Nuovo giro, nuova corsa e nuovo debutto. Stavolta è il turno dei danesi Diplomatic Immunity che, dopo alcuni ep di successo, confezionano un piccolo capolavoro di puro e moderno Rock alternativo. “No Weather, No Cry, The Desert Don’t Lie” ha visto la luce il 6 settembre, interamente autoprodotto, mixato e masterizzato dalle sapienti mani di Frederick Uglebjerg. Il disco è un vorticoso e urticante viaggio sonoro attraverso 10 brani che coprono momenti della vita di ogni membro, ricordando che non importa quanto oscure diventino le cose, ci sarà sempre un barlume di speranza. Il tutto con una forte devozione sonora verso il Post-Grunge, senza disdegnare attimi introspettivi e richiami più pop.
Apre le danze “My House” che subito mette nero su bianco le intenzioni della band: ritmi serrati, chitarra aggressiva e voce eccezionalmente melodica. Sulla stessa falsa riga “You Better Run” che si appiglia a suoni rock prettamente anni 2000. Godibile una certa propensione a personalizzare maggiormente il suono e ciò si può avvertire nell’introspettiva “Born Out Bright”. Questo fa risultare il brano il migliore del disco e il ritornello non si schioda più dalla testa. “Mama”, invece, gioca tra paesaggi ottimistici pop e i più moderni Kings of Leon. Più diretta e schietta “Both Eyes Open” capace di avvolgere l’ascolto con un armonico ritornello che sa di inno e l’inclusione (quasi una novità per il genere) di bonghetti che qua e là colorano la canzone.
Si ritorna a un suono più immediato con la veloce e quasi punkeggiante “Endgame” e con la più garage “Talk”. In quest’ultima si può notare una scrittura più commerciale, complice anche un ennesimo ritornello di facile presa. Mentre “Pure Evil” non mostra segni di cambiamento, “Know My Name” si fa apprezzare per i suoni vicini ai Puddle of Mudd di “Come Clean”. A chiudere “Safeword” a confermarci una ormai stabilizzazione sonora dei nostri.
Buona la prima uscita dei “Diplomatic Immunity” alla quale, nonostante graffianti suoni e ritornelli di facile presa, manca – forse – la voglia di osare maggiormente. Le qualità ci sono tutte e si prospetta un futuro roseo per questo terzetto che ha fatto dell’immediatezza il loro punto di forza. Non c’è che aspettare il seguito. Buon ascolto.
Articolo di Giulio Ardau
Track list “No Weather, No Cry, The Desert Don’t Lie”
- My House
- You Better Run
- Born Out Bright
- Mama
- Both Eyes Open
- Endgame
- Talk
- Pure Evil
- Know My Name
- Safeword
Line Up Diplomatic Immunity: Magnus Bersang batteria / Jeppe Ulrichsen voce, chitarra / Emil Kristensen basso
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