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bôa “Whiplash”

Le contraddizioni delle emozioni quotidiane in un Alt Rock capace di parlare a tutte le generazioni

Una pausa musicale, a volte, è solo la nota più dolce. I bôa l’hanno lasciata sospesa lì, per oltre 20 anni dall’ultima pubblicazione, singolarmente travolti dalle esperienze della vita, dalle sue espressioni di luce e ombra, per poi ritrovarsi tra vecchi amici a raccontarsela un po’, magari mettendola in musica, ripartendo dall’accordo successivo, come se nulla fosse: “Whiplash”, in uscita il 18 ottobre per Nettwerk Music Group, è nato così. Dalla voglia di fare quello che si ama e di farlo insieme, ancora una volta. Una scelta naturale per il trio inglese, con più di un miliardo di streaming all’attivo, trascinati dalla seconda giovinezza del singolo “Duvet”, che nel 1998 li portò alla ribalta nel mondo come colonna sonora dell’anime Serial Experiments Lain e che oggi spopola su TikTok risvegliando fan di vecchia data e attraendo nuove generazioni.

Un album che scorre via, leggero e potente, dalla prima pennellata di colore di “Let Me Go”, che risveglia subito il suono dei vecchi tempi, sino all’ultima di “Shadow”, che mostra la grande compattezza armonica raggiunta dal gruppo. E in mezzo scorrono infinite storie di rotture e riflessioni, di alti e bassi personali, che altro non sono che i nostri vissuti quotidiani. “Walk With Me” si apre con la batteria di Lee Sullivan, prologo di un ritornello potentissimo – quasi tribale – che ci accompagna per tutto il pezzo come fosse il grido di gioia di chi non ha mai smesso di cercarsi: i bôa e il pubblico.

E poi “Crawling”, un sussurro d’amore accarezzato da archi che lo accompagnano verso l’alto, proiettandolo direttamente sulla pista da ballo di qualche vecchio pub inglese. Un violino che fa la differenza anche in quel capolavoro d’accettazione di sé che è “Beautiful & Broken”, singolo già in circolazione, col suo ritmo incalzante e quel senso di inadeguatezza che non trova più ragione di esistere: una poesia che permette a Jasmine Rodgers di esprimersi al meglio, lanciando la sua voce in una danza sinuosa che lei stessa ha definito un inno contro ogni tipo di discriminazione. Quel senso di mancanza, però, che torna in vita nel vortice di “Frozen” e che ci trascina in un crescente senso di tormento, prima di arrivare a “Vienna”, singolo uscito a settembre, che non riesce a decollare e – probabilmente – non ha la pretesa di farlo: immerso nella paura di aprire il proprio cuore alla vulnerabilità dei sentimenti, si limita a uno sviluppo emotivo e armonico che rimane in sottofondo, quasi ai margini dell’album stesso.

Esattamente a metà, invece, i bôa ci hanno collocato “Worry”, la traccia più memorabile: un pezzo che inizia con la voce di Jasmine Rodgers, ipnotica nel silenzio più assoluto, per poi esplodere tra blues e rabbia, dolore e passione, tenuti insieme da una linea di basso profonda e corposa. Un tributo alle proprie fragilità e potenzialità, alla consapevolezza di come entrambe convivano in noi e di come il nostro riflesso possa diventare il nostro nemico più grande: quello che ci lascia nel dubbio di non essere all’altezza pur essendolo. Una canzone di una potenza evocativa devastante.

Seguita da un altro strepitoso successo che continua a scalare le classifiche, l’omonima “Whiplash”, nonché la traccia più breve del disco. Il singolo è forse quello che maggiormente identifica l’essenza musicale dei bôa in questo ritorno sulla scena e che mostra, anche nel videoclip ufficiale, la genuina gioia dei membri di essere tornati a suonare insieme: “Whiplash” è un messaggio di speranza tra le incertezze delle nostre giornata. Dopo due pezzi del genere, in “Strange Few” gli archi si prendono la scena creando l’atmosfera più inquietante di tutto l’album e lasciandosi coccolare in sottofondo dal basso di Alex Caird. A specchio, in “Basil” è quest’ultimo a dominare il pezzo, col violino che accompagna. A farne le spese, nascondendosi tra le tracce, è “Seafarer” che sintetizza tante cose già sentite nell’album e non riesce a lasciare il segno.

Un album convincente, capace di portarci malinconicamente indietro nel tempo pur facendo i conti con la contemporaneità dei nostri sentimenti. Un album fresco quasi da sembrare di debutto: un nuovo inizio nel panorama internazionale che vede i bôa già impegnati in un tour tra Regno Unito, Irlanda e Nord America. Tutto esaurito, ovviamente.

Articolo di Christopher Trucchia

Track list “Whiplash”

  1. Let Me Go
  2. Crawling
  3. Walk With Me
  4. Beautiful & Broken
  5. Prelude
  6. Frozen
  7. Vienna
  8. Worry
  9. Whiplash
  10. Strange Few
  11. Seafarer
  12. I Don’t Know
  13. Shadow

Line up bôa: Jasmine Rodgers, voce, chitarra/ Alex Caird, basso/ Lee Sullivan, batteria.

bôa online:
Website https://boaukofficial.com
Facebook https://www.facebook.com/BoAUK
Instagram https://www.instagram.com/boa_uk_official/
YouTube https://www.youtube.com/@boaukofficial

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