Freddy And The Phantoms giungono al loro quinto album, “A Universe From Nothing”. Pubblicato a fine aprile per la Mighty Music in formato cd e vinile, conferma il cammino di una delle migliori rock band danesi in circolazione. Il gruppo, che dal 2010 propone una miscela di Rock Blues e Hard Rock di gusto prettamente anni Settanta e venata di melodie accattivanti, si è imbarcato in quello che loro stessi definiscono un nuovo capitolo della loro storia fortemente influenzato dal terribile presente che stiamo vivendo e da temi oscuri del passato, presi a prestito da capisaldi della letteratura antica e moderna.
Il suono giusto per accompagnare un livello concettuale di tale intensità non poteva essere che potente, drammatico e dinamico ma non privo di spunti melodici. Per arrivarci Freddy And The Phantoms hanno scelto la strada dell’autoproduzione di concerto a Ken Rock. Un passo sicuramente importante del processo di creazione del disco, registrato ai Medley Studios di Copenhagen, è stato quello di scegliere la presa diretta per ottenere un suono live maturato in 10 anni di attività. Sicuramente un valore aggiunto.
C’è tanta qualità in questo album a partire dalla performance strumentale e vocale, il lavoro di Schnoor alla chitarra e soprattutto alla voce è di alta classe, e il lavoro di tastiere di Hansen è monumentale al punto che diventa impossibile immaginarsi questo lavoro privo del suo contributo. Il songwriting è maturo e ispirato e poco importa se alcuni nomi potrebbero venirvi in mente ascoltando questo disco, band come Rival Son e Black Sabbath sono manifestamente citate dai nostri e ognuno potrebbe anche sentirci dentro altri riferimenti, ma la personalità ed una certa ecletticità eleva “A Universe From Nothing” a uno status di opera con una propria definita identità.
L’inizio è al fulmicotone con “First Blood Universe” e “River Of Hate” con l’ospite di lusso Soren Andersen (Glenn Hughes, Mike Tramp) alla chitarra solista, sanguigno compatto ed accattivante Hard Rock, mentre “Lilith’s Nightmare” è un Heavy Blues con un grande ritornello. La sezione ritmica, con un basso sporco e imperante dirige la seguente “Bermuda Blues” con un groove e un chorus che ti lasciano con un sorriso stampato in faccia, mentre i cinque minuti di “Andromeda” e “Andromeda Pt.2” spezzano l’atmosfera creata fino a questo momento, contrapponendo una prima parte epica e drammatica a una seconda interamente strumentale dal gusto neoclassico.
Si riparte con una intensa “Loners On The Run” dall’andamento maestoso ed epico, e si prosegue con la martellante “The 11th Guest” , Hard Rock a 24 carati così come la seguente “Hunger”, un pezzo dove la tradizione rock degli anni Settanta è più che mai viva e presente.
Il disco si chiude con l’Heavy Boogie di “Freedom Is A Prison” e il mid-tempo dinamico e solido al tempo stesso di “Inferno” che mette il sigillo ad un album pressoché perfetto, dove una gruppo di musicisti che sa il fatto proprio, con una manciata di canzoni di alta qualità e una produzione azzeccata mette in archivio quello che possiamo considerare come il loro migliore album fino a questo momento.
Articolo di Andrea Bartolini
Track list “A Universe From Nothing”
- First Blood Universe
- River Of Hate
- Lilith’s Nightmare
- Bermuda Blues
- Andromeda
- Andromeda pt. 2
- Loners On The Run
- The 11th Guest
- Hunger
- Freedom Is A Prison
- Inferno
Line up Freddy And The Phantoms: Frederik “Freddy” Schnoor Vocals, guitar / Rune Renè Hansen Drums, percussions, vocals / Ander Haahr Keyboards, vocals Mads Wilken bass, vocals