Dal 4 al 6 agosto 2019 a Porretta (Bo) si è svolta la prima edizione del Porretta Prog Festival: apertura con i Soft Machine, ed è stato subito tutto esaurito.
Porretta città della musica. Incastonata nell’Appennino a cavallo tra Pistoia e Bologna, questa cittadina ospita ogni estate molti eventi musicali, tra cui spicca sicuramente il Soul Festival. Non è sorprendente dunque la scelta, la sfida, la scommessa, di dare il via anche a un nuovo festival sempre con nomi di spicco internazionale, il festival dedicato alla musica progressive.
Un genere nato negli anni Sessanta dall’incontro tra rock, jazz, classica ed elettronica, conta da sempre una moltitudine di appassionati di tutte le età e suonato ancora da centinaia di musicisti e gruppi. E alla prima serata del Porretta Prog il 4 agosto il botteghino ha staccato i biglietti a tre generazioni di persone, accorse da tutta Italia e anche dall’estero, per un tutto esaurito forse inaspettato ma certamente meritato.
Sul palco nientedimeno che i Soft Machine, esponenti di punta della cosiddetta Scuola di Canterbury, tra i precursori del genere jazz rock, fondamentali per la storia del rock europeo essendo stati il primo gruppo a fondere rock, psichedelia e jazz grazie all’apporto di musicisti straordinari come Robert Wyatt e John Marshall (batteristi), David Allen e John Etheridge (chitarristi), Kevin Ayers, Roy Babbington e Hug Hopper (bassisti), Elton Dean (sassofonista).
Sciolti nel 1984, dal 1999 alcuni ex-membri del gruppo hanno dato vita a varie band satelliti e nel 2015 l’ultimo di questi gruppi, i Soft Machine Legacy, ha ripreso la denominazione originale Soft Machine. La band si è presentata al Rufus Thomas Park con John Etheridge alla chitarra, John Marshall alla batteria e Roy Babbington al basso, accompagnati da Theo Travis al sax, flauti, tastiere, già con David Sylvian, Porcupine Tree, e altri.
Un concerto incredibile, in un’atmosfera intima, quasi familiare, grazie anche alla simpatia di Etheridge che non ha mancato di introdurre tutti i brani, tentando anche un po’ di spiegazioni in italiano. Musicisti di altro livello che hanno suonato una musica raffinata, con brani di tutta la loro carriera, ma in particolare dall’ultimo recente album del 2018 “Hidden Details”, senza tralasciare cover di grandi classici del jazz.
La set list
Hidden Details
Life on Bridges
The Man Who Waived at Trains
Broken Hill
Gesolrent
Fourteen Hour Dream
Kings and Queens
One Glove
Sideburn
The Relegation of Pluto
Tales of Taliesin
Articolo di Francesca Cecconi, foto di Alessandro Rella