The Chemical Brothers in concerto al PalaModigliani di Livorno domenica 17 novembre. Almeno una volta nella vita è necessario imbarcarsi e calarsi nel mondo elettronico e virtuale del duo inglese formatosi agli inizi degli anni 1990. Dieci album alle spalle e una carrellata di singoli che li hanno resi, assieme a Fatboy Slim, Prodigy e ai Crystal Method i maggiori esponenti del Big Beat.
The Chemical Brothers sono ancora capaci di farci vivere un viaggio multisensoriale, cresciuto nel corso degli anni della loro carriera di pari passo con la tecnologia, e che la produzione ha saputo sapientemente sfruttare con scelte scenografiche raffinate e d’impatto progettate per soddisfare appieno ed ampliarne l’esperienza live.
Tom Rowlands e Ed Simons si presentano sul palco livornese puntualissimi. La magia si accende immediatamente, resa ancora più mistica dalla nebbia artificiale all’interno della venue. L’enorme schermo alle loro spalle inizia a prendere vita sfruttando tutte le potenzialità dei led incantando fin da subito le migliaia di fan corsi sotto la cupola del Forum tirando giù una scaletta che fa tremare la struttura con una sequenza di venti pezzi suonata tutta d’un fiato.
Dopo un rapido excursus tratto dagli album “Go” e “Exit Planet Dust” rispettivamente del 2011 e 1995, inizia l’escalation dei nuovi singoli tratte da “No Geography”, disco che dà il nome al tour, tra cui “MAH”, “Eve of Destruction” e “No Geography”. Non mancano le intramontabili hit, come l’inno generazionale “Hey Boy Hey Girl”, “Elektrobank” e “Galvanize”. Benzina sul fuoco.
L’atmosfera si infiamma, dal cielo iniziano a piovere giganteschi palloni che fanno il giro di tutta la sala. Enormi figure sembrano uscire dal led wall. Il pubblico balla e si scatena a ritmo dei laser verdi e blu che squarciano il buio.
Anche ai fan meno accaniti risalta la qualità dello spettacolo offerto, e quasi ci si stupisce di come il tempo abbia ben conservato anche i brani più datati rilasciati ormai più di 24 anni fa. Dopo “Galvanize” un quartetto che da solo reggerebbe un intero festival elettronico composto da “C-H-E-M-I-C-A-L”, “Leave Home”, “Song to the Siren” e “Block Rockin’ Beats”.
Sembra finita, ma il pubblico non ci sta. Richiamano in pista Tom e Ed per il gran finale. I due non deludono (avrebbero potuto?) e calano “Got Glint?”, “Catch Me I’m Falling” e “The Private Psychedelic Reel”. Poteva finire diversamente? Non credo.
In conclusione The Chemical Brothers sono ancora in grado di produrre e proporre gran bella musica, ben prodotta e confezionata, non curante delle mode streaming e social ma al massimo della resa nel proprio ambiente naturale: quello live.
Articolo e foto di Andrea Scarfì