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Tapir! live Bologna

Evento intimo dove ognuno può immergersi privatamente nel concerto e nella contemplazione assoluta che richiede

19 novembre, al Locomotiv Club di Bologna sono arrivati direttamente da Londra Ike Gray voce, chitarra, Ronnie Longfellow basso, Emily Hubbard cornetta, sintetizzatori, Tom Rogers-Coltman chitarra, Will McCrossan tastiere, Wilfred Cartwright batteria, violoncello. Loro sono i Tapir!.

Il sestetto britannico sale sul palco e vedo che non hanno le maschere rosse dei tapiri in cartapesta. Una parte di me ci sperava molto, anche se non è loro consuetudine indossarle ai live. Peccato. 

Tutti, a eccezione di Tom e Ronnie, sono seduti, e questo unito ai brani downtempo di Tapir! e la semioscurità setta subito il mood a relax e salotto di casa. La sala del Locomotiv non è piena, ma questo aumenta ulteriormente la sensazione di evento intimo: ognuno ha il suo spazio vitale e può immergersi privatamente nel concerto e nella contemplazione assoluta che richiede.

I riferimenti religiosi nei brani dei Tapir! sono noti e anche senza conoscere la loro produzione, la sensazione che si riceve in un loro live è quella di essere avvolti da un’aura di misticità, percezione che personalmente ho avuto in particolare con brani come “Clothing line”. Inoltre, la voce pulita di Ike Gray ha una dolcezza particolare: vocalizza spesso in falsetto, una cosa che assieme all’arpeggio tagliente della chitarra a tratti mi ha ricordato – da prendere con le pinze in quanto parliamo di stili e produzione musicale molto diversi – Jeff Buckley.

I sei componenti della band possono coprire una vasta gamma di strumenti, permettendo una grande varietà sonora e flessibilità nella costruzione del brano, senza mai perdere di vista chitarra e voce, boe fisse nel loro mare di possibilità attorno cui ruota tutta la produzione. Sono queste infatti le costanti protagoniste, a cui si aggiungono e tolgono elementi a seconda del brano, arricchendo o semplificando il suono.

L’album di esordio “The Pilgrim, Their God and The King of My Decrepit Mountain” eseguito al live si presenta come un opera coerente e fluida, un viaggio musicale di base indie folk che tocca vari generi quali Prog Rock, Post Rock e Jazz; tuttavia è un progetto narrativo quasi fiabesco oltre che musicale, costruito negli anni e progettato per essere suddiviso in tre atti – “The Pilgrim”, “Their God”, “The King of My Decreipt Mountain” – in cui è seguito il viaggio del pellegrino attraverso i suoi paesaggi interiori.

È evidente che con questa produzione estremamente raffinata i Tapir! aspirino a un risultato molto più complesso di un progetto musicale, muovendosi su una dimensione audio-visiva, narrativa e teatrale. Ed è proprio mentre sono lì a osservare i Tapir! e il pubblico che penso quanto tutto sia fuori posto, che il luogo più adatto per questo spettacolo sarebbe stato un teatro.

Passiamo la metà del live e su “Eidolon”, mentre cerca di aprire il brick dell’acqua, Ike rivela la teoria sulle bottiglie di Emily: bisogna svuotare le bottiglie prima di gettarle, altrimenti quell’acqua rimarrà intrappolata per sempre. Un destino drammatico per un futuro in crisi idrica e un motivo in più per usare le borracce.

Il concerto si chiude con la più ritmata “Nail in a Wooden Trunk”, nuovo singolo, l’unico che assieme a “Halleluja Bruv” non appartiene alla trilogia “The Pilgrim, Their God and The King of My Decrepit Mountain” ma che trova una collocazione organica a fianco al trittico.

Il concerto è breve, e come un incantesimo che svanisce i Tapir! spariscono dal palco e siamo riportati nella realtà, in cui persino i colori sembrano più spenti.

Articolo e foto di Linda Lolli

Set list Tapir! Bologna 19 novembre 2024

  1. Debt to the world
  2. On a Grassy knoll
  3. Swallow
  4. The Nether (Face To Face)
  5. Untitled
  6. Hallelujah Bruv
  7. Gymnopédie
  8. My god
  9. Eidolon
  10. Hope you are proud
  11. Clothing line
  12. Nail in a wooden trunk
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