Questo “Tornado” di emozioni, prodotto dalla label Incadenza, è inarrestabile, inevitabile, e ci travolge a quattro anni di distanza da “Ruins of Memories”, album d’esordio della cantautrice genovese Charlie Risso.
Rispetto all’Indie Folk con cui ci aveva già deliziati, il nuovo lavoro si muove su linee maggiormente interiori e ostili, spostando l’ago della bilancia su un Dream Pop dalle venature elettroniche che rende la proposta molto attuale.
Prodotto da Mattia Cominotto (già con “Tre Allegri Ragazzi Morti” e “Meganoidi”) e dall’arrangiatore Tristan Martinelli, “Tornado” suona come una carezza tormentata che sprigiona una vasta gamma di sensazioni contrastanti. Il vortice cui allude il titolo raffigura, in modo simbolico ed emblematico, le traversie che ognuno deve affrontare nella vita, ma non solo. La Risso non ci parla esclusivamente di negatività, perché riesce a mettere in scena anche l’altra gamma: quella della crescita intrinseca che le crisi intime ci regalano in maniera inaspettata. Ed epifanica.
“Dark” si espande sospesa, avanzando al ritmo di un battito cardiaco. Il suo. Il nostro.
Sia la musica che il video di questo primo singolo (diretto da Marco Pellegrino), sembrano direttamente estratti dall’omonima serie tedesca targata Netflix. Anzi, nel momento in cui le immagini tornano indietro, quasi a simulare un loop temporale, ci si chiede se il riferimento non sia (almeno parzialmente) voluto.
“Lord of Misrule” è in perfetto, precario equilibrio fra passato e presente, e i vocalizzi della Risso accompagnano gli arrangiamenti in un lamento che sembra svuotare lo stomaco, inquietare il pensiero. “It Makes Me Wonder”, oltre a essere la traccia più tirata, risulta anche quella in cui, più di ogni altra, si ravvisa un forte rimando alla vocalità e alla gestione melodica di Dolores O’Riordan.
“Tornado”, title track, secondo singolo estratto ed episodio viscerale, sembra attingere dalle influenze celtiche per poi passare a un refrain più moderno, in una bella simmetria di rimandi e fusioni. Evocativo e ben girato, il videoclip del brano mette effettivamente in scena il “Tornado” dichiarato dal progetto: devastante, azzerante, come solo alcune crisi emotive sanno essere.
Per trovare un po’ di luce bisogna cliccare play su “Crossroads”, soprattutto nell’apertura del ritornello, dove però il fantasma dei Cranberries fa di nuovo capolino. “Nothing At All”, sospesa, sognante, appoggiata a un tremolo che conferisce una dolce malinconia, rimanda a quelle composizioni dei “Low” in cui sale in cattedra sua maestà Mimi Parker.
“Hollow Town” si lega al percorso iniziale dell’artista, proponendo un andamento circolare e ripetitivo di certe ballate tradizionali folk. “We’re Even” racchiude moltissime influenze, passando dai suoni “Carpenteriani” e arrivando alla vocalità di Julee Cruise. La canzone sembra dare corpo al “dopo”, alla quiete una volta passata la tempesta, quando si fa il conto dei danni, si smette di piangere, ci si appresta a ricostruire. E a mediare.
Un plauso va senza dubbio dato alla copertina del disco: un dipinto splendido dell’artista Jemma Powell (moglie di Jack Savoretti): la corrispondenza fra l’opera visiva e la musica ascoltata ha qualcosa di sorprendente. Qualcosa che sa, senza mezzi termini, di vera Arte.
Charlie Risso dimostra grande maturità, consapevolezza dei propri mezzi espressivi e capacità di suonare internazionale, cosa non usuale per la maggior parte degli artisti italiani. Ecco perché la troveremo presto alle prese con l’original-soundtrack di qualche grande produzione cinematografica o televisiva.
Scommettiamo?
Articolo di Simone Ignagni
Track List “Tornado”
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