Il passare del tempo è inevitabile, ma pensare che siano trascorsi trent’anni e poter dire io c’ero negli anni ‘90, ascoltavo la loro musica nel walkman a cassetta fa un certo effetto. Questa sensazione diventa ancora più tangibile il 29 giugno passeggiando nell’area del Castello di Udine, poco prima del concerto dei Tre Allegri Ragazzi Morti. Gruppi di ragazzi poco più che trentenni, e anche più giovani, si ritrovano per bere birra e parlare di stage o università, ridendo e scherzando.
In questi momenti realizzi che trent’anni sono volati via senza che ce ne rendessimo conto. Ma quando i TARM iniziano lo spettacolo con Venghino signori venghino in questa bellissima plaza, l’incredibile spettacolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti. Tre Allegri Ragazzi Morti suoneranno, canteranno e balleranno per voi l’incredibile spettacolo de la vida, l’incredibile spettacolo de la muerte, il tempo sembra liquefarsi. Gli oltre mille spettatori presenti il 29 giugno diventano un corpo unico e omogeneo. Come può, del resto, il passare del tempo incidere su una band senza volto e senza età, come i Tre Allegri Ragazzi Morti?
“Mai come voi” apre due ore di musica live intensa, una scelta che non sembra casuale: un monito, un grido di riconferma di essere sempre fuori dagli schemi preconfezionati. Schemi che anche il pubblico, mascherato e non, sembra condividere. Per tutto il concerto, infatti, non è sembrata una semplice esibizione musicale, ma una festa tra vecchi amici. Non c’era un palco e una folla, ma persone che avevano voglia di stare insieme, di urlare e cantare di quell’adolescenza ai confini, che i TARM hanno sempre raccontato in maniera così intima che è impossibile non riconoscersi in versi come “La forza dell’adolescenza, forse non ci sarà più oggi faccio fuoco e fiamme come non facevo più”.
Una festa, quindi, che ha raccontato storie di ieri, molto simili a quelle di oggi. Perché, nonostante il tempo passi, ancora oggi a volte si cammina a “Occhi bassi”, settimo pezzo suonato, datato 1999 ma che parla a tutti, ragazzi di ieri e di oggi. A quasi metà concerto arriva il primo brano tratto dal loro ultimo disco “Garage Pordenone” (la nostra recensione). Il pezzo è “Ho’oponopono”, un mantra di ricongiungimento con il mondo animale, come spiega Toffolo.
Subito dopo ecco un repentino cambio look per El Toffo, che abbandona il manto animalesco per l’immancabile cilindro, del resto, per presentare “1994” serve stile. Il 1994 è stato un anno cruciale per i TARM, nati come fenice dalle ceneri del mitologico Great Complotto pordenonese, ma anche per la mia generazione, che come me, in quell’anno è stata posseduta dal demone della musica, una possessione felice che dura ancora oggi.
Non ci si aspettava una scaletta così variegata, né l’entrata in scena di Morgana, la ragazza mangiafuoco, sulle prime note di “Si parte”. Il pubblico era ipnotizzato da lei, e anche io non potevo esimermi dal distogliere lo sguardo.
I TARM hanno poi cantato “In questa grande città” in medley con “Bella Ciao”, unendo generazioni, nonostante ci sia ancora chi pensa che questo brano sia “divisivo”. La prima parte del concerto si conclude con “Il mondo prima” e la suggestiva “La sola concreta realtà”. Ma cosa aspettarsi dopo? El Toffolo rientra in scena con un look a metà tra il Tenerone (una citazione per noi giovani di una volta, non me ne vogliate) e il coniglio di Donnie Darko, e invece di “fare uscire il disagio” a suon di “Vaffa”, inizia a far fare al pubblico degli esercizi di una fantomatica pratica chiamata Chi Kong, che ha solo una regola: “L’occhio vede e la mano fa”. Nei primi due minuti il pubblico lo asseconda, poi seguono cinque minuti di deliri grotteschi tra posizioni improbabili di El Toffolo e incitamenti comico-scurrili del pubblico. Una scena perfetta per un film dei Monty Python.
Un set lungo, comico e commovente, una festa per i trent’anni dei Tre Allegri Ragazzi Morti che né loro né noi dimenticheremo. Trent’anni fa c’eravamo, e alla fine, quel tempo che sembrava così spietato altro non è che la conferma che se c’è qualcosa che rimane, sono le emozioni che solo un concerto può dare. La vita è cattiva non l’ho inventata io, il concerto è finito.
Articolo di Silvia Ravenda, foto di Simona Rossi
Set list Tre allegri ragazzi morti Udine 29 giugno 2024
1. Mai come voi
2. La ballata delle ossa
3. Puoi dirlo a tutti
4. La faccia della luna
5. I cacciatori
6. Il principe in bicicletta (la canzone della cameriera)
7. Occhi bassi
8. Signorina primavolta
9. Ho’oponopono
10. 1994
11. 15 anni già
12. Si parte
13. Fortunello
14. Batteri
15. Abito al limite
16. Robot rendez-vous
17. In questa grande città (La prima cumbia)
18. Voglio
19. il mondo prima
20. La sola concreta realtà
21. La mia vita senza te
22.Ogni adolescenza coincide con la guerra
23. Mio fratellino ha scoperto il rock’n’roll
24. Francesca ha gli anni che ha
25. Di Che Cosa Parla Veramente Una Canzone?
26. Anime Perse
27. Dipendo da te
28. Bengala
29. La tatuata bella