Sarò sincero: personalmente questo è forse il disco più difficile che abbia recensito, ma, nonostante mi ritrovi totalmente fuori dal mio solito genere musicale, ho voluto comunque concedermi una possibilità. Vi parlo così di Dome La Muerte E.X.P., progetto dell’icona del Rock’n’Roll italiano Domenico Petrosino, che vide la luce nell’ormai lontano 2011 e i cui temi si ispirano principalmente alle colonne sonore degli spaghetti western. Nel 2017 uscì l’esordio “Lazy Sunny Day”, ma è della seconda fatica “El Santo” che oggi voglio raccontarvi.
Uscito il 22 settembre sulla mitica Go Down Records, può essere definito un concept album a sfondo sociale e politico. Quindici canzoni dedicate a personaggi iconici e fortemente rivoluzionari, il tutto concepito come una vera e propria colonna sonora a ricordare il grande Ennio Morricone.
Apre le danze “Intro” che ci fa approdare in “Lee Van Cleef”, la quale con assoluta facilità mi porta a viaggiare con la mente alla ricerca dell’oro di Bill Carson. In “Sweet Littlefeather”, invece, non mi è difficile immaginare i brulli paesaggi del Far West, con il Mucchio Selvaggio che galoppa in lontananza all’assalto di qualche diligenza. Un’anima rock è comunque sempre presente e si può sentire anche su “Rebel Face”, dove risuonano echi di Deep Purple. Interminabili attraversate nel deserto e animi da sparatoria in “Taberna El Cubano II”, mentre le cupe atmosfere di “Wounded Knee” rievocano perfettamente ciò che fu l’omonimo massacro da parte dell’esercito statunitense ai danni dei nativi Sioux Lakota. Atmosfere che cercano di quietarsi nel Blues di “Stickman Blues”. Angosciante il minuto scarso di “Un Treno Per Santa Fe” che ci catapulta dritti verso le risonanze surf della solare “Long Rifle”.
I tramonti western di “Badger Tracks”, invece, ci accompagnano dritti verso la blueseggiante “Hermano”. Impossibile non farsi trasportare dalla sublime melodia. Serate nel saloon a base di can-can e whiskey nella title track “El Santo”, mentre ritornano climi più ansiosi in “Rebel Face (reprise)”, un degno proseguo della precedente “Rebel Face”. Incensanti cavalcate e capelli scarmigliati dal vento in “Riding Home”, che ci catapultano verso le malinconiche melodie di “Awake” e se stessimo parlando di un film sarebbe l’epilogo perfetto. The End? I nostri, come se non bastasse, si concedono un spazio finale con la bonus track “When The Night Is Over” (disponibile solo nella versione vinile e in digitale) tratta dall’album di debutto degli E.X.P. e che vede come ospite l’autore internazionale e amico Hugo Race. Ora è davvero la fine.
“El Santo” è un disco capace di far sognare, di far tornare indietro nel tempo a quelle sere dopo cena con la TV sintonizzata su qualche capolavoro di Sergio Leone in prima serata. Un disco che profuma di nostalgia e di storia andata e persa nel tempo. Chissà cosa succederebbe se auguratamente capitasse nelle mani (e nelle orecchie) di un certo Tarantino. Buon ascolto.
Articolo di Giulio Ardau
Track list “El Santo”
- Intro
- Lee Van Cleef
- Sweet Littlefeather
- Rebel Face
- Taberna El Cubano II
- Wounded Knee
- Stickman Blues
- Un Treno Per Santa Fe
- Long Rifle
- Badger Tracks
- Hermano
- El Santo
- Rebel Face (reprise)
- Riding Home
- Awake
- When The Night Is Over (bonus track)
Line Up Dome la Muerte E.X.P.: Dome La Muerte chitarra elettrica e acustica, percussioni, arpa / Luca Valdambrini organo, synth, chitarra acustica, seconde voci / Alessandro Quaglierini basso / Emiliano Giuliani batteria
Dome La Muerte E.X.P. online:
Facebook: https://www.facebook.com/DomeLaMuerte