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Yngwie Malmsteen live Firenze

Il re del Neoclassical Metal torna a far tappa del suo world tour in Italia dopo 20 anni

E così, in poco meno di un anno e mezzo, a Firenze ci siamo visti prima Steve Vai (il report), poi Joe Satriani (il report) e ora finalmente Yngwie Malmsteen, praticamente la miglior (o forse solo la più nota) formazione del progetto G3, quella del 2003. Sul palco del Viper Club il 10 novembre appena entrati troviamo un muro, non è un modo di dire, piuttosto una descrizione letterale della situazione, un muro di Marshall, soprattutto testate. Ovviamente solo un paio attive, quelle all’ingresso sul palco, dove Malmsteen andrà pure a smanettare per regolare il suono dopo il primo pezzo. La venue è al completo, un sold out da 700 biglietti, il pubblico è prevalentemente maschile, tanti i chitarristi fiorentini. Un pubblico che attende non un concerto da pogo, ma un concerto tecnico, da uno degli shredder per eccellenza, il re del Neoclassical Metal.

Limberlost

La serata prevede una band in apertura, sono gli americani Limberlost, un sestetto di Seattle – batteria, basso, chitarra, tastiere e synth, due voci -, ma niente Grunge, tranquilli. La double-female-fronted band porta sul palco il proprio Power Rock dal groove accattivante che sicuramente poggia le fondamenta proprio là dove stanno i mattoni migliori, gli anni Settanta, ma che assorbe anche i migliori anni Ottanta, ovvero la prima metà della decade, e di questo periodo fa proprio anche il look. Due album all’attivo, ma soprattutto tanta, tanta esperienza live, che si percepisce anche dalla spontaneità con il quale si muovono e interagiscono tra loro ma soprattutto con il pubblico.

Limberlost

Quando entro nel locale, e la fila fuori è ancora lunga, stanno terminando il soundcheck, sono già agghindati, soprattutto le due cantanti Krystle e Britanny. Lo stacco con l’inizio della performance, senza soluzione di continuità con il soundcheck, avviene con un simpatico lancio abbondante al pubblico di caramelle e dolcetti americani, ampiamente apprezzati dalla folla pigiata alla transenna. Hanno lo spazio per una carrellata dei loro brani, sei in tutto, per poi chiudere con un’ambiziosa, coraggiosa direi, ma ben riuscita, cover di “Kashmir”.

Limberlost

Il tipo di pubblico è lì solo e soltanto per i virtuosismi di Malmsteen, ma i Limberlost riescono a farsi ascoltare attentamente, e ben apprezzare. Riescono insomma a scaldare la serata, a prepararci all’illustre headliner. Li troviamo poi al banchino del merch, davvero gentili e con la voglia di chiacchierare con chiunque. Da scoprire, e seguire se vi piace il genere.

Cambio di palco che resta molto scarno, a parte il suddetto muro di testate Marshall, e una bandiera della Ferrari (stavolta niente Ucraina), gli strumenti – batteria, basso e tastiere – già piazzati tutti vicini a sinistra, asta al centro, resta tutto vuoto a destra, dove si trovano le testate “attive” e nell’ombra il roadie che porge, e spesso deve afferrare al volo, le chitarre al momento del cambio. Cambi dovuti alla necessità di ri-accordatura, ma il modello è sempre la sua signature Fender Stratocaster color vintage white, sono griffate sul retro del corpo da adesivi del famoso cavallino della casa automobilistica di cui Malmsteen è un fanatico. Uno stesso adesivo si trova appiccicato anche su una delle due pedaliere. Lo supportano musicisti solidi, Emilio Martinez al basso, Brian Wilson alla batteria, spicca la performance di Nick Z Marino, che oltre alle tastiere si occupa di voci soliste e cori quando canta Malmsteen.

La sintonia è perfetta, anche se l’unico leader e protagonista della serata è Malmsteen, ovvio. Si presenta vestito da hard rocker, capelli tinti, occhi truccati. Il roadie di palco lo vediamo spesso, cambia in continuazione le strisce di plettri attaccate all’asta del microfono, perché Yngwie ne lancia in maniera copiosissima ai fan, che stravedono per questo gesto, in tanti si sporgono all’interno del pit di sicurezza per cercare di afferrare quelli che lì finiscono. Ne avrà lanciati centinaia!

C’è il tempo, in un’ora e tre quarti di concerto, per dare sfoggio di tutta la sua bravura, della sua tecnica, del suo gusto, con una scaletta che contiene anche accenni di cover, da un breve accenno ai Queen ai Deep Purple – è lui che canta “Smoke on the Water”, e sappiamo che oltre a Vivaldi, Bach e Paganini il suo maestro è stato soprattutto Ritchie Blackmore, che omaggia con reverenza. Incredibile a dirsi, ma ci sono anche alcuni super-assoli in un concerto che sembra quasi un unico e continuo assolo… E lo spazio per un passaggio all’acustica la sua signature Ovation Viper YM68 nylon strings, una classica elettrificata.

Ci sono tutti i suoi stili nel concerto, tra i quali trapela qua e là il Blues, che si infiltra qua e là in un crescendo che infine esplode. Ma sappiamo che è un genere nel quale si è cimentato con piacere e orgoglio, e anche dal vivo è capace di miscelarlo in modo del tutto personale al Metal.

Un gran concerto, devo dire con una partecipazione assai più calorosa rispetto a quelle viste per Vai e Satriani, per tornare all’inizio dell’articolo, forse complice il raccoglimento favorito dal tipo locale e il pubblico in piedi invece che a sedere, ma anche la capacità di Malmsteen di fare spettacolo, di prestare attenzione al pubblico invece che soltanto alle sue chitarre.

Articolo di Francesca Cecconi, foto di Irene Arditi

Set list Yngwie Malmsteen Firenze 10 novembre 2023

  1. Rising Force
  2. Top Down / No Rest
  3. Soldier
  4. Into Valhalla / Baroque
  5. Like An Angel
  6. Relentless Fury
  7. Now Your Ships Are Burned
  8. Wolves At The Door
  9. Si Vis Pacem
  10. Badinerie
  11. Paganini 4th Adagio
  12. Far Beyond The Sun
  13. Seventh Sign
  14. Overture / Arpeggio
  15. Evil Eye
  16. Smoke On The Water (Deep Purple cover)
  17. Trilogy (Venegeance)
  18. Guitar solo
  19. Brothers
  20. Fugue
  21. Drum Solo
  22. You Don’t Remember
  23. Black Star

Set list Limberlost Firenze 10 novembre 2023

  1. The Real Thing
  2. Long Shadows
  3. See What You Want
  4. Good Fight
  5. Setting Sun
  6. Give it to Me
  7. Kashmir (Led Zeppelin cover)
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