Ci sono artisti che hanno il dono della credibilità, di quella connaturata capacità di essere “veri” sempre e comunque. Ben Harper ha alle spalle 17 album e una carriera nella quale non ha avuto paura di intraprendere percorsi musicali diversi. “Bloodline Maintenance”, fuori il 22 luglio su Chrysalis, è il primo album cantato dal 2016 ed è proprio l’urgenza di parole che ti colpisce fin dal primo brano che apre il disco: un Gospel per sole voci, intenso, che sembra voler invitare l’ascoltatore a fermarsi, e prendersi del tempo per ascoltare.
Un disco corale eppur registrato in solitudine, suonando quasi tutti gli strumenti, ma che sembra essere il frutto di una serie di fortunate jam. Il titolo è programmatico: mantenimento della linea di sangue, che si traduce in un viaggio nella musica afroamericana che sfida il tempo e le mode utilizzando la “verità” di un suono scarno e diretto – ma non per questo poco raffinato – e la fermezza delle parole così ben scandite da Harper. Moniti, avvertimenti, per lo più che sembrano indirizzati a se stesso:
Slavery, We need to talk about it (We need to talk about it)
I say Black Lives Matter
‘Cause history says we don’t
You’re either a Christian or a racist
You can’t be both
Canzoni che vorrebbero risvegliare le coscienze, gospel song che non hanno paura di essere pop come nel caso di “More Than Love” o di indurti anche a ballare come l’estiva “Need To Know Basis”. Canzoni potenti e che vanno diritti al punto come nella intensa “It Ain’t No Use” che sembra volersi riallacciare alla insuperabile ispirazione di Marvin Gaye.
Canzoni che non temono lo scorrere del tempo, anzi da esso prendono forza e una rinnovata volontà di voler fare la differenza. Non molto tempo fa David Crosby in un ‘intervista disse che mancavano nuovi inni generazionali, canzoni che avessero il potere di risvegliare le coscienze. “Bloodline Maintenance” induce a prendere del tempo per ascoltare le 11 canzoni che lo compongono, a non fermarsi all’apparenza, al primo ascolto ma ad andare in profondità. E in un periodo come questo che cosa c’è di più rivoluzionario se non invitare alla riflessione?
Articolo di Jacopo Meille
Track list “Bloodline Maintenance”
1. Below Sea Level
2. We Need to Talk About It
3. Where Did We Go Wrong
4. Problem Child
5. Need to Know Basis
6. It Ain’t No Use
7. More Than Love
8. Smile at the Mention
9. Honey, Honey
10. Knew the Day Was Comin’
11. Maybe I Can’t