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(+39) 375-649-94-64 My Telephone Number “(+39) 375-649-94-64 My Telephone Number”

Wilson e Dany amano la Techno-Hardcore e il Rock, e chiamano quello che fanno “ROK”

Tutto è straordinariamente anomalo in questo album di debutto del progetto (+39) 375-649-94-64 My Telephone Number, opera che vede insieme Damiano Negrisoli e Daniela Resconi, entrambi musicisti con all’attivo esperienze musicali diverse, di vario genere in diverse formazioni. La Tempesta Dischi ha investito ancora una volta in Wilson, e cioè Damiano Negrisoli che, dai Bea Bea Sea ai Yonic South, passando per i MaDDam, ha dimostrato in 9 anni di attività discografica, versatilità, originalità e capacità di mescolare con grande stile.

Che questo lavoro, uscito l’8 novembre del 2024, sia anomalo su tutti i fronti, dal nome della band a titolo, che coincidono, passando per le nove tracce, che in realtà sono 10, dato che una è uscita come singolo e come ep, in formato digitale, è una delle caratteristiche alle quali Wilson ci ha abituato. A questo mondo musicale rizomatico si aggiunge quello di Daniela Resconi, cantautrice cremonese di nascita ma bresciana d’adozione. Anche qui si tratta di un’artista alla quale, come per Wilson, va stretto il vestito che solitamente si è chiamati a indossare. Così se la smaterializzazione della musica è ormai in atto, questo comporta non solo che si produce via web, ma che le identità e i progetti musicali possano gemmare, duplicarsi, spargersi ed essere molteplici. Senza cristallizzarsi in nulla di definitivo.

La Tempesta Dischi dimostra di essere sempre all’avanguardia, e sposa queste soluzioni che portano, spesso e volentieri, a opere che rompono davvero gli schemi. Soprattutto, e il caso di questo disco, in un anno, questo 2024, soffocato da réunion, celebrazioni di decennali, ventennali, trentennali e così via. Provare a smuovere un poco le acque, senza strafare, ma neppure tornando indietro nel tempo, è cosa buona giusta.

Così Negrisoli e Resconi mettono in circolo dieci tracce che profumano di caos creativo, che pescano in generi noti, ma li mescolano bene, con sapienza, e con un tocco sintetico che produce suoni dai quali è difficile staccarsi. Amiamo la Techno Hardcore e anche la musica Rock, scrivono nella striminzita presentazione di questo album, unica nota ufficiale rilasciata dal duo che, così, chiede al pubblico una sola cosa: ascoltare questo lavoro. Nessuna nota in copertina, nessuna indicazione. Una proposta musicale, dunque, tutta da ascoltare e da valutare così, come viene messa in circolo.

Il risultato dell’ascolto è che si tratta di un disco davvero interessante, che prova quanto meno a scuotere un poco un panorama musicale tranquillo, dove non si osa per non doversi poi giustificare per aver osato. Le dieci tracce spaziano da un buon mix rock indie alternative, come nel caso di “Camel Song”, con un bel giro ipnotico di chitarra, al post rock, a tinte new – new wave, genere celebrato di recente anche su riviste molto blasonate, di “Get Loose” e “Liar”, una delle tracce più acide e sintetiche di tutto il lavoro.

Spazio poi per il francese, lingua che poco ha saputo incidere al di fuori dei confini patri – se non per i grandi giganti della canzone d’autore – per “C’est magiche”, brano che spazia fra l’elettronica di feste underground fino alle esperienze più vicine alle sonorità di Wilson, soprattutto nell’album dei Yonic South, pur se qui c’è sempre quel suono meccanico, che rimanda a una produzione da sale sotterranee in grandi città dell’Est, che però è quel mood che rende unico questo lavoro.

“Tududu” e “Goldfishes” sono le tracce più interessanti del disco. Il primo mescola in modo interessante voce e suoni, con la prima che diventa strumento sul ritmo del pulsare del telefono, quasi fosse una filastrocca da bambini distorta e dissonate. La seconda che è costruita attorno a un riff di chitarra scandito e spezzato, con voce femminile che emerge dallo sfondo, a ricordare la miglior tradizione dell’elettronica sperimentale, figlia del mondo delle Fabrique degli anni ’90 e ’00.

Questo è davvero un bel progetto che mescola con sapienza quello che già c’è in giro, e ne ricava un prodotto di ottimo ascolto, che sa creare quella giusta dipendenza all’interno di un panorama piatto e ripetitivo. Se avrà un seguito non so dirlo, di certo c’è che ora questo disco è sul mercato (anche in vinile), e si conferma una traccia prodotto e lasciata da musicisti che, oggi, per non restare ingabbiati in stili e ruoli, decidono di muoversi nomadi, senza patria, per attraversa esperienze e farle proprie. Di certo meglio di tante minestre riscaldate, per anni e decenni.

Per chiudere davvero, in coda al comunicato stampa si legge: Non sappiamo quasi nulla della nuova band protagonista oggi nel nostro canale. Non sappiamo nemmeno se il loro nome sia un vero numero di telefono (non abbiamo osato comporlo). Ci hanno detto solo nella loro breve nota che sono Wilson e Dany, amano la Techno-Hardcore e il Rock, e chiamano quello che fanno “ROK”… Ma l’unica cosa che sappiamo per certo è che questo tipo di ballabile va oltre l’orecchiabile New Wave e ci ha rapito fin dal primo istante…. E per voi sarà esattamente lo stesso.

Articolo di Luca Cremonesi

Track list “Not For Sale”

  1. C’est Magique
  2. Camel Song
  3. Friends With Benefitse
  4. Tududu
  5. Goldfishes
  6. Ordinary Way
  7. Liar
  8. Spongebob Rok
  9. Get Loose
  10. Where Do We Go
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