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Del Amitri

Del Amitri “Fatal Mistakes”,

Possono diciannove anni sembrare una pausa caffè della musica, solo un po’ più lunga del solito?

Possono diciannove anni sembrare una pausa caffè della musica, solo un po’ più lunga del solito? Sembra di sì, o almeno questo è quello che ha fatto il gruppo scozzese Del Amitri con il nuovo album “Fatal Mistakes” uscito il 28 maggio 2021 per Cooking Vinyl.

Il loro sesto e per allora ultimo album era uscito nel 2002, e se diciannove anni possono sembrare un’eternità, con il loro nuovo progetto hanno dimostrato che il tempo a volte ritorna sotto forma di uno stile proprio e riconoscibile, e che l’assenza è stata solo temporanea, come se fossero usciti dallo studio per rientrarci qualche minuto dopo, ma nella formazione originale. L’unico segno del tempo che è passato è il titolo stesso “Fatal Mistakes”, errori fatali, evocativo di uno sguardo che si volta leggermente indietro non per fermarsi, bensì per fare un bilancio da cui poi proseguire.

Nonostante il panorama dell’Indie e del Rock degli anni ’90, lontani dall’Elettronica e da un Brit Pop che doveva ancora arrivare, i Del Amitri, nonostante le loro origini britanniche, guardavano al Folk Rock americano, riproponendone le sonorità e con esse le atmosfere, mantenendo la voglia di raccontare non solo con i testi ma anche con la musica.

Il primo brano “You can’t go back” si basa su chitarre, melodie e la voce calda del frontman Justin Currie, ci anticipa già dal titolo che questo non sarà un progetto nostalgico quanto una sfida per chi pensa che non si possa ripartire da ciò che si è lasciato, un amore e una passione che ti spingono a vivere non importa dove, non importa quando. Un amore per una persona amata, o per la musica, un ritorno che molti guardano con sospetto se non con pregiudizio, ma che se ne infischia dello scetticismo degli altri, perché quel legame speciale esiste ancora.

Chitarre e melodie le troviamo nuovamente in “All Hail Blind Love”, ma è in “Musicians And Beer” che la voce espressiva di Justin Currie dipinge un mondo maledetto e dannato fatto di disperati ed emarginati, poveri e bestemmiatori che trovano il loro unico riscatto nei musicisti e nella birra, che sembrano dare ristoro dalle fatalità della vita.

Nella ballata “Close Your Eyes And Think Of England” le atmosfere diventano più nostalgiche, anche se nel titolo rimane un’atmosfera inquietante, in quanto cita la frase che spesso si accompagnava a rapporti sessuali forzati tra marito e moglie, quindi un po’ come dire chiudi gli occhi che passerà tutto velocemente, ma non per questo fa meno male: una ballata sulla fatalità di ciò che accade.

“Losing The Will To Die”, diversamente da altre, è molto più rock e si avvale di qualche sfumatura elettronica, oltre che a una batteria un po’ più presente che supporta il frontman in una dichiarazione forte e con pieno ritmo. Con “Otherwise” si ritorna a una malinconica dolcezza, con gli strumenti che a tratti lasciano spazio alla sola voce, per poi recuperarla in un gioco di avvicinamento e allontanamento che rendono la canzone evocativa già al primo ascolto.

Il ritmo, invece cresce e ritorna a sonorità più folk con “It’s Feelings”, una canzone leggera e di respiro che ci prepara all’emotivamente più impegnativa “I’m So Scared Of Dying”, dove alla paura di morire si unisce quella di lasciare chi si ama, ma soprattutto di essere dimenticati. “Mockingbird, Copy Me Now” ci proietta in atmosfere più marcatamente folk, dove la voce fa attraversare un rapporto tossico dove amore e morte si uniscono come prova di unione e sacrificio. In “Missing Person”, invece, il ritmo diventa più compatto, anche se molto vicino al Folk Rock della West Coast, e la canzone diventa una confessione di una persona disorientata nella quotidianità della vita e che decide di perdersi e scomparire per essere semplicemente sé stesso.

“Second Staircase” e “Lonely” sono altre due ballate in cui ritroviamo la sensazione di fatalità e isolamento, ma mentre nella prima gli strumenti sembrano seguire la voce di Currie, nella seconda i cori danno eco ai sentimenti che vengono espressi, mentre la musica a tratti diventa più ritmata e compatta annunciandoci così l’arrivo dell’ultimo brano “Nation Of Caners”. Il brano è un riscatto per tutti quelli considerati sballati ma che in realtà hanno voglia di vita e conoscenza rompendo le regole oppure letteralmente infischiandosene.

L’album “Fatal Mistakes” è un progetto di tredici canzoni che non vuole fare la morale, né rivelare verità umane che non siano già davanti agli occhi di tutti, vuole coinvolgere nella musica come strumento di racconto e di sguardo verso quella che è la realtà che ci circonda, e la realtà è fatta di persone, spesso anti-eroi che vivono, bevono, si allontanano dagli altri, esagerano.
Nessun impegno sociale, solo un ritratto vissuto dall’interno, con una musica che rimane in testa anche dopo che l’ultimo brano è terminato.

Articolo di Alma Marlia

Track List “Fatal Mistakes”

  1. You can’t go back
  2. All Hail Blind Love
  3. Musicians And Beer
  4. Close Your Eyes And Think Of England
  5. Losing The Will To Die
  6. Otherwise
  7. It’s Feelings
  8. I’m So Scared Of Dying
  9. Mockingbird, Copy Me Now
  10. Missing Person
  11. Second Staircase
  12. Lonely
  13. Nation of Caners

Line Up Del Amitri

Justin Currie –  voce solista / Iain Harvie – chitarra / Andy Alston – tastiere /Kris Dollimore – chitarra /Ash Soan – batterie

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