05/12/2024

J. Bernardt, Segrate (MI)

05/12/2024

Helmet, Bologna

05/12/2024

Justin Adams & Mauro Durante, Roma

05/12/2024

Estra, Torino

06/12/2024

Therapy?, Milano

06/12/2024

Fast Animals And Slow Kids, Venaria Reale (To)

06/12/2024

I Hate My Village, Livorno

06/12/2024

The Winstons, Bologna

06/12/2024

Justin Adams & Mauro Durante, Firenze

06/12/2024

OvO, S.Zenone degli Ezzelini (TV)

06/12/2024

Estra, Milano

06/12/2024

Edoardo Bennato, Varese

Agenda

Scopri tutti
Francesco Bianconi

Francesco Bianconi “Forever”

Le canzoni di “Forever” ci cullano, senza sbavare mai nell’esibizione delle emozioni, senza toni troppo alti o urli di disperazione, se non nel senso stesso delle parole narrate

Nel 1985, quindi nell’altro secolo, un giovane Luca Carboni, nel suo album “Forever” dalla copertina in bianco e nero, si chiedeva come sarebbe stato l’uomo del futuro una volta morti tutti quelli nati senza televisione. Trentacinque anni dopo un altro album dal titolo “Forever” sembra darci una possibile risposta, con altrettanta malinconia e mostrando di nuovo una copertina in bianco e nero.

Secondo Francesco Bianconi è il nichilismo la chiave di lettura di questo inquietante inizio di secolo, lo dicono i testi degli undici brani inediti del suo primo album da solista, appunto “Forever”(BMG Italia), uscito il 16 ottobre 2020 prodotto da Amedeo Pace e registrato ai Real World Studios di Bath.

Nonostante la presenza poliglotta di diversi ospiti (il cantautore canadese Rufus Wainwright, che decide di cimentarsi in italiano in “Andante”, la cantante giapponese Kazu Makino in “Go!”la cantante statunitense Eleanor Friedberger in “The Strength” e la cantante e attrice marocchina Hindi Zahra in “Fàika Llìl Wnhàr”, in questo album Francesco sembra essere immerso in una profonda solitudine interiore. Lo ascoltiamo declamare e ce lo immaginiamo in piedi, dentro una stanza pressoché sgombra ed essenziale nei suoi arredi come la musica che lo accompagna. I pianoforti di Michele Fedrigotti e Thomas Bartlett e il quartetto d’archi Balanescu Quartet intessono preziosi ricami e compiono lunghi sorvoli intorno a una voce che scandisce le parole, controllata, cerimoniale, solenne come in una moderna messa dedicata alla ricerca di una soluzione al terrore del tempo presente.

Lo conosciamo già Francesco Bianconi, capace di sorprendere con sferzate di lucido cinismo o di impietosa ironia come se niente fosse, con la stessa presunta serenità che si potrebbe addire a una melodica canzone d’amore.  Ognuno decida per sé stesso se piace o non piace, certamente questo è il disco in cui Bianconi ci regala senza sosta quaranta minuti della sua identità artistica ridotta all’essenziale ed espressa in totale libertà.

I paraggi della morte, i condoni e le amnistie mi hanno spinto a disprezzare troppe cose intorno a me, dice Bianconi ne “Il bene”.  Quello dei suoi brani è un mondo in cui oramai sembra insensato parlare di umana collettività e la soluzione non è certo scendere in strada a manifestare, combattere immerso mani e piedi dentro allo squallore che ci circonda, crederci ancora. La soluzione è fuggire tra le braccia della persona nei cui occhi si nasconde Dio, come accade in “Andante”, o immergersi nelle acque gelide dell’oceano, come in “Zuma Beach”. La consolazione, o meglio la rinascita, si ritrova nella concretezza di questo mondo, nelle cose che possiamo toccare con mano, nella fica da dove veniamo e vogliamo tornare, rifugio essenziale e risolutorio decantato in “Certi uomini”.

Come oramai per tutti gli altri, anche per Francesco non vale la pena credere in nulla, o per lo meno così a lui piace raccontare, perché comunque in segreto, senza volerlo far sapere in giro, dice di non riuscire a rinunciare alla ricerca del bene.

L’”Abisso” suona un po’ come una definitiva confessione all’ascoltatore, il momento in cui Bianconi cerca di mettersi completamente a nudo, nella vita di tutti i giorni come negli incubi notturni.  Non ce la farà, perché in fondo, come dice lui, è impossibile descrivere davvero i demoni che insistono nella propria mente.

Le canzoni di “Forever” ci cullano, senza sbavare mai nell’esibizione delle emozioni, senza toni troppo alti o urli di disperazione, se non nel senso stesso delle parole narrate. Vale la pena dedicarci un ascolto, stiamo a vedere se anche voi verrete presi per mano e trascinati via.

Articolo di Marco Zanchetta

Track list “Forever”

  1. Il bene
  2. L’abisso
  3. Andante
  4. Go!
  5. Faika Llil Wnhar
  6. Zunma Beach
  7. The Strenght
  8. Certi uomini
  9. Assassino dilettante
  10. Forever
© Riproduzione vietata

Iscriviti alla newsletter

Condividi il post!