Il 25 ottobre è uscito per La Tempesta Dischi “Il canto dell’asino”, il quinto album di Generic Animal, che segna un punto di svolta per il cantante Luca Galizia: l’animale generico, finalmente, trova la propria identità nell’asino, l’animale più sottovalutato della fattoria. “Il canto dell’asino” non è solo un album, ma una metafora dell’essere Generic Animal: un essere imperfetto e incompreso, che però trova forza e bellezza nella sua vulnerabilità. È un racconto autobiografico e riflessivo, una fiaba musicale che attraversa le frustrazioni, le gioie e i dolori della fine dei vent’anni, attraverso cui l’artista racconta il percorso accidentato che lo porta a riscoprire se stesso.
Come afferma lo stesso Galizia, questo album è un inno alla chiusura di un capitolo di vita, un distacco consapevole dalle sue pubblicazioni passate, lontane dall’emo-rap di “Emoranger” e dall’hip hop di “Presto”. L’artista sembra voler tornare al suo primo sé, quello dell’album self-titled, ma con una maturità nuova. L’instabilità del suo percorso si riflette in un sound non lineare, che zigzaga tra dolcezza e dissonanze, serenità e inquietudine, un saliscendi che riflette la confusione e l’insicurezza tipiche di chi sta per lasciarsi alle spalle gli anni più belli della propria vita.
Il simbolo dell’asino permea ogni nota: un animale spesso incompreso e sottovalutato, ma che diventa qui una figura empatica, perfetta per raccontare l’isolamento, la stranezza e quel senso di esclusione che attraversa l’intero album. Brani come “Zero” raccontano il senso di inadeguatezza, il timore di non valere niente che si ripete nella frase “Il mio momento chissà se arriverà”.
Tra le tracce spicca “Bobby Ballad”, una ballata dolce e romantica, in cui ascoltare il ritornello è come bere una tisana calda. “Eric – Che fai?” racconta di un amico scomparso, mentre la collaborazione con Marta Del Grandi in “Karaoke” ci regala una ballata inquieta, resa ancora più eterea dall’uso non banale dell’autotune. “Grigio Marrone” celebra l’asino come metafora della condizione umana: imperfetto, ma buono, un inno all’ ”animale generico” che definisce l’identità musicale di Galizia. Lo stile spiccatamente indie viene elevato da elementi noise e arrangiamenti originali, che sporcano il sound e lo rendono nuovo. Intermezzi di violini folk e sintetizzatori sembrano imitare il verso dell’asino, protagonista e filo conduttore dell’intera raccolta. Non mancano poi influenze R&B ed elettroniche che arricchiscono una base prevalentemente indie-rock.
La voce di Generic Animal canta le fragilità di una generazione, all’interno di un’opera che non ha paura di essere incoerente, poiché dolce e dissonante al tempo stesso. Una fiaba musicale sarcastica, autentica e coraggiosa, un racconto che merita di essere ascoltato.
Articolo di Marta Mazzeo
Tracklist “Il canto dell’asino”:
- Zero
- Tokyo 20
- Stare 1 – intermezzo
- Bobby Ballad
- Trampolini
- 27
- Spirito
- Stare 2 – intermezzo
- Eric – Che fai?
- Grigio Marrone
- Karaoke
- I Grandi
- Stare 3 – intermezzo
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