Dion Lunadon è tornato con un mini album, “Memory Burn”, in uscita il 23 luglio per l’etichetta francese Beast Records. Il musicista neozelandese, noto per essere stato il chitarrista dei D4 e il bassista degli A Place To Bury Strangers, ci stupisce ancora con la sua forza sovversiva, con un album breve ma incredibilmente carico di energia. Dopo l’uscita di “System Edge”, emblema del Garage Rock uscito nel 2023, Lunadon si riavvicina al sound aggressivo dell’album self-titled del 2017, la sua prima e più fruttuosa pubblicazione. Resta fedele al suo Garage Rock e lo tratta con maestria per plasmare nuova musica, mai banale e sempre allettante.
“Memory Burn” è forse più aggressivo dei due album precedenti, motivo per cui non lascia delusi né annoiati. Il disco si apre con il primo singolo “Goodtimes”, con un basso distorto che ti entra nelle ossa. Il sound è grezzo, sgarbato. Già dai primi secondi lascia percepire l’impetuosa energia che accompagnerà l’ascoltatore per tutta la durata del disco. Lo stile è molto dinamico e vanta numerose influenze, dal Post-Hardcore, al Noise, all’Alternative Rock britannico, che lo rendono ricercato e mai scontato.
Dal secondo brano si ritorna ad uno stile più classico, hard rock, che ricorda il ribelle Rock ‘n’ Roll del David Bowie degli anni ’70, con l’aggiunta della voce distorta di Lunadon che rende il tutto incredibilmente originale. La qualità dell’audio porta volutamente ad altri tempi, così come lo stile vintage, con assoli fragorosi e il charleston aperto della batteria che rende il tutto rumorosissimo, esattamente come deve essere.
“Out In My World” e “Get Back To You” arrivano come un pugno in faccia. La voce è sconnessa, impura, mai pulita, che rispecchia perfettamente il mood di questo album anacronistico eppure nuovo, fresco ed incisivo. Il tutto prosegue con “Hollywood Blues”, che torna sul classico e sempre gradito Rock ‘N’ Roll, e chiude poi con l’accattivante “Zenith Forever”, una hit da cantare a squarciagola.
La strumentazione minimale rispecchia perfettamente lo stile che “Memory Burn” vuole rappresentare. La produzione stessa cattura l’essenza da grande performer di Lunadon, rendendo l’album all’ascolto simile a un live. La presenza importante della sessione strumentale, che spesso viene trascurata nei progetti solisti, qui è preponderante e trasporta l’ascoltatore in un’altra dimensione, regalandogli la sensazione di essere completamente immerso nella musica, quasi come se fosse a un concerto.
Dion Lunadon non ha niente da nascondere, tutto quello che fa è alla luce del giorno. È vero, sincero e assolutamente credibile. Fatevi un favore e ascoltate “Memory Burn”, non resterete delusi.
Articolo di Marta Mazzeo
Tracklist “Memory Burn”
- Goodtimes
- New York
- Out In My World
- Get Back To You
- Hollywood Blues
- Zenith Forever
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