Ce la siamo davvero vista brutta quando, nei pressi di Genova, ci siamo trovati incolonnati per chilometri a causa di un incidente e vedevamo l’orologio correre verso l’ora d’inizio del primo giorno del TOdays Festival. Invece ce l’abbiamo fatta, e lo sPAZIO211, un bel parco nella periferia nord di Torino, ci accoglie in mezzo al verde. Anche se, vista la temperatura ben sopra i 35 gradi, in questo 25 agosto sembra più di essere al day one dell’Austin City Limits… Invece questo bel festival è italianissimo, e per tre giorni ospiterà alcune tra le migliori band in circolazione.
I primi a salire sul palco, e a inaugurare l’edizione 2023 del TOday’s sono i nostri amati King Hannah, che abbiamo ammirato e adorato la scorsa estate all’Off Tune di Prato (il nostro report). Stessa formazione di 14 mesi fa, e più o meno stesso repertorio, visto che lo splendido “I’m Not Sorry, I Was Just Being Me” rimane l’ultimo disco del duo arrivato sul mercato; ma immutata anche la nostra soddisfazione nel riascoltare la splendida voce di Hannah Merrick e le chitarre acide di Craig Whittle per un set purtroppo troppo breve.
Il bluesaccio venato di psichedelia “A well-made woman” ha il compito di iniziare il mini-concerto, e siamo già in estasi. La più bella cover mai esistita di un brano di Springsteen arriva subito dopo, ed è il più fulgido esempio di come si può prendere in prestito una canzone e farla sembrare propria. Hannah si nasconde dietro ai suoi occhiali da sole, e Craig si diverte a usare l’e-bow e i feedback della sua chitarra soprattutto nella furiosa cavalcata “It’s me and you, kid” che chiude il set.
Un’altra prova maiuscola dei King Hannah, che aspettiamo prima o poi in un tour vero e proprio e con una scaletta più corposa.
Dopo un veloce cambio palco è il turno dei Les Favy Sav, quintetto newyorkese che in 40 minuti di concerto ha spiegato, e bene, cosa significhi fare spettacolo. Il cantante Tim Harrington, una specie di Bonnie Prince Billy in versione porno, è stato il mattatore del set, facendo cose che mai avevo visto sopra e sotto un palco.
Capelli e barba arancio fosforescente, ha cambiato outfit quattro volte durante lo show – ho fatto spese in un negozio vicino al museo del cinema– rimanendo in slip e tuffandosi fra il pubblico, ha “rubato” le macchine ai fotografi e ha iniziato a scattare a caso, ha leccato i piedi a qualche spettatrice, ha bevuto acqua dalla ciotola del cane di uno spettatore, si è rotolato nell’erba, ha sputato acqua su chiunque e ha ballato in mezzo alla platea approfittando del cavo microfono più lungo della storia. Tutte cose che forse hanno distolto un po’ l’attenzione dal lato musicale della faccenda.
Ma c’erano anche gli altri quattro membri della band – Seth Jabour e Andrew Reuland alle chitarre, Syd Butler al basso, Harrison Haynes alla batteria – che per tre quarti d’ora hanno regalato al pubblico del TOday’s un Alternative Rock dalle forti influenze noise, tutt’altro che banale. Il brano migliore del set “What Would Wolves Do?”, con tutta la platea invitata con successo a ululare il ritornello.
Altro cambio palco velocissimo ed ecco salire sul palco Warhaus, il progetto solista di Maarten Devoldere, fondatore e cantante dei Balthazar. E, come tantissime proposte che provengono dal tutt’altro che sonnolento Belgio, la vera sorpresa della serata.
Si sentono tante influenze nella musica di Devoldere: dalle atmosfere ombrose di Leonard Cohen al crooning di Gainsbourg, dalle sonorità jazzy dei brani in cui vengono usati trombone e tromba agli arrangiamenti cinematici di Morricone, fino al Pop elettronico degli Air e al Rock obliquo dei conterranei dEUS. Eppure questo melting pot di influenze e di sonorità, anziché togliere originalità e interesse al progetto, ne diventa il punto di forza e lo rende affascinante.
Dalla claustrofobica “Control” con cui Devoldere e i suoi musicisti hanno iniziato il set, fino alla conclusione con la magnifica “Open windows” in cui tutto il pubblico cantava la splendida melodia su cui è costruito questo piccolo capolavoro, il set è stato davvero indimenticabile.
E tutto questo prima del concerto dei Wilco, di cui parleremo nel prossimo articolo.
Articolo e foto di Michele Faliani
Setlist King Hannah
- A Well-Made Woman
- State Trooper (Bruce Springsteen cover)
- All Being Fine
- Berenson
- Go-Kart Kid (Hell No!)
- The Moods That I Get In
- Crème brûlée
- It’s Me and You, Kid
Setlist Les Savy Fav
- The Equestrian
- The Sweat Descends
- Raging in the Plague Age
- Are We There Yet?
- Patty Lee
- In These Woods
- Pills
- Hold On to Your Genre
- What Would Wolves Do?
- Let’s Get Out of Here
Setlist Warhaus
- Control
- Desire
- When I Am With You
- Shadow Play
- Against the Rich
- Time Bomb
- Love’s a Stranger
- Beaches
- It Had to Be You
- Open Window