Il secondo album della band fiorentina Cassandra “Un glorioso disastro” è uscito il 1° dicembre per l’etichetta Mescal. L’appartenenza toscana, goliardica ma accorta, si ritrova in tutte e dieci le tracce che compongono il disco, che nasce con l’intento di presentarsi nel panorama musicale all’interno di una cornice dirty pop ricercata e cantautorale. Sui testi si aprono infatti molteplici sfaccettature, che sovrappongono visioni di vita reale quasi a disegnare il perfetto disco dell’antieroe. La bellezza della normalità, delle vite vissute in circuiti ciclici e routinari che viene esaltata e a cui, finalmente, viene dato il giusto riconoscimento.
“Un glorioso disastro” non è un concept album ma in qualche modo può leggersi un comune denominatore, sia stilistico che narrativo, una ricerca sottile che delinea quanto i Cassandra siano attenti all’estetica sonora. Impossibile non notare i frequenti omaggi stilistici alla primissima scena dell’Indie italiano degli anni zero, grazie alla quale si è riusciti a togliersi di dosso quel pizzico di austerità per abbandonarsi alla leggerezza. “Un glorioso disastro” è infatti un disco leggero e agrodolce, in cui tutti possiamo rivederci e capire pienamente quella sorta di Spleen che sta assalendoci ai giorni nostri.
Compiutezza è anche un altro modo per definire quello che i Cassandra hanno portato in questo lavoro, sebbene ci sia una forte componente legata alla necessità di trovare un senso nelle cose, dai testi traspare una scrittura matura e mai banale, una ricerca che in “Ad occhi chiusi” trova il suo apice, una riscrittura della classica canzone d’amore che non scade mai nel banale.
È questo quello che ci si augura, oggi, da un disco pop: maturità, leggerezza e testi intimisti ma semplici. Spesso la semplicità viene scambiata per noncuranza invece trovo che non ci sia nulla di più difficile, rendere la musica fruibile a tutti, senza scendere a compromessi è quanto più difficile ci sia da trovare nell’attuale contesto musicale. Da “Bonsai” titolo che apre l’album, uscito come singolo il 24 novembre, a “La festa è finita” si è di fronte ad un saliscendi emozionale, a volte ironico, altre amaro così come è, in fondo, il presente di ciascuno di noi. Il piacere della lentezza e delle piccole cose quotidiane, una festa senza ospiti nella quale si festeggia comunque, un grido di ribellione contro la mondanità e la ricerca affannosa dell’apparire.
Siamo noi tutti dentro quelle dieci tracce, piccoli frammenti di vita, fallimenti e successi che si ricompongono come pezzi di un puzzle nel nostro quotidiano a ricordare che è per questo che vale la pena andare avanti. Il Pop è una cosa seria, così come ogni altro genere musicale, che piaccia o no c’è una storia, uno studio e una ricerca. Non confondiamo il Pop con banalità, perché è un gravissimo errore, questo per dire che si può fare un buon lavoro anche attraverso musicalità rivolte a tutti. Essere inclusivi nella musica mantenendo uno standard qualitativo alto è una componente che purtroppo rischia di estinguersi. Fortunatamente esistono ancora gruppi come i Cassandra, a ricordarci che la genuinità quando è onesta crea valore aggiunto. Per tutti questi motivi “Un glorioso disastro” è tutt’altro che un disastro, è anzi la conferma di come si può ancora fare Pop fatto bene.
Articolo di Silvia Ravenda
Track list “Un glorioso disastro”
- Bonsai
- Ça Va Sans Dire
- Crac!
- Sponsor
- Ad Occhi Chiusi
- Malinconica Movida
- M’annoio
- Kintsugi
- La Festa È Finita
Line up Cassandra: Matteo Ravazzi voce, Francesco Ravazzi chitarra e Giovanni Sarti batteria
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