Cochè Vil è un polistrumentista, conosciutissimo in Spagna per essere il chitarrista della prog band Biosbardos e per il suo incredibile contributo alla scena elettronica spagnola. Il suo è un approccio molto “descrittivo” in cui i suoni sono sempre utilizzati per suggerire uno stato d’animo o un’immagine e non è un caso che la sua musica sia spesso stata utilizzata come colonna sonora.
Quello che colpisce nel suo album “Invincible”, uscito il 18 dicembre 2020 su Luminol Records, è la libertà di espressione e il caleidoscopio di influenze che il musicista riesce a fondere insieme. In questo mi ha ricordato il miglior Mike Oldfield, entrambe hanno la volontà naturale di superare i generi e i cliché.
Cochè Vil in questo è davvero unico. Prendete “Rosa non es un color” e vi ritroverete il gusto melodico di Steve Hackett, le scale gitane, l’andamento sincopato e il mellotron a tenere unito il tutto. Ma è un equilibrio che dura il tempo dello strumentale perché poi si è catapultati in una sorta di colonna sonora di un thriller spaziale con “Sin falta” per finire in un vero e proprio quadretto bucolico sospeso nel tempo e nello spazio come nel caso di “Ansi” o rimbalzati nell’atmosfera algida e nervosa di “Nueve ondas” che cita Steven Wilson di “Hand Cannot Erase”.
In questo Cochè Vil è contemporaneo: la sua musica è liquida e costruita sulle emozioni, non è vincolata da una sequenza obbligata come su un vinile o un CD, è fatta per l’ascolto digitale. Conta sul fatto che catturerà la tua attenzione, non sempre in modo esplicito, ma a volte rimanendo in sottofondo, come un predatore della giungla, sempre pronto ad aggredirti quando meno te lo aspetti.
Articolo di Jacopo Meille
Track list “Invincible”
- Navegar por ningures part 1
- When time comes
- Rosa no es un color
- Sin falta
- Believe
- Ribeira sacra
- Ansi
- Ultimo ciclo
- Nueve ondas
- Navegar por ningures part 2