È uscito il 15 novembre per Maremadre, “Cerchi”, il nuovo album di Erica Mou, pseudonimo di Erica Musci, probabilmente una delle realtà più interessanti del recente cantautorato nostrano, ma anche impegnata nel cinema, nel teatro e nella scrittura. Un disco di indiscutibile bellezza, composto da undici tracce che sembrano raccontare frammenti di storie intime e universali al tempo stesso, in cui l’artista riversa con spontaneità la sua storia, oscillando tra pop, folk, rock e venature jazz degli arrangiamenti, e trasmettendo un fortissimo desiderio di contatto.
“Cerchi” muove non casualmente da una pubblicazione della stessa Erica, il romanzo “Una cosa per la quale mi odierai”, a cui è legato indissolubilmente il meraviglioso primo brano “Madre”, che a sua volta si protende verso l’ultima sentita confessione di questo disco, “Canzone per la me che sono stata”, ma non prima di aver attraversato tutta una serie di esperienze personali che riflettono tanti e diversi aspetti della società moderna inanellati con una grazia compositiva generosa di parole. Esattamente come un cerchio che si rincorre all’infinito, le storie di ieri e le malinconie di oggi si cercano costantemente nella musica ritrovandosi poi al punto di partenza con tutte le nuove sensazioni raccolte durante il viaggio, che ostinatamente prosegue all’insegna dei cambiamenti, talvolta dolorosi ma sempre utili a una crescita personale.
Vale la pena spendere qualche parola sul bellissimo incipit “Madre”, commovente dedica, mentre “Mani d’ortica” e “Parlare con i cani” sono altre due bellissime ballate da cui trapela questa irresistibile urgenza di raccontare vita e farlo con la pienezza sentimentale sempre presente in questo racconto circolare. Si passa anche alla linea melodica più ritmata alt rock nel brano “Complici” o gli spunti indie rock di “Muta”, o ancora la fantasia folk del motivo “La festa del santo” che rima con “Genesi”, dove il violoncello sale in cattedra e impreziosisce quest’ultima partitura. La chiusura del cerchio è affidata alla splendida “Canzone per la me che sono stata”, una commovente accettazione del dolore che riconosce persino alla sofferenza un valore costruttivo da cui ripartire sempre e forgiare la versione migliore di sé.
Questo disco rappresenta forse il momento determinante nella crescita di Erica Mou, presentandola attraverso il settimo sigillo di una carriera già importante. La sua poesia nasce proprio dal coraggio di rispondere alle energie negative prendendosi cura dei propri valori e riuscendo a trarre dalle giornate difficili le parole perfette per prendersi cura di un’anima visibilmente commossa dagli eventi, e condividere quegli stessi affanni. La maturità artistica si riconosce anche nelle parole con cui riempie la sua musica senza che nessuna sillaba cada per caso nella trama sonora, valorizzanso la bella voce.
Erica Mou sarà in tour il 19 dicembre al Teatro Forma di Bari, il 10 gennaio al Teatro Civico Garibaldi di Settimo Torinese (To) e l’11 gennaio al Teatro Filodrammatici di Milano, con date comunque in costante aggiornamento.
Articolo di Carlo Giorgetti
Track list “Cerchi”:
- Madre
- Mani d’ortica
- Sedimenti
- La festa del santo
- Complici
- Parlare coi cani
- L’alfiere
- Genesi
- Piccola vita
- Muta
- Canzone per la me che sono stata
Line up Erica Mou: voce, chitarre, tastiere Musicisti: Molla batteria, basso, chitarra, tastiere / Flavia Massimo strumenti ad arco, percussioni, effetti elettronici
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