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The Budos Band “Frontier’s Edge”

Brani arrangiati in modo sofisticato, dove la componente funky ben si fonde con quella hard rock

Uscito il 28 luglio per l’etichetta Diamond West il nuovo EP “Frontier’s Edge” della The Budos Band, con brani che rappresentano, come dichiarato dal chitarrista, ma anche compositore e produttore, Tom Brenneck, una scelta di cambiamento di suono, oltre che di etichetta musicale dopo la quasi ventennale collaborazione con la Daptone. Dopo ben sette album, due ep, nove singoli e una serie cospicua di apparizioni varie, il gruppo esce con questo nuovo lavoro costituito da sei pezzi, arrangiati in modo sofisticato, con sonorità bilanciate, dove la componente funky ben si fonde con quella hard rock e dove la caratteristica soul rimane trasversale al sound che spesso incorpora sonorità strumentali psichedeliche.

Chi ascolta i pezzi ha l’impressione di osservare un oceano di suoni, una cangiante varietà musicale che rimane comunque unitaria grazie al magistrale arrangiamento. I pezzi sono tutti contenuti entro tre minuti, cosa che li rende particolarmente apprezzabili per qualsiasi ascoltatore. “Frontier’s Edge”, la title track, inizia con un riff di chitarra che si propagherà per quasi tutta la durata del pezzo, mantenendo il ritmo insieme all’alternarsi dei fiati, con sporadiche apparizioni soliste della tromba e il sottofondo quasi continuo dell’organo che regala all’ascoltatore vecchie sonorità a transistor. Il secondo pezzo, “Devil doesn’t dance” colpisce per il fluire dei suoni, con il richiamo continuo dei fiati, spesso ritmico e quasi epico, che richiama le colonne sonore di film di James Bond a causa del rincorrersi vicendevole dei motivi, l’alternarsi dei riff, con il finale dato da un “uff” vocale davvero particolare.

Entrata ben ritmata per “KRITN”, il terzo pezzo, dopo l’introduzione di suoni elettronici, in qualche modo speculare con il ritmo in levare delle trombe a sfumare sulla fine del pezzo e la successiva chiusura con suoni elettronici che generano una sorta di ribollire musicale; piacevole il piccolissimo assolo del sax. In “Crescent blade”, il quarto pezzo, l’entrata con suoni di organo a transistor si sfuma in accompagnamento per consentire l’introduzione del riff della chitarra e quindi lo scandire ritmico dei fiati per arrivare alla melodia principale. Chitarra e basso all’unisono formano la struttura portante del pezzo che si basa su un modulo organizzato con entrate strumentali che si risolvono su un ritmo binario che a tratti ricorda la lambada.

“Passage to Ashinol”, risulta mediorentiale grazie all’iniziale riff di chitarra costruito su una scala minore armonica, sempre con il dialogo organo transistor e fiati, il tutto che conduce a una sorta di mix che ricorda alcune colonne sonore, mentre verso la fine si percepisce un senso di sospensione grazie alla voce dell’organo e la chiusura molto ferma. “Curled Steel”, il sesto pezzo, chiude l’EP, dopo l’inizio ritmato apre a sonorità più larghe, forse un po’ scontate.

Un bell’album, con arrangiamenti congegnati magistralmente, anche se il nuovo corso ha spostato il sound della band su una dominante più funky e afro-soul, data dal pesante uso della sezione fiati, lasciando un po’ indietro le precedenti sonorità dei riff psychedelic rock.

Articolo di Sergio Bedessi

Track list “Frontier’s Edge”

  1. Frontier’s Edge
  2. Devil Doesn’t Dance
  3. KRITN
  4. Crescent Blade
  5. Passage To Ashinol
  6. Curled Steel

Line up The Budos Band: Jared Tankel sax baritono, Thomas Brenneck chitarra solista / Mike Deller organo / Daniel Foder basso / Andrew Greene tromba / Rob Lombardo congas, bongos / Brian Profilio batteria

Budos Band online
Website https://thebudos.com/
Instagram https://www.instagram.com/budosband/

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