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Envy Of None “Stygian Waves”

Fatevi il regalo di immergervi per poco più di mezz’ora nelle onde sonore dello Stige

Guai a chiamarlo supergruppo: gli Envy Of None sono un quartetto americano/canadese che ha la fortuna di poter contare su musicisti le cui esperienze passate sono solo un bonus da sfruttare per comporre le canzoni di “Stygian Waves”, il loro nuovo album disponibile dal 28 marzo su etichetta Kscope.

Alex Lifeson, ex chitarrista dei Rush infatti, sottolinea quanto far parte di questo gruppo lo faccia finalmente sentire libero del peso del passato, catapultandolo in un presente musicale dove può far la differenza. “Non Dead Yet” la canzone che apre il disco è un vero manifesto di quanto il suono della band si sia evoluto dal loro disco d’esordio omonimo (la nostra recensione) assorbendo ogni influenza e smussando tutti gli angoli sonori raggiungendo una piacevole scorrevolezza che permette alla canzone di avere più livelli di ascolto. Un primo, immediato, che ci fa cogliere la centralità del ritornello che si staglia nella mente fin da subito e un secondo nel quale apprezzare gli intrecci chitarristici e l’uso delle tastiere.

Andy Curran, ex Coney Hatch, bassista e tastierista, sembra aver trovato una perfetta sintonia con Lifeson, creando le basi su cui la voce di Maiah Wynne può cantare le sue litanie moderne, crepuscolari e pungenti come l’aria invernale al mattino. “The Story”, con un grande solo di Lifeson, “Under The Stars” e “Thrill Of The Chase” (con un curioso omaggio ai Beatles) si susseguono ognuna portando sonorità diverse su una base comune. La voce di Maiah ha sicuramente la capacità di tenere unite influenze diverse grazie alla sua leggerezza che esalta le immagini vivide dei suoi testi.

Mai come in questo disco si avverte la volontà di essere una band in tutto e per tutto, dedicandosi alla canzone rifuggendo ogni inutile esercizio di stile o sterile preziosismo tecnico per favorire un linguaggio musicale fluido che gode del contributo di tutti i componenti della band. Non che i Rush o i Coney Hatch facessero diversamente sia ben chiaro, ma i rimandi a un approccio passato sono come scartati per favorire qualcosa di nuovo in cui riconoscersi oggi nel 2025. Il modo in cui la voce di Maiah viene privilegiata, rendendola di fatto la protagonista è d’esempio per tante altre band che a volte non riescono a trovare un’identità relegando alla tecnica, spesso eccellente, questo compito e mancando però il risultato sperato.

“That Was Then” per me ha un gran fascino perché sembra prendere l’ispirazione da “Eminence Front” degli Who, con un lavoro incredibile di chitarra da parte di Lifeson, dimostrando quanto si possa sempre attingere al passato senza per forza cadere nella sterile riproduzione. “Stygian Waves” in questo senso è un disco estremamente ricco e sofisticato che non vuole annoiare l’ascoltatore ma tenerlo sempre interessato; non è un disco da sottofondo e aspira a essere ascoltato per intero, proprio come i dischi del passato, prima dell’avvento della musica liquida e dello streaming. “Raindrops” e “The End” non avrebbero lo stesso impatto sonoro ed emotivo se fossero ascoltate in modo isolato e non inserite nell’album. Se amate la musica, fatevi il regalo di immergervi per poco più di mezz’ora nelle onde sonore dello Stige.

Articolo di Iacopo Meille

Trasck list “Stygian Waves”

  1. Not Dead Yet
  2. The Story
  3. Under The Stars
  4. Thrill Of The Chase
  5. Handle With Care
  6. That Was Then
  7. Raindrops
  8. New Trip
  9. Clouds
  10. The End
  11. Stygian Waves

Line up Envy Of None: Maiah Wynne voce / Alex Lifeson chitarre / Andy Curran basso e tastiere / Alf Annibalini tastiere

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