Finalmente Des Rocs rende felice il suo pubblico e tira fuori dal cilindro “A Real Good Person in a Real Bad Place”: il disco, autoprodotto direttamente a casa dell’artista, è uscito a distanza di tre anni dal suo primo EP. Sono qui per trascinare il Rock and Roll nel 21° secolo scalciando e urlando se devo. È quello per cui sono stato messo su questa Terra, così si presenta Danny Rocco, un nome in parte italiano che tradisce le antiche origini nostrane, in arte Des Rocs, newyorkese ormai da generazioni, già dal primo sguardo dimostra di essere una imprevedibile icona del Rock, ma oltre quell’aria da ragazzaccio dei nuovi anni ’20 c’è molto di più.
Già il suo EP d’esordio, “Let The Vultures In”, uscito nel 2018, aveva generato grande attenzione su di lui da parte di un pubblico che, da tempo, attendeva l’ascesa di un nuovo autentico rocker. Attento a non lasciar svelare troppo di sé (ancora oggi in pochi conoscono la sua vera età) il – si presume – giovane artista si è concentrato piuttosto sul dare al suo pubblico ciò di cui, probabilmente, da tempo sentiva la mancanza: vero Rock’n Roll.
Rock‘n’Roll sì, ma riveduto e corretto per poter essere apprezzato da chi vive nella nostra epoca ovviamente, ed ecco che nasce un nuovo connubio, un originale matrimonio tra Elvis Presley e i Queen, tra Jimy Hendrix e i Muse, un matrimonio sicuramente ben riuscito e di cui Des Rocs può sentirsi decisamente orgoglioso visto che è diventato il suo tratto distintivo, quello che lo rende davvero unico insieme alla sua voce e al suo particolare modo di cantare.
Doti che lo hanno portato a essere notato da veri grandi protagonisti, nel 2019 ha infatti aperto il concerto nientemeno che dei Rolling Stones mentre, a distanza di pochi mesi, è stata la volta dei Muse. Durante questi concerti il rocker, con la sua band, ha dimostrato di essere un formidabile show-man anche sul palco, movimentando la folla con la sua grinta e le sue straordinarie abilità canore.
Con “A Real Good Person in a Real Bad Place” Rocco ha svelato anche la sua anima instancabile e incredibilmente produttiva, avendo creato l’intero album praticamente da solo, nello studio di registrazione che ha realizzato in casa sua: testi, registrazione, musica, mixaggio ed elaborazione del suono, sono tutti frutto della sua abilità e della sua voglia di sperimentare.
In questo album però non troviamo solo le doti creative dell’artista, Danny Rocco ci ha messo parte delle sue sensazioni più profonde. Dietro a brani talvolta all’apparenza scanzonati, si nascondono in realtà argomenti complessi creando un contrasto tra sonorità energiche, ma allegre e orecchiabili, e parole dure, forti che rimandano a conflitti interiori o situazioni tragicamente spiacevoli.
“Tick”, il brano d’apertura del disco, è di fatto la title-track che ci fa immediatamente catapultare nel mondo interiore di Des Rocs: Mi sento frainteso / E spero di morire il giorno del mio compleanno / Trasformando la tristezza in qualcosa di buono / Ora mancano tre secondi e tutto quello che sento è / Tic Tac recita nel refrain. Man mano che andiamo avanti nell’album i testi diventano sempre più duri, a volte persino inquietanti, mentre le musiche si fanno via via più vibranti e dinamiche fino a raggiungere l’apice con “MMC”, forse l’emblema di questo disco.
In “MMC” (Mickey Mouse Club) Danny scatena tutta la sua rabbia verso un mondo che detesta, quello dell’industria musicale. Un mondo che conosce bene ma che ritiene essere pieno di artisti non autentici, che creano e basano la loro carriera unicamente sul successo che li guida in una direzione o nell’altra, quindi tutto ruota intorno ad una sorta di finzione che li allontana dall’essere sé stessi, cosa invece fondamentale per Des Rocs che ritiene la creatività personale talmente importante da passare in secondo piano rispetto al successo.
Nasce anche da questo l’esigenza di autoprodursi, per non dover scendere a compromessi con nessuno, non dover applicare dei filtri alle sue canzoni ma poter essere libero di esprimere sé stesso, la sua musica e i suoi pensieri. Questo è Des Rocs ed è proprio questo che piace al suo pubblico.
Articolo di Cristina Giacomelli
Tracklist “A Real Good Person in a Real Bad Place”
1. Tick
2. Why Why Why
3. break break break
4. Imaginary Friends
5. MMC
6. Ruby with the Sharpest Lies
7. Don’t Hurt Me
8. Hanging by a Thread
9. Born to Lose
10. The Devil Inside
11. Rabbit Hole
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