Finalmente anche a Firenze, che lo aspettava dal 2020, quando il suo show era programmato dentro il cartellone del Firenze Rocks. Il 3 giugno 2022 eccolo il Blasco, due settimane prima del grande festival, in un concerto a sé e totalmente autosufficiente.
Finalmente, finalmente, come abbiamo scritto nella recensione del concerto di Vasco a Imola del 28 maggio. Stavolta ci troviamo nella Visarno Arena del Parco delle Cascine, fa un caldo davvero estremo, ci sono ben oltre 60mila persone, ma l’organizzazione funziona a meraviglia: controlli serrati ai tornelli ma veloci, possibilità di procurarsi bevute e viveri senza code esagerate, assistenza ovunque, e così sono al sicuro tutti, incluse le famiglie con bambini accampate qua e là per terra da chissà quale ora irrespirabile del pomeriggio.
La scaletta del concerto fiorentino ricalca esattamente quella del concerto a Imola, con una durata complessiva di due ore e mezzo – probabilmente meno chiacchiere in mezzo! – con l’ingresso del Gallo e del suo stile unico, un basso chitarristico, per “Sballi ravvicinati del terzo tipo” (senza che Andrea Torresani abbandoni il suo ruolo), fino a chiudere lo show. Aggiungo alcune considerazioni personali a quanto già scritto per Imola.
Stage. Questo è un concerto strepitoso, organizzato in maniera perfetta, per la mia esperienza, lunga e larga di live, paragonabile soltanto a quelli di Paul Mccartney: un sound eccezionale, stage lightning magnifico, coreografia semplice ma al tempo stesso sofisticata e soprattutto godibile da qualsiasi parte e distanza ogni spettatore potesse trovarsi. I maxi schermi non vengono utilizzati in maniera banale e ripetitiva di quanto accade sul palco, ma per una narrazione integrata e coinvolgente. Chapeau, davvero.
Musicisti. Tanti e tutti perfetti, Vasco lascia loro lo spazio che meritano, spazio che riempiono generosamente non solo verso il pubblico, ma anche l’uno verso l’altro. Su tutto c’è un marchio indelebile, quello del dialogo tra Vince Pastano e Stef Burns e del loro rispettivo virtuosismo, della solidità, del gusto, senza questo tandem un show così non s’ha da fare. Ascolti l’orchestrazione perfetta, i vari arrangiamenti, che a un certo punto hanno virato anche sul poppeggiante quasi disco, ma ti rendi conto che questi due chitarristi ti sbattono in faccia come un concerto rock deve essere. Come pochi sono. Non basta l’atteggiamento, questo ci vuole per fare Rock, suonare così, un muro di chitarre che però non sovrastano gli altri strumenti, e dunque non appiattiscono il suono come altrove accade.
Voce. Vasco ha settant’anni, lo sappiamo, ma la voce è sempre tutta lì. Anzi, durante lo show si scalda, si apre ancora di più, e nonostante abbia bisogno di due lunghe pause di 10 minuti – di cui una riempita dall’interludio, l’altra l’abbiamo passata nel silenzio rigorosamente aspettando il gran finale – pensi che servano solo per recuperare fisicamente, perché la sua performance vocale non tentenna mai, anzi sale e s’infiamma.
Ironia. Quella di Vasco è schietta, libera, mai ossessiva o compulsiva. Ha rispetto per il pubblico, ma non la manda a dire, per esempio quando butta lì il fatto che si passa troppo tempo sui social, su Instagram, che non è la vita vera (questo non impedisce a molti, sordi alla provocazione, di continuare a spippolare sui cellulari postando e inviando all’universo mondo foto e selfie). Vasco vola via anche un paio di cappellini quando si trova sul braccio di palco proteso in mezzo al pit, tornandosene tranquillo verso il main senza timore di mostrare la nuca spelacchiata!
Il tempo vola, siamo al finale, che non poteva che essere anche qui “Albachiara”, ed è accompagnato da bellissimi fuochi d’artificio dal tetto del grande palco. La festa è finita, ma come ci dice Vasco Ora vado via, ma tornerò, lo sapete, io sono sempre qui, arrivederci, arrivederci! In bocca al lupo a tutti, ce la farete tutti, sì, ce la farete tutti, perché voi siete i più belli!
Articolo di Francesca Cecconi, guest photographer Moris Dallini
Set list Vasco Rossi Firenze 3 giugno 2022
- XI comandamento
- L’uomo più semplice
- Ti prendo e ti porto via
- Se ti potessi dire
- Senza parole
- Amore aiuto
- Muoviti
- La pioggia alla domenica
- Un senso
- L’amore l’amore
- Interludio
- Tu ce l’hai con me
- C’è chi dice no
- Gli spari sopra
- Stupendo
- Siamo soli
- Una canzone d’amore buttata via
- Ti taglio la gola
- Rewind
- Eh già
- Siamo qui
- Sballi ravvicinati del terzo tipo
- Toffee
- Sally
- Siamo solo noi
- Vita spericolata
- Canzone/Albachiara