pubblico, magistralmente eseguito dal gruppo.

A questo punto il concerto sembra finito, ma i SOEN perpetuano il rito dell’encore; a questo punto, in contemporanea dell’espandersi di fumo e con un’esplosione di luci, con il pubblico coinvolto al massimo, il gruppo intona “Antagonist” per proseguire a un ritmo travolgente.

Finito il pezzo il cantante intona il brano “Caruso” di Lucio Dalla, in omaggio alla città, per passare al secondo bis, “Lunacy”, con il dialogo del ritmo tenuto in sedicesimi dalla batteria e la voce, con l’assolo particolare della chitarra, per passare a un ritmo dimezzato ancora con un dialogo voce chitarra e una risalita armonica che fa da prologo a un assolo gracchiante della chitarra per ricominciare solamente con voce e pianoforte, ripartendo ancora con il dialogo voce chitarra.

Infine si riparte ancora con “Violence”, la cui esecuzione rende totalmente il titolo grazie ai suoni, una sorta di guerra sonora e luminosa, fatta di luci rosse e blu, quindi luci viola e fumo, per chiudere con le mani alzate del pubblico e poi il buio definitivo con la riaccensione delle luci a significare che questa volta il concerto è veramente terminato.

Immensi SOEN. Per fortuna sappiamo già che torneranno nel 2024. E noi li aspettiamo …

Articolo di Sergio Bedessi, foto di Francesca Cecconi

Set list Terra Bologna 30 settembre 2023

  1. Intro
  2. Create Mutate Erase
  3. Father
  4. This Scent
  5. Rise
  6. Teartdrop
  7. Close Enough
  8. Outro

Set list Molybaron Bologna 30 settembre 2023

  1. Something ominous
  2. Set alight
  3. 24 hours
  4. Animals
  5. Breakdown
  6. Lucifer
  7. Vampires
  8. Incognito

Set list SOEN Bologna 30 settembre 2023

  1. Sincere
  2. Martyrs
  3. Savia
  4. Memorial
  5. Lascivious
  6. Unbreakable
  7. Deceiver
  8. Ideate
  9. Monarch
  10. Fortress
  11. Illusion
  12. Modesty
  13. Lotus
  14. Antagonist
  15. Lunacy
  16. Violence
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