Bjørn Riis, co-fondatore, cantante e chitarra solista degli Airbag, pubblica il suo nuovo lavoro solista “Everything to everyone” l’8 aprile su Karisma Records, riuscendo ottimamente ad alternare il lavoro solista con quello della band madre, pubblicando in totale ben nove album in soli tredici anni tra band e progetto solista. Gli Airbag sono una delle realtà progressive più interessanti degli ultimi anni, forse non molto conosciuti come meriterebbero, nel caso non vi foste ancora imbattuti in loro consiglio vivamente il loro ultimo lavoro di due anni fa “A Day At The Beach”, ma anche “Disconnected” non è assolutamente da meno per iniziare a scoprirli.
Riis con questo suo nuovo lavoro solista non si discosta moltissimo dalle sonorità della band di origine, mantenendo però sonorità decisamente più pacate, meno rock ma decisamente più malinconiche e intimiste. L’album contiene “solo” sei tracce per la durata totale di 50 minuti circa. Oltre a Bjørn Riis alla voce, alla chitarra e ad un’ampia gamma di strumenti, nel disco suonano anche Henrik Bergan Fossum (Airbag), Kristian Hultgren (Wobbler), Simen Valldal Johannessen (Oak), Ole Michael Bjørndal (Caligonaut), Mimmi Tamba, Per Øydir, Vegard Kleftås Sleipnes e Anders Møller.
L’album parte quasi in sordina con “Run”, brano rock strumentale, che cresce certamente con gli ascolti in quanto a gradimento, ma è il secondo pezzo, “Lay Me Down” che già inquadra al meglio le caratteristiche dell’intero lavoro. Prog, Pop, un’accelerazione quasi metal nella parte centrale (che dura pochissimo però) e soprattutto il tributo ai Pink Floyd, ospite nel brano la cantante norvegese Mimmi Tamba. Un disco per l’anima. Lo si sente maggiormente nel successivo “The Siren”. In questo brano si sente tutta l’ammirazione di Riis per la band di “The Dark Side Of The Moon”. Si prosegue con “Every Second Every Hour”, brano che supera i tredici minuti. Anche qui si incarna l’essenza dell’album, l’esigenza di una sorta di pacatezza, senza spingere troppo su sonorità più pesanti. Anche qui non si può non fare un riferimento alla chitarra ispirata decisamente a quella di David Gilmour, senza assolutamente scimmiottarlo però, attenzione.
“Descending” è un brano strumentale che inizia con delle sonorità elettroniche per poi proseguire in crescendo verso la fine del brano con sonorità decisamente più rock. Si chiude con la title-track dove oltre a Riis alla voce ritroviamo la cantante Tamma. Forse il brano più bello e intenso dell’album. A essere onesti, con gli Airbag c’è quella marcia in più che in questo lavoro a volte sembra mancare, ma in realtà da Riis sai cosa aspettarti e se vuoi goderti un disco intimista, questo qui è più che consigliato. Un lavoro godibilissimo e al tempo stesso sognante. Per i fanatici del supporto, l’album è disponibile in formato Cd jewel case, in edizione limitata in Cd digipack con due bonus track (una versione alternativa del brano che dà il titolo al l’album e l’inedita “Desolate place” uscita in digitale lo scorso anno, due le edizioni in vinile, sempre limitate, in Lp standard nero ed LP color bianco splatter.
Bjørn Riis intervista
Complimenti per il tuo nuovo lavoro, davvero bello e interessante. A tal proposito, come riesci a conciliare sia i tuoi progetti solisti che quelli con gli Airbag con album sempre a grandi livelli?
Grazie mille. È quello che si cerca sempre di fare e che ogni disco possa essere sempre migliore del precedente. Per me realizzare un album è un’esperienza davvero gratificante. Mi piace ogni momento di tutto il processo di registrazione, anche quando capita di perdere l’ispirazione o la fiducia nel progetto stesso, è un processo di apprendimento e miglioramento continuo. Spero che questo si traduca nel risultato finale.
Seguirà un tour di promozione al disco?
È ancora difficile dirlo. Molti locali e promoters stanno ancora lottando contro molte difficoltà, spero di fare presto qualche concerto ma soprattutto non vedo l’ora di iniziare a lavorare al nuovo album degli Airbag.
Qual è il messaggio di questo disco dai suoni così intimisti?
Per me musica e testi sono ugualmente importanti, per questo cerco di dare una narrativa alla musica. L’intimità dei testi deriva dai diversi arrangiamenti musicali e dalle sue trame. Non c’è un concetto preciso ma credo che tutti i miei album abbiano un filo conduttore che racconta la storia di come l’individuo stia affrontando questo mondo.
Gli ultimi due anni sono stati molto difficili per i musicisti e per gli spettacoli. Come hai vissuto questo periodo e credi si stia realmente tornando a una ‘vita normale’?
È frustrante non poter suonare dal vivo e non poter incontrare la gente. Con gli Airbag abbiamo pubblicato un album nel 2020 e non siamo ancora riusciti a portarlo in tour. L’intera industria musicale ne ha sofferto. Dalle band, agli artisti, promoters, locali, la stampa, i tecnici, i negozi di strumenti. Ho un lavoro, per cui non devo occuparmi del reddito fortunatamente. La musica per me è una passione, e qualcosa che posso fare senza la preoccupazione finanziaria.
Nell’album ci sono diversi ospiti, qualche particolare aneddoto dal lavoro con questi artisti?
Mi piace avere musicisti che possono contribuire al progetto e credo che tutti abbiano fatto un lavoro straordinario. I momenti che amo maggiormente sono quelli in cui partiamo con un’idea precisa ma si finisce a fare qualcosa di completamente diverso. Questo è ispirazione e creatività.
Articolo di Giovanni Verini