18 dicembre – Mi avvio verso il Kill Joy pensando che sarà l’ultimo concerto del 2024. Gli ultimi concerti hanno sempre un sapore di magico perché chiudono un ciclo, ma allo stesso tempo ti danno l’emozione che si aprirà una nuova serie di concerti con il nuovo anno. Questo 2024 segna anche un ciclo per l’artista di questa serata: i 10 anni del suo album “Roots & Wings”. Stiamo parlando di Stef Burns, stasera con il suo progetto Stef Burns League, e sicuramente la serata offrirà un’ennesima prospettiva di questo bravissimo chitarrista capace di emozionare con i suoi assoli e i suoi fraseggi.
Entro nel locale poco prima del live, il Kill Joy è strapieno di gente tutta pronta ad accogliere Stef e la sua band. Alle 21.45 fa il suo ingresso sul palco sommerso da un grandissimo applauso. Dopo pochi minuti la Stef Burns League parte e il caldo appaluso è ripagato con la splendida musica del gruppo.
Stef Burns alla voce e alla chitarra solista è accompagnato dalla bravissima Paola Zadra al basso e dall’impeccabile Juan Van Emmerloot alla batteria. Una formazione assolutamente affiatata e tecnicamente incredibile che riesce a regalare una musica di un livello altissimo già dalle prime note.
Una cosa che mi ha davvero emozionato è stato, oltre all’affiatamento, il grande divertimento sul palco dei musicisti. Non diamo mai per scontato questo aspetto. Vedere musicisti di questo calibro divertirsi e scherzare con il pubblico è sicuramente il valore aggiunto alla musica; nonostante abbiano calcato stadi e palazzetti con i grandi nomi mantengono sempre la voglia di divertirsi anche in palchi più piccoli dimostrando l’amore che hanno per la musica.
Il chitarrista americano in questo progetto ci mostra le sue influenze più varie e, da chitarrista, non posso che non rimanere incantato da quello che riesce a tirare fuori dalle sue chitarre (ne cambierà ben tre nel corso della serata) soprattutto nei momenti più bluesy dell’esibizione.
Stef Burns chiaramente stasera, oltre alla chitarra, è anche il cantante della formazione. Il suo stile è molto semplice e non tende a lanciarsi in virtuosismi, quelli già li fa alle sei corde, piuttosto sceglie la via del cantato funzionale ai brani rimanendo gradevole e perfettamente legato alla musica.
Il trio non proporrà solo musica inedita, ma regalerà anche omaggi musicali, sotto forma di medley, passando per esempio dai Beatles ai Queen legando i brani proposti in maniera molto fluida e con tanta tecnica e gusto. Chiuderanno la serata con “Basket Case” dei Green Day, cover davvero inaspettata ma che diverte il pubblico e soprattutto diverte tanto i musicisti sul palco.
La serata si conclude dopo quasi due ore di musica suonata ad alto livello. Paola Zadra e Juan Van Emmerloot, come già detto prima, sono tecnicamente ineccepibili ed è sempre uno spettacolo per le orecchie ascoltare musica di questo genere.
Per quanto riguarda Stef Burns, che dire: ho sempre ritenuto che legarlo solo alle sue collaborazioni è riduttivo, stasera ho pensato che anche legarlo solo a un genere è riduttivo, perché Stef sfugge od ogni classificazione e omologazione essendo un vero fuoriclasse delle sei corde.
Articolo e foto di Daniele Bianchini