Non si può certo dire che i Blonde Redhead siano campioni del mondo di bellezza delle copertine, visto che questo “Sit down for dinner”, il loro decimo album in studio pubblicato il 29 settembre su Partisan records, presenta riprodotto sul front il disegno di una fragola, che sarà anche un’opera della cantante-chitarrista giapponese Kazu Makino ma sembra più un divertimento di un bambino di 6 anni con il Paint di Windows 98 del PC del padre, ed è forse la copertina più brutta dai tempi di “Penny Sparkle” del 2010, altro disco della band dei gemelli Pace e della bella Kazu.
Quello che però ci interessa di più è contenuto all’interno, nelle 11 tracce che lo compongono. “Sit down for dinner” arriva ben nove anni dopo “Barragán”, anni nei quali i Blonde Redhead hanno intensificato la loro attività live, celebrato l’anniversario di uno dei loro migliori album del passato, ovvero “Misery is a butterfly”, e in cui la signorina Makino ha addirittura pubblicato il suo bel lavoro solista. Il disco ha avuto una lunga gestazione, inevitabilmente rallentata dall’avvento della pandemia, e una produzione cominciata nell’estate del 2020 negli studi di Ale “Ovi” Sportelli a Lari e proseguita poi spaziando fra due continenti e studi diversi; ma evidentemente il lungo periodo di pausa a livello compositivo ha giovato al trio italo-nipponico, visto che dopo gli ultimi due lavori, piacevoli ma che risultavano un po’ fiacchi rispetto ai dischi precedenti, questo decimo album torna a mostrare i Blonde Redhead tirati a lucido, capaci di rinnovarsi pur mantenendosi fedeli a loro stessi e di scrivere canzoni grandiose.
Sì, sono tornati ai livelli di “23”, tanto per citare uno dei loro dischi che amiamo di più, nel quale fra gli ospiti c’è anche un certo David Sylvian. Basta ascoltare i primi secondi di “Snowman”, scanditi dall’impulso ritmico del percussionista brasiliano Mauro Refosco e dal sinuoso intreccio fra chitarra acustica ed elettrica, per capire che in mezzo alle atmosfere sognanti degli arrangiamenti, ai riverberi sulle voci che rendono quasi il suono tridimensionale, alle tastiere e all’elettronica mai debordante e invasiva, i Blonde Redhead hanno realizzato un grande disco. In “Kiss her kiss her”, seconda traccia dell’album e prima cantata da Kazu, ci sono idee armoniche che una qualsiasi band pop sfrutterebbe per farci un paio di dischi completi; in “Melody experiment”, una delle tracce migliori, c’è uno strepitoso lavoro di arrangiamento e dei riff di chitarra memorabili; nella title track, divisa in due movimenti, c’è tutto il significato dell’intero progetto: prenditi il tempo per goderti la vita, per stare con le persone che ami, perché non puoi sapere cosa succederà.
E poi, dopo l’accoppiata “I thought you should know” e “Before”, struggente ed estatica la prima, una splendida ballad mid-tempo la seconda, c’è il capolavoro “If”, con le sue atmosfere quasi psichedeliche in cui le voci di Amedeo Pace e Kazu Makino si doppiano alla perfezione. Insomma, un disco con il quale i Blonde Redhead tornano davvero a coinvolgere e a emozionare, e nel quale dimostrano che la loro vena creativa è ancora, dopo trent’anni di attività, ancora intatta e ancora più a fuoco che nel recente passato.
E quindi non resta che goderci queste 11 nuove canzoni, che terranno compagnia a noi e al nostro lettore per parecchio tempo.
Articolo di Michele Faliani
Tracklist “Sit down for dinner”
- Snowman
- Kiss her kiss her
- Not for me
- Melody experiment
- Rest of her life
- Sit down for dinner, Part I
- Sit down for dinner, Part II
- I thought you should know
- Before
- If
- Via Savona
Line up Blonde Redhead: Kazu Makino voce, chitarre, tastiere, hammerspinet / Amedeo Pace chitarre, voce, mellotron, tastiere, basso / Simone Pace batteria Guests: Skuli Sverrisson basso / Sam Owens tastiere, chitarra acustica / Mauro Refosco percussioni
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