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Gavin Friday “Ecce Homo”

Tra arpeggiatori e orchestre, tra rabbia ed eleganza risorge l’oscura voce irlandese

Ecce Friday. Dopo 13 anni torna Gavin Friday con l’album “Ecce Homo”, il seguito di “Catholic”. Uscito il 25 ottobre per BMG, Il disco entra immediatamente nella classifica irlandese direttamente al primo posto, spodestando anche i Fontaines D.C. Gavin è tornato. Ecce Gavin!

Ma dov’era finito Friday in tutti questi anni? Aveva mollato? Era diventato il consulente degli show degli amici U2 lasciandosi eclissare? Era sparito? Sono stati ristampati alcuni dischi dei suoi Virgin Prunes recentemente: erano una lapide artistica? Niente affatto: si è occupato di colonne sonore in questo lungo periodo come il recente Pierino e il lupo, esperienze che sono defluite in questo disco riversandovi arrangiamenti orchestrali; tappeti presenti ad esempio nelle tracce finali come “The Best Boys in Dublin” e nella faraonica “Lamento”: hanno il tocco e l’atterraggio di una soundtrack. Il lupo Gavin si è nutrito bene in questi anni, deve essersi mangiato anche Pierino, dallo sguardo glaciale che ha in copertina. E con quei segni di corona di spine in fronte deve averne passate tante in questi anni, l’Homo, come la perdita della madre a cui dedica il disco oltre che ad amici scomparsi; le stazioni della sua croce: questo concetto diventa un simbolo grafico, un vettoriale rosso che accompagna le sue comunicazioni visive dell’album: The stations of the cross, una linea rossa che attraversa diverse stazioni di sofferenza. La sua via crucis personale.

Dunque, è un disco orchestrale e triste? Non solo. Gavin si incontra con Dave Bell dei Soft Cell, co-arrangiatore e co-produttore dell’album dove c’è una convivenza di caldo e freddo, di legno e di elettronica – e spesso anche di apparente frivolezza e di vistosa raffinatezza. Che opera hai fatto Gavin, cosa volevi dirci dopo tutto questo tempo? C’era odore di tecno e new wave, nell’aria: questo LP è stato anticipato dall’EP omonimo, “Ecce Homo”, una furiosa dance song dove urla con il suo accento a volte apparentemente più tedesco che irlandese dei Ecche – Ecche Homo, e dal singolo “Stations of the Cross”, una bellissima ballata new wave che scivola su profonde trame di synth dedicata all’amica scomparsa, un’indimenticata voce angelica chiamata Sinéad O’Connor.

Non la sola persona celebre che troviamo nelle sue dediche e frequentazioni: “When the World Was Young”, una delicata ballata elettro pop, è scritta invece per i suoi cari amici di adolescenza e di quartiere, Bono e Guggi – presenti tra l’altro alla presentazione del disco a Dublino la settimana scorsa. I riferimenti che abbiamo sentito già in alcune canzoni degli U2 non sono pochi e questo uomo sessantacinquenne si racconta guardandosi indietro, ripercorrendo quelle stesse strade di Dublino battute dai celebri amici ma raccontate in maniera diversa, da qualcuno nascosto nell’ombra. Gavin ha una voce caldissima, scura, raramente passa agli alti ma quando accade hai l’impressione che si stia rialzando, stia riemergendo, stia risorgendo dalla sepoltura vista nella copertina di Catholic. Non a caso probabilmente, abbiamo un Gavin Cristo risorto in questa cover con tanto viola pasquale.

Ecce homo, Gavin è risorto.

Friday ha poco tempo per la nostalgia in realtà ma tanto per la sua resurrezione: con un’attitudine talvolta più tedesca che irlandese si butta in pezzi in cui libera arpeggiatori; brani tostissimi come “Lovesubzero”, “Ecce Homo”, “The Church of Love”, la cupissima “Lady Esquire” e molte delle bonus track inserite nella deluxe edition (che furbamente ha chiamato “Encore” per includerle e integrarle alla tracklist madre). Politica, religione, sociale, dolore, amore, dolore nell’amore, ricordi: danziamo su tutto questo. Danziamo su questa personale croce.

Gavin è un sopravvissuto, un reduce della vecchia generazione musicale irlandese; in questi anni ci hanno lasciati Dolores O’Riordan, Shane Mc Gowan, Sinéad O’Connor e molti dicono che ormai gli U2 siano consumati da tempo, ma lui è risorto tra le nuove affascinanti leve irlandesi come i Fontaines D.C., i Lankum e i New Dad. La nuova Irlanda. Tutto risorge.

Ecce, ecce homo.

Articolo di Mirko Di Francescantonio

Track list “Ecce Homo”

1. Lovesubzero
2. Ecce Homo
3. The Church of Love
4. Stations of the Cross
5. Lady Esquire
6. When the World Was Young
7. The Best boys in Dublin
8. Lamento

Bonus track della versione deluxe:

9. When the World Was Young (reprise)
10. Cabarotica
11. Amaranthus (Love Lies Bleeding)
12. Daze
13. Behold the Man

Line up Gavin Friday: Gavin Friday vocals,backing vocals / Dave Ball moog and Roland synths, bass, EFX Boxes / Riccardo Mulhall drum Programming, Roland SH-101 synths, synth strings, theremin, SFX, glockenspiel / Renaud Pion bass clarinet, contrabass clarinet, bassoon, electronics, english horn, saxophone / Kate Ellis cello / Michael Heffernan synths, programming, percussion, keyboard / Robson Rocha: electric guitar, Ebow / Stephen Ward: acoustic guitar, electric guitar / Paddy Ewart Kennedy synths, keyboards, programming
/ Aisling Browne backing vocals
/ Carlsbad backing vocals, omnichord
/ Lydia Des Dolles backing vocals
/ Katherine Deal bass
/ Mark Shortall bass
/ Caitriona Finnegan cello / Kevin Neary piano / Miriam Blennerhassett soprano / Anne Storey Hanvey voicenote

Gavin Friday online:
Website: https://www.gavinfriday.com/
Instragram: https://www.instagram.com/gavin_friday
Facebook: https://www.facebook.com/gavinfridaynews

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