“Stillness, Stop: You Have a Right to Remember”, il nuovo e terzo album di Any Other è uscito il 26 gennaio per 42 Records. Anticipato dai singoli” Awful Thread” e “If I Don’t Care”, l’album arriva a sei anni di distanza dal precedente “Two, Geography” del 2018. Dalle prime note si viene rapiti dalle immense doti canore dell’artista che si presenta con un lavoro maturo e fortemente intimo capace di catturare l’attenzione con delicata schiettezza. Coscienza e consapevolezza si fondono in otto tracce cantate in inglese. Non è un disco che si riesce a interiorizzare al primo ascolto, necessita di pazienza e attenzione, sebbene a un orecchio allenato riesce a suscitare immediati parallelismi elettivi.
Dalle sfumature fortemente esterofile “Stillness, Stop: You Have a Right to Remember” si presenta nel panorama della musica nostrana come una ventata di aria nuova adatta a un pubblico attento e raffinato. La ricerca del bello e dell’armonia è il leit motiv di tutto l’album le cui tracce sembrano frammenti di una storia unica: ricordi e pensieri che tracciano un filo conduttore intimista ma allo stesso tempo risoluto. Vi è la volontà e quasi la necessità di raccontarsi aprendo le strade a molteplici interpretazioni personali, quasi fosse come la storia di “uno” che potrebbe essere poi la storia di tutti.
Musicalmente è un disco ricercato, dove la voce cristallina e pura si impone con dolce risolutezza ad accompagnare l’ascoltatore attraverso memorie consce. Con ricche sfumature che percuotono sfere introspettive, il disco è stato arrangiato e prodotto da Marco Giudici ed è la prima volta che Any Other condivide un proprio lavoro con un altro artista. La fusione di idee dei due artisti è riuscita a regalarci, così, un disco che ricama le note come una trama di un tessuto, i cui testi ricalcano la ricerca affannata di una identità che traspare come un velo di sofferta presa di posizione in tutto il disco.
Bisogna soffermarsi per capire a fondo il nesso che si ricava in tutte le tracce, legame che esiste ma necessita di attenzione. Un ascolto non è sufficiente a interiorizzarlo e con questo non voglio dire sia un disco difficile, anzi, proprio perché si presenta dalle sfumature leggere consiglio un ascolto ripetuto per riuscire ad addentrarsi nella visione che l’artista ha voluto infondere in tutto il lavoro. Quando ho sentito per la prima volta “Stillness, Stop: You Have a Right to Remember” ho immediatamente capito essere qualcosa di potente e il motivo è presto detto: è un disco che trasuda autenticità che non ha paura di presentarsi crudo, in grado di riportare a galla le fragilità di ognuno, facendo vanto di questo in quanto caratteristica intrinseca dell’essere ancora umani.
Abbiamo bisogno di dischi così, ne abbiamo necessità proprio perché viviamo in contesti in cui vi è consuetudine all’esaltazione dell’apparenza piuttosto che all’essere. “Stillness, Stop: You Have a Right to Remember” invece ci impone con fermezza di metterci a nudo, di scrutare a fondo desideri, passioni e fratture dell’anima, solo attraverso questo processo possiamo ritrovare la nostra identità smarrita, sebbene spesso non ne siamo totalmente consapevoli.
Dal vivo Any Other suonerà il nuovo album con una band di cinque elementi. Il tour è cominciato con un concerto speciale venerdì 26 gennaio a Milano, per poi proseguire il 17 febbraio allo sPAZIO211 a Torino, il 23 a Musici Per Caso a Piacenza, il 29 al Locomotiv a Bologna, il 1° marzo a Officina degli Esordi a Bari, il 2 all’Angelo Mai a Roma e il 9 al Colorificio Kroen a Verona.
Articolo di Silvia Ravenda
Track list “Stillness, Stop: You Have a Right to Remember”
- Stillness,stop
- Zoe’s Seed
- Awful Thread
- If I Don’t Care
- Second Thought
- Need of Affirmation
- Extra Episode
- Indistinct Chatter
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