Volete organizzare un concerto e renderlo indimenticabile? Eccovi la ricetta. Ingredienti: il suddetto concerto deve essere parte, e possibilmente il concerto di chiusura, di un festival bellissimo che oltre a concerti fuori dagli sche(r)mi propone talk show, incontri con scrittori, percorsi d’arte; deve avere luogo in una città spettacolare, possibilmente Firenze; deve essere organizzato in un luogo di quelli più che speciali, come per esempio il secondo chiostro della Basilica di Santa Croce; deve avere come ospite una cantautrice che da anni sperimenta, osa, inventa e crea dischi e spettacoli dal vivo splendidi, per esempio Zola Jesus; e infine, meglio se lo fate alle 6 di mattina, in mezzo al silenzio di una città che dorme, con il cielo che man mano che le note scorrono diventa sempre più luminoso fino a che il sole sorge e lo tinge di azzurro.
Ecco, sicuramente se seguite questa semplice ricetta potrete asserire di aver reso felici voi, gli spettatori e l’artista. Perché questo è quello che è successo all’alba del 30 settembre, come atto conclusivo del festival Genius Loci, giunto alla sua sesta edizione: un concerto bellissimo, in un posto speciale, con la cantautrice di origine russa Zola Jesus, ormai naturalizzata americana, in Europa per un tour piano & voce di supporto al suo ultimo album “Arkhon” (la nostra recensione).
Per un’ora abbondante, finalmente con una temperatura autunnale che in alcuni momenti ha messo in crisi anche un amante del freddo come il sottoscritto, e proprio a qualche metro dal pozzo del Brunelleschi, Zola Jesus ha incantato oltre 200 spettatori che hanno dovuto imitare gli edicolanti alzandosi alle 5 di mattina, ma che sono stati ripagati da uno spettacolo incredibile.
Avvolta in un mantello trapuntato per ripararsi dal freddo, Zola Jesus si è seduta davanti al mezza coda Yamaha del festival, e ha iniziato un viaggio attraverso tutto il suo repertorio, arrivando a pescare anche da “Conatus” del 2011, disco con il quale la conoscemmo in un concerto al Caracol di Pisa.
Non solo “Arkhon”, quindi, ma una vero e proprio lavoro di sartoria su tutta una carriera: ogni canzone, tranne “Skin” e “Desire” che già nelle loro versioni in studio sono realizzate con un arrangiamento minimale, è stata scarnificata da tutti gli arrangiamenti, mantenendo inalterata la forza espressiva e, talvolta, addirittura aumentandone la carica emotiva. È il caso di “Dead & gone”, oppure di “Into the Wild”, quasi irriconoscibili rispetto alla registrazione su disco se non per il testo e per il perfetto cantato di Nicole, che hanno ricevuto autentiche ovazioni dal pubblico, seduto sul prato del chiostro e ipnotizzato dalla classe e dal carisma della cantautrice.
Che ha eseguito una canzone popolare ucraina dedicandola a tutto il popolo ucraino e che ha più volte ringraziato per averla invitata a suonare in un posto così bello ed è stata la prima a stupirsi in quanti abbiano rinunciato a qualche ora di sonno per poterla ascoltare. Insomma, un concerto indimenticabile per tutti.
Articolo e foto di Michele Faliani
Set list Zola Jesus Firenze 30 settembre 2023
- Krunk
- Soak
- Sea Talk
- Lick the Palm of the Burning Handshake
- Into the Wild
- Dido’s Lament (Henry Purcell cover)
- Wiseblood
- Siphon
- Witness
- Skin
- Night
- Desire
- Plyve kacha
- Dead & Gone