Avanguardia musicale di livello per questo “Violence of the Moodboard” di Courtesy, fuori dal 21 aprile per l’etichetta Kulør. Un lavoro strumentale che contrariamente al minimalismo che ne costituisce la struttura, riesce a essere intrigante e colpire nel segno. Courtesy è lo pseudonimo della polistrumentista danese Najaaraq Vestbirk. L’artista (classe 1987), vive e lavora tra Copenaghen e Berlino. Dalla sua esperienza dietro alla consolle in veste di DJ ha cercato di comprendere le relazioni che si instaurano tra estranei, interessandosi fattivamente al grande potenziale interattivo della performance e alle modalità che portano un’artista a trasmettere con la sua arte una simbiosi perfetta con l’ascoltatore; un’affascinante sublimazione di intenti fra ciò che si vuole rappresentare e il recepimento da parte di chi ne fruisce.
Espressività, performance e interazione sono quindi alla base della sua progettualità. Questo scambio reciproco di emozioni è il fondamento della sua musica, ipnotica, magnetica e conturbante con dei momenti più sognanti e di pura atmosfera. L’album che ne scaturisce è una bella commistione tra Ambient, New Age, Elettronica con tinteggiature dance, non disdegnando momenti riflessivi e introspettivi. Si tratta della sua seconda realizzazione dopo il fortunato “Night Journeys” rilasciato nel marzo 2022 e pubblicato dalla medesima label discografica sopra menzionata, della quale la musicista è fondatrice e direttore artistico: una piattaforma multidisciplinare che dal 2018 produce dischi, libri e organizza mostre in un approccio eterogeneo mirato allo scambio collettivo. Il lavoro è finalizzato proprio ai molteplici progetti dell’artista che includono anche sfilate di moda e colonne sonore.
L’ispirazione di Courtesy nasce dal moodboard, strumento grafico capace di comunicare l’idea di un’immagine nel suo progetto iniziale. Secondo quanto descritto dal critico di moda Jeppe Ugelvig nel suo saggio “Adam Pendleton and the Issue of Originality in the Digital Age”, talvolta le immagini del lavoro espresso in arti visive sono utilizzate in ambito moda violando il copyright. Tali immagini vengono riproposte nei moodboard, decontestualizzando il lavoro di altri artisti e sono utilizzate per illustrare l’atmosfera per una prossima collezione. Ciò, in sintesi, quel che vuole esprimere il titolo dell’album.
Il clima che contraddistingue le tre tracce inserite in questo interessante EP costituisce senza dubbio qualcosa di innovativo e comunicativo: alla prima percezione l’opera potrebbe presentarsi tortuosa nella trama, ma un più attento ascolto induce a godere di tutte le peculiarità che riesce a trasmettere, trasportando in una dimensione sonora affascinante, dinamica e interattiva. Protagonisti assoluti sono ovviamente i sintetizzatori, che disegnano con maestria tali trame, con accenni che talvolta riportano alla coraggiosa sperimentazione Kosmische Musik e qualche reminiscenza del primo Jean Michel Jarre, il tutto però permeato da un’originalità di fondo dell’artista.
Il disco apre la sua evoluzione con “Violence of the Moodboard” dove il synth disegna un ritmo intenso, digitale e avvolgente nel suo incedere. La seconda traccia “Hearts”, la più corposa con i suoi 7’22’’, è un affascinante cover di un brano del DJ, compositore e producer tedesco Oliver Lieb, realizzata diversi anni orsono e pubblicata a nome L.S.G. nel 2017. Entrano in gioco atmosfere più rarefatte con suoni simil-mellotron, evocative e dalle forti suggestioni emotive che vanno a alternarsi all’incedere sintetico; questo ritmo sembra simulare il battito del cuore e si alterna a attimi di sublime delicatezza. Così anche per l’ultimo pezzo “AW23”, toccante ballata dove tastiere evocative dialogano stupendamente con il synth, quasi trasportando l’ascoltatore in un’altra dimensione sospesa. Un invito a un viaggio introspettivo velato da una sottile malinconia di fondo.
Tre brani, 16 minuti di intensità emotiva assoluta che sono sicuramente in grado di avvalorare quegli obbiettivi sopra menzionati che l’artista si pone come finalità della sua audace sperimentazione sonora; quella che lei stessa definisce come una meteora “Ambient-Dance”, dove senza l’ausilio di percussioni riesce a esaltare questa sorta di estasi minimalista, rarefatta e ipnotica.
Articolo di Carlo Giorgetti
Tracklist “Violence of the Moodboard”
- Violence of the Moodboard
- Hearts
- AW23
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