Nati nel 2017 i Bluagata si sono conquistati il posto con grande onestà e con capacità di sfidare uno standard che vuole che la band sia possibilmente triste e con all’interno – citando la fortunata serie South Park – fenomeni mediatici da buttare in pasto ai media. Qui, invece, siamo in presenza di cinque musicisti colti e che hanno alle spalle la loro onesta gavetta. L’ambiente toscano ha aiutato e, allo stesso tempo, dai tempi della produzione dell’interessante (davvero) “Sabba”, la guida Alessio Camagni che già aveva messo le mani su “I Ministri”. Forse, ma questo non lo sapremo mai, il destino era di ricreare quell’esperienza – quella de “I Ministri” – e, invece, le voci di Alessia Masi e Margherita Bencini hanno imposto il loro ritmo e creato la loro identità.
Così, se la parte musicale può rimandare, in alcuni passaggi, al mondo musicale de I Ministri, la parte vocale e la scelta dei testi tende più verso i Baustelle e allo stesso tempo ai lavori solisti di Rachele Bastreghi. Il nuovo album, il terzo della carriera, trova la quadra del suono che li caratterizza ormai e, allo stesso tempo, la guida della VREC Music Label consente quella libertà necessaria per dare corpo alla loro identità musicale che, in “Di stanze e nevrosi”, diventa chiara e meno “alla… ” degli altri due album. “Comodità” e “Ti puoi fidare di me”, canzoni che aprono e chiudono l’album uscito il 10 giugno 2022, sono i due estremi di questo buon lavoro che rifugge quello che, forzatamente, deve piacere al pubblico per cercare quello che si vorrebbe far piacere al pubblico: il proprio stile.
Le due voci femminili sono sostenute, in modo davvero interessante, da una parte ritmica potente che caratterizza tutta la linea melodica dell’album. Il lavoro è e resta rock, con forti tinte dark (senza eccedere) e con punti di elettronica ben distribuite nelle varie canzoni. Un album che è nato seminando singoli, un lavoro preparatorio che è stato sostenuto anche da video che hanno riscosso un buon successo.
“Comodità”, “Persone vuote”, “Resti qui”, “Quattro mani” e il più recente “Liberati” hanno permesso a molti di conoscere in anticipo, come ormai è prassi, parte del lavoro in uscita. Tuttavia, se i singoli sono stati concepiti come stanze sonore c’è davvero un bel filo rosso di temi e mood musicale da (ri)scoprire ascoltando il lavoro nella sua interezza. Di fatto, non è concept, ma neppure una raccolta di singoli perché questa linea di bassi martellanti e il gioco di voci fra la Masi e Bencini sono la cifra specifica di questo nuovo lavoro. Non che le chitarre non contino, non siamo più a inizio anni 2000, ma sono comunque secondarie rispetto alla parte ritmica. Bravi anche in questo, non c’è che dire.
Tutto questo si può sentire, ad esempio, in “Quattro mani” il singolo più singolo fra quelli pubblicati (anche se è quello più fuorviante rispetto a quanto propone il resto dell’album). Altro brano interessante è “Stanza 24” perché sembra, in apertura, un omaggio a Patty Pravo ma la direzione che poi prende la canzone è figlia del Rock italiano di questi anni, e cioè quella declinazione nata dopo il rigetto di Vasco, Litfiba e Timoria e l’adozione della linea imposta da Agnelli e Bianconi. La seconda parte della canzone, infatti, con la voce gridata è davvero molto interessante. Davvero.
“Di stanze e nevrosi” è titolo esplicativo perché ogni canzone, come già ricordato, è una stanza/situazione sonora non separata però dal resto – “Liberati” è il pezzo più estremo dell’album, ma che bellezza questo andare oltre lo Ska da pogo festaiolo – mentre i testi raccontano di disagi e di condizioni quotidiane che oscillano fra accidia e noia. Il tutto senza diventare un vestito da indossare forzatamente per tutta la band, ma solo uno sguardo su una realtà che è quella che ci troviamo a vivere. Se la musica, finalmente, comincia a raccontarla – come in “Non si vede” – forse possiamo cominciare a guarda in faccia la nostra epoca. Non male, davvero. Un album da viaggio, in solitario, o con AirPods e occhiale scuro, ma sempre da soli.
Articolo di Luca Cremonesi
La nostra intervista prima dell’uscita dell’album:
Tracklist “Di stanze e nevrosi”
1. Comodità
2. Persone vuote
3. Quattro mani
4. Stanze 24
5. Liberati
6. Resti qua
7. Non si vede
8. Un asteroide
9. Sei davvero tu
10. Palazzi
11. Ti puoi fidare di me
Line up Bluagata: Alessia Masi voce, piano, synth /Margherita Bencini voce synth / Federico Masi batteria, Folco Vinattieri chitarra / Lorenzo Mattei basso