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Andrea Chimenti

Andrea Chimenti “Il Deserto La Notte Il Mare”

Artista di spiccata sensibilità che riesce a combinare passione e consapevolezza per trasformarle in musica e parole

Andrea Chimenti appartiene a quella cerchia di cantautori italiani che hanno la capacità di trasformarsi artisticamente mantenendo comunque una profonda coerenza di fondo. La sua figura artistica è emersa come leader dei Moda (senza accento, come lui stesso ammette di dover spesso precisare), band di punta della New Wave italiana che condivideva la scena insieme ai Litfiba e ai Diaframma, per poi evolversi e diventare, nel tempo, solista e icona della musica indipendente. Chimenti non è un musicista facile, né ambisce ad esserlo, i suoi progetti sono lavori strutturati dove risalta una profonda ricerca dell’interiorità dell’uomo e della sua relazione con ciò che lo circonda.

Con “Il deserto la notte il mare” in uscita il 5 novembre 2021 per VREC Music Label, si conferma nuovamente un artista di spiccata sensibilità che riesce a combinare passione e consapevolezza per trasformarle in musica e parole. Parla di questa sua nuova “roba nera e rotonda” nella nostra intervista esclusiva, che trovate qui: www.youtube.com/watch?v=MmErn8Wf1Ns&t=636s. La bellissima copertina è un’opera del fotografo Nicola Vinci.

Il disco si apre con “Dove ho posto il mio amore”, un brano evocativo che passa da toni malinconici accompagnati da un flauto con sonorità etniche all’esplosione rock che rivela il graffio di rabbia disperata di chi consapevolmente dà in pasto agli avvoltoi ciò che più ama. Più elettronica e con un ampio uso del synth è “In eterno”, uno sguardo in musica sulle piccole cose del quotidiano, sempre le stesse eppure in sé momenti unici della vita di ognuno di noi. La parola “eterno” culla l’ascoltatore fino ad ipnotizzarlo nella seduzione di una voce che lo guida verso le note dolci del pianoforte e del violino di “Beatissimo”, un cantico laico di celebrazione della capacità umana di evolversi, viaggiare nel mondo e dentro di sé.

“Ky” ha invece un attacco di basso che ci introduce in un’atmosfera più cupa, dai richiami primordiali scanditi dalle percussioni per un uomo scimmia che con una mano fruga il mondo / e con l’altra fa penitenza; il brano si arricchisce di un coro che trasforma il canto in un vero e proprio rito per svelare l’oscurità bestiale dell’anima umana ed esorcizzarla con l’invocazione antica “Kyrie Eleison”, ovvero “Signore pietà”. Violino e pianoforte si uniscono alla chitarra in “Bimbo”, dialogo tra madre e figlio che sa di radici e musica popolare dove la musica dipinge una scena rurale di povertà materiale, ma di ricchezza interiore nell’affetto che unisce le due figure nel loro cammino insieme e che dà la forza necessaria a combattere le avversità.

“Milioni” invece ci riporta a una musicalità più contemporanea e pop, per una canzone dove l’eleganza vocale di Chimenti si eleva libera per fondersi con gli strumenti e trasfigurandosi diventando essa stessa pittura di distese di stelle e di bellezza. “Allodola nera”, il brano successivo, è più denso e impegnato, anche se l’attacco di pianoforte e l’intensità del timbro di Ginevra Di Marco lo rendono profondamente delicato. Chimenti duetta poi con la Di Marco, gradualmente diventa voce unica di uomo e donna per narrare quell’esperienza di struggente malinconia che è l’amore, destino dolcemente ineluttabile che avvolge tutti senza distinzione di genere, annullando il tempo e lo spazio nel momento stesso in cui li affronta.

La dolcezza è abbandonata totalmente in “Garcia”, dove Chimenti ritorna graffiare con rabbia sulle nostre percezioni per raccontarci della figura dell’artista attraverso il libero adattamento musicale di “Alle poesie complete di Antonio Machado” di Garcia Lorca; il poeta pur nella sua dimensione intima, rese omaggio a Machado che come lui cantava la vita, il popolo, l’uomo nudo visto nella sua essenza. Allo stesso modo, Chimenti trasforma il brano in un dialogo con la poesia stessa, la quale non soltanto è fatta dai poeti bensì a sua volta fa i poeti, li rende, cioè, sensibili ai segnali delle stagioni e degli spazi, li trasforma in vere e proprie percezioni insegnando loro a leggere il cuore senza perdersi nei suoi sentieri, ma con la capacità di capire il proprio passaggio. La traccia è ricca di strumenti che risaltano musicalmente la complessità e lo spessore di tutte le ispirazioni che circondano la figura del poeta, ma tra cui domina l’oboe che è la vena della consueta indocile malinconia del testo.

“Felice” è una canzone che rivela nuovamente lo spirito rock dell’artista con le chitarre tornano prepotenti per parlare di amore, ma non quello di un ragazzo che lo ha appena scoperto, bensì di uomo che ha vissuto, che ricorda e di quel ricordo fa un tesoro che non vuole intaccare con la realtà nel momento in cui decide di non suonare alla porta di colei che ha amato. All’interno di una struttura musicale ben definita, i cori si alternano a veri ululati come canti alla luna, quelli di un lupo solitario che ha scelto di vivere la vita facendo affidamento solo su se stesso senza aver bisogno di nessuno, senza dire grazie a nessuno. Il progetto si avvia verso la conclusione con “Oltremare” dove il sax esalta l’effetto evocativo di una voce che è vento e nostalgia, un canto accorato di ricerca del sé nell’immersione in paesaggi lontani che si trasfigurano in note di ampio respiro. L’ultima traccia si apre con l’uso potente di synth e beat elettronico per un effetto futuristico, in alcuni tratti robotico e dissonante per lasciare spazio all’emozione come reazione al suono. L’unica dimensione qui è la musica dove tutto può rinascere ed essere nel mantra “niente è impossibile”, titolo del brano stesso e luce guida di quelle volontà che non si arrenderanno mai.

Con “Il deserto la notte il mare”, Andrea Chimenti si conferma un cantautore di testi poetici e graffianti dove rimarca la sua anima indipendente nel panorama musicale italiano allontanandosi da soluzioni facili e ruffiane: rimane complesso e ricercato, eppure ben definito e così chiaro che la complessità ne diventa solo un valore aggiunto. Non vuole piacere, né dispiacere, semplicemente parla attraverso i suoi brani a volte sinuosi, a volte scomodi.

Non bussa alla porta delle nostre menti per aprirle, ci passa davanti e le graffia per risvegliarci, per lasciarci i suoi messaggi come un poeta simbolista che ha il compito di rendere visibile ciò che a noi visibile non è. Al tempo stesso, però, ci avvolge in un caldo abbraccio che non è consolatorio, non vuole cullarci nella menzogna che tutto andrà bene, vuole solo dirci che è accanto a noi e con noi camminerà per affrontare la paura del presente e dell’ignoto. Si avvale di arrangiamenti curatissimi che lo rivelano un musicista estremamente consapevole di ciò che sta facendo, oltre a testi con richiami letterari che dimostrano come riesce a passare dalla musica alla letteratura in modo continuo, senza sbavature e con una naturalezza che lascia senza parole, o meglio, solo con parole bellissime. 

Articolo di Alma Marlia

Track list “Il deserto la notte il mare”

  1. Dove ho posto il mio amore
  2. In eterno
  3. Beatissimo
  4. Ky
  5. Bimbo
  6. Milioni
  7. Allodola nera
  8. Garcia
  9. Felice
  10. Oltremare
  11. Niente è impossibile

www.andreachimenti.it / www.vrec.it

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