Dopo aver aperto al bellissimo Museo del Tessuto di Prato, la mostra si è spostata alla Fondazione Sozzani di Milano, dove resterà fino al 23 aprile. Perché parlare di una mostra a tema fashion, in un giornale di musica? Al di là dell’indissolubile legame tra moda, stilisti, stile e musica, che dagli anni ’60 ad ora si è manifestato in mille forme (e colori), del quale è necessario leggere articoli di sociologi della comunicazione, ho deciso di visitare questa mostra per una ragione semplice e banalmente molto personale: la mia beatlemania. Una delle muse e modelle preferite di Ossie Clark era Pattie Boyd, moglie prima di George Harrison, poi di Eric Clapton. Quasi assenti i riferimenti al mondo dei Beatles nel catalogo, la mostra evidenzia invece con filmati la partecipazione alle sfilate non solo dell’allora coniuge Harrison, ma anche di John Lennon, presente in due dei filmati proiettati nelle sale, nel secondo è presente anche Yoko Ono. Molto di quel mondo è raccontato proprio nell’autobiografia di Pattie, “Wonderful Tonight”, e per chi l’ha letta è davvero curioso esplorare questa mostra, perché lo rende in parte tangibile, con tutti i vestiti più estrosi di quell’epoca, non quelli di Mary Quant e le sue minigonne, ma quasi una controcultura dell’abbigliamento che vuole rompere schemi in maniera del tutto diversa.
La mostra “Mr & Mrs Clark”
La prima parte della mostra è dedicata interamente alla figura di Ossie Clark. Qui sono esposti per la prima volta i suoi preziosi sketchbook, dai primi disegni di ammissione al Royal College of Art di Manchester del 1962 – da cui si rileva già un precoce talento – fino a quelli del periodo d’oro (1968-69) dove il segno di Ossie si fa più spigoloso e astratto, giocando sulle forme di abiti a vita alta, i “botticelli dress” e i pantaloni svasati con pattern floreali, che diventeranno i must have dell’epoca. Questa sezione testimonia anche il suo interesse durante gli studi per la couture anni Venti e Trenta francese e per le collezioni del Victoria & Albert Museum, dove si sofferma sull’abbigliamento degli anni prebellici della couture francese, quelli degli anni Quaranta, tenendo come riferimento lo stile dei figurini della Gazette du Bon Ton.
La seconda parte del percorso racconta il mondo artistico di Celia Birtwell, che si forma alla Salford Art School di Manchester. Si diploma in Textile Design trasferendosi presto a Londra nei primi anni Sessanta, dove produce i primi tessuti per arredamento in stile op-art. Il punto di partenza per capire le sue stampe si trova guardando le sue illustrazioni, conservate nei preziosi taccuini esposti e digitalizzati per l’occasione. Un repertorio che testimonia l’ampiezza dei suoi riferimenti artistici: dalle collezioni del Victoria & Albert Museum ai costumi di Leon Bakst e Sergej Djagilev per i Balletti Russi, dal Cubismo e Pointillismo agli arazzi medievali fino alle fantasie ispirate alla Natura.
Dopo il doppio percorso su Ossie e Celia, si entra nel cuore della mostra con la scenografica esposizione dei 35 look disposti su pedane in ordine cronologico, dal primo abito a pois del 1965 per arrivare alle creazioni del 1974, data che segna la loro ultima collezione: da quel momento le strade di Ossie e Celia si dividono per continuare in modo autonomo.
Una rassegna davvero completa per comprendere lo stile, i materiali e la tecnica sviluppata da Ossie e Celia in questo cruciale decennio. Completano la sala i tavoli sospesi dove si possono vedere una serie di numeri di Vogue, che testimoniano il successo del brand, oltre alla grande proiezione con i video dei loro fashion show: dalle prime sfilate del 1968 con Alice Pollock al Revolution night club, dove nel pubblico vediamo John Lennon e George Harrison, fino alla sfilata di Londra del 1973 alla London Fashion Fair.
Il catalogo “Mr & Mrs Clark”
Il volume rende omaggio a un iconico “fashion duo”, Ossie Clark e Celia Birtwell due creativi inglesi il cui sodalizio artistico e personale, breve ma molto intenso, ha dato origine a uno stile inconfondibile che ha lasciato un segno nella Londra del periodo compreso tra la minigonna di Mary Quant e il movimento punk sovversivo di Malcolm MacLaren e Vivienne Westwood, dal 1965 al 1974.
Ossie e Celia è la storia di un’alchimia speciale, una delle prime coppie artistiche in cui uno stilista e una designer di tessuti hanno lavorato insieme completandosi in totale armonia fino alla loro separazione nel 1973. Celia era la creatrice delle meravigliose stampe ispirate alla natura e alle diverse correnti artistiche che Ossie, con la sua abilità nei tagli e nella modellistica, trasformava in abiti sensuali e femminili grazie alla leggerezza dei tessuti come crêpes, sete e chiffon che hanno conquistato il jet-set internazionale e la scena musicale dell’epoca. Da Brigitte Bardot a Liz Taylor, fino a Verushka, tutti erano affascinati dalla loro moda. Mick Jagger, Brian Jones, Keith Richards, Jimi Hendrix, Marianne Faithfull, Anita Pallenberg, Eric Clapton, George Harrison, Bianca Jagger e Marisa Berenson sono solo alcuni dei personaggi che Ossie Clark ha vestito.
Partendo da un primo importante nucleo di abiti provenienti dall’archivio di Massimo Cantini Parrini, arricchito di ulteriori prestiti provenienti dalla collezione americana di Lauren Lepire e dagli archivi londinesi della famiglia Clark e della stessa Celia Birtwell, il volume racconta il contesto e l’evoluzione dei due artisti tramite abiti, tessuti, disegni fino a oggi mai pubblicati, testimonianze video, foto ed editoriali d’epoca.
Articolo e foto di Francesca Cecconi