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A Giant Echo “Resins 2”

Limpide linee armoniche, piacevoli melodie canore, atmosfere rarefatte

Il progetto A Giant Echo nasce a Cassino, in provincia di Frosinone, dalla mente e dalle note di Sergio Todisco (fondatore dei Last Eon), e questo “Resins 2”, autoproduzione uscita il 14 dicembre 2022, è una proposta che suona fin dalle prime note molto interessante, ben suonata, ben arrangiata.            
Queste “resine” – come richiamo a elementi che hanno la capacità di rimanerci addosso lasciando per sempre un richiamo dell’esperienza fatta, dell’emozione provata – si propongono sotto forma di limpide linee armoniche, piacevoli melodie canore, atmosfere rarefatte, e lasciano in bocca il sapore agro-dolce del passato. 
        
Le canzoni che compongono l’album non hanno un titolo esplicativo; il lavoro viene infatti suddiviso in “Parti”, dalla Prima all’Ultima (con un salto per la Quarta Parte, usata come ghost-track, come fosse un ricordo oscurato, rimosso… e quanti ne abbiamo, tutti!). Azzardo un’ipotesi circa la scelta di non conferire titoli: forse si tratta dell’intento di lasciare che ogni ascoltatore possa darvi il suo di titolo, a seconda dell’esperienza personale più vicina richiamata dalla traccia. Ai posteri l’ardua sentenza (o meglio: sentenza all’autore).   
 
“Part One” dà subito l’impronta del lavoro: un post-rock melodico in cui la chitarra è molto importante; nel quale, soprattutto, risulta centrale la linea melodica dolce, sospesa, rotonda. L’area più interessante del pezzo è senza dubbio la seconda: una coda strumentale supportata da cori che avvolge ed evoca.
“Part Two” apre in un crescendo di synth, effetti percussivi e una melodia ostinata e montante… ma il crescendo non esplode, anzi, implode in un arpeggio appena toccato e una struggente linea vocale perfettamente armonizzata. La vera apertura dunque è riservata al finale, quando il brano chiude in un ritornello ampio e rassicurante che ricorda i momenti più lirici dei Turin Brakes. 
       
Dopo un inizio di beatlesiana memoria, che a mo’ di cornice torna anche sul finale, “Parte Three” si rivela un altro momento stimolante, in cui il cantato s’innesta attraverso tempi non lineari sulla trama chitarristica, rendendo freschezza e tenendo alta l’attenzione. “Part Five” si avvia sulle onde morbide di un piano accarezzato, spennellato da echi di suoni cosmici sui quali s’impone, per la prima volta in maniera preponderante, l’elettrica. Il flusso del pezzo sale grazie alle armonizzazioni delle voci e, soprattutto, sul finale pieno da OST cinematografica.   

Chiude, almeno sulla carta, “Last Part”, che sembra riprendere il filo della precedente e, in realtà, un po’ di tutto il lavoro, giocando, mischiando le carte e le suggestioni messe in campo. Le sonorizzazioni finali sembrano quasi dei respiri profondi e tormentati; come se il corpo, in trance o in stato di sogno, fosse finalmente pronto a far riaffiorare “Part Four”: il ricordo rimosso. La ghost-track di chiusura è oscura e fosca come dovrebbe, fa emergere elementi chiari raramente e procede per suggestioni inquiete, oniriche, dove la parola non servirebbe a esprimersi, dove il suono si fa portatore di tutti i messaggi.        

Da ciociaro, sinceramente, fa molto piacere imbattersi sul territorio in progetti in cui la passione per la musica, concepita in maniera classica ma non scontata, è al centro di tutto. In cui gli elementi non sono buttati a caso nel calderone, ma risultano piazzati organicamente in un impianto narrativo completo.

Articolo di Simone Ignagni 

Track List “Resins 2”         
1. Part One
2. Part Two
3. Part Three
4. Part Five
5. Last Part


Line up A Giant Echo: Sergio Todisco voce, chitarra / Marco Nardone chitarra, synth  / Davide Pascarella basso   / Riccardo Bianchi batteria

A Giant Echo online:
Facebook – https://www.facebook.com/SergioTodiscomusic
Instagram – https://www.instagram.com/agiantecho/
You Tube – https://www.youtube.com/@agiantecho8750

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