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Davide Andreoni “Fossili”

Album strumentale che trae ispirazione dalla library music italiana anni ‘70

Andate sul sicuro, e investite su questo primo lavoro da solista di Davide Andreoni. Uscito il 24 febbraio 2023, ma scovato, per quanto mi riguarda, di recente grazie ad Andrea Chimenti, “Fossili” è uscito per Dischi Bervisti, ed è il primo album solista del giovane musicista (classe 1988) nato a La Spezia. Studi classici alle spalle e, allo stesso tempo, voglia di suonare ed esprimersi con la musica. Imbraccia la chitarra, dunque, e subito si fa notare nella sua zona.

La sua biografia, poi, spiega un poco il suo viaggio. In seguito alla maturità, infatti, si trasferisce a Firenze, successivamente ad Arezzo dove diventa parte della band Sycamore Age, con la quale pubblica due album di inediti, come autore e musicista: “Sycamore Age” (Santeria 2012) e “Perfect Laughter” (Santeria 2015). Nel 2014 la band pubblica “Remixes/Reworks”, un’edizione in vinile di rielaborazioni dei brani del primo disco prodotti da artisti come Teho Teardo, Akron Family, Vadoinmessico, Aucan e Julie’s Haircut. Durante lo stesso anno consegue la laurea in Musica e Nuove Tecnologie presso il Conservatorio di Musica Cherubini di Firenze. Nel frattempo è protagonista di un’intensa attività live tra Italia e Europa, oltre che compositore di sonorizzazioni per diverse mostre e installazioni.

Nel 2015 viene pubblicato il disco “Yuri” di Andrea Chimenti, lavoro che vede Andreoni impegnato come produttore e arrangiatore, insieme a Francesco Chimenti. Sarà poi al fianco di Andrea Chimenti, come musicista, anche nel progetto “Andrea Chimenti canta David Bowie”, che lo vedrà alla chitarra in numerosi concerti nei teatri e club italiani, esperienza che viene poi racchiusa in una pubblicazione in vinile del live uscita per Contempo Records nel 2017 (album magnifico, da avere in casa). Nel 2016 si trasferisce a Milano, e nel capoluogo lombardo lavora come produttore artistico, musicista e tecnico del suono collaborando in studio e sul palco con vari artisti come Alessandro Grazian, Bais, Tropea, Torso Virile Colossale, Giulio Casale, Francesco Sacco e molti altri.

Quest’anno, poi, propone il suo primo lavoro, un album strumentale che trae ispirazione dalla library music italiana anni ‘70, e dai compositori Space Age Pop d’oltreoceano. Intrecci di sintetizzatori e chitarre elettricheiper-modulate, creano densi paesaggi sonori in cui si aggirano corilontani e melodie pizzicate allo zither, ritmi esotici ed effetti sonori che rimandano l’ascoltatore all’era pionieristica del suono elettronico. Fin qui tutto bene, ovviamente.

Però vale la pena anche spendere alcune parole si questo lavoro. L’apertura è diretta, senza tante mediazioni. La prima composizione “Piumaggi” porta subito in un mondo sonoro che richiama gli anni ’70, ma anche le musiche delle serie Tv di quel periodo, con suoni morbidi che, però, risultano subito famigliari. Non è cosa facile, dato che oggi sembra un’eresia quella di produrre album solo musicali, senza parole. Pure Santana c’ha provato, e alla fine ha dovuto retrocedere. Ma nei rivoli carsici della musica non di consumo c’è davvero un mondo da scoprire.

Il viaggio di “Fossili” ricorda, solo dal punto di vista del concept, “Darwin”, album capolavoro del Banco del Mutuo Soccorso. Non ci sono accenni diretti, ma questa musica, che va alla ricerca di suoni capaci di descrivere situazioni naturali, rimanda a quel mondo, senza esserne diretta figlia. In sostanza, non si tratta di un album a trazione Prog, semmai richiama i progetti dei Deproducers (la nostra recensione), in particolar modo “Botanica”, soprattutto nelle composizioni che portano il titolo di “Cretaceo Notturno” e “Ambra”.

La parte più bella, per chi scrive, è quella però delle ultime tre tracce, e cioè “Fondali”, “Il Sauropode”, “Danza Precambriana”, brani che rinnovano la fiducia nelle piccole produzioni. Musica, poi, che ricorda gli ambienti sonori dei Sigur Rós, con toni però meno acidi e assai meno nervosi, e con rimandi a lavori singoli come “Campi Magnetici” di Battiato, ma anche, per certi versi, ad alcune soluzioni sonore del Maroccolo di “Alone” (0 e 1, non oltre).

Una bella boccata di area fresca, pur se non del tutto completamente nuova, è di certo un ottimo inizio sul quale fra germogliare altri progetti. Resistendo, però, alle mille tentazioni del commerciale. Margini di crescita ce ne sono parecchi, come di incontri, come è successo, per esempio, in “Jalitah”, lavoro di Iosonouncane e Paolo Angeli (la nostra recensione). Questo “Fossili” si presta a molte contaminazioni che, speriamo, arrivino ad arricchire, non a desertificare. Avanti così, per davvero. Senza ripensamenti. Musica così bella serve a tutti: a chi la crea, e a chi ha la fortuna di ascoltarla. Passate parola.

Articolo di Luca Cremonesi

Tracklist “Fossili”

  1. Piumaggi
  2. Venere delle Mosche
  3. L’Invasione delle Terre Emerse 4_trilobiti
  4. Cretaceo Notturno
  5. Ambra
  6. Fondali
  7. Il Sauropode
  8. Danza Precambriana

Davide Andreoni online:
Facebook: www.facebook.com/davide.andreoni.10
Instagram https://www.instagram.com/davide.andreoni/

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