Si, lo ammetto senza riserve, quando un album è buono mi esalto, quando un buon album è suonato da sole ragazze mi entusiasmo senza limiti. No, non è campanilismo di genere, non mi interessano questi escamotage di poco valore, bensì è un riconoscimento alla difficoltà con il quale, ancora oggi, il mondo femminile si approccia alla musica, specie se Rock e specie se ha sonorità con richiami Punk. Quando si parla di Punk, infatti, sfido i più a citarmi almeno tre band femminili, eppure il Punk senza l’apporto delle donne non sarebbe minimamente quello che oggi è considerato.
Ma veniamo al lavoro delle ĠENN, quartetto di origine anglo-maltese e partiamo, come amo fare, dal nome: “Unum”, che in latino significa unità, senso dell’intero. Quattro componenti da provenienze sonore differenti che si incontrano e fondono le loro storie per generare qualcosa di unico, appunto. L’album uscito il 6 ottobre per Liminal Collective segue il loro ep di debutto “Liminal” del 2021.
Che il disco sia una sfida, lo capiamo dalle prime note di “Rohmeresse”, cori iniziali e riff di chitarra arabeggianti, un richiamo alle origini, la loro Malta, la cui storia è una miscellanea di culture e tradizioni in contrasto tra loro, connotato di indubbio fascino. L’oscurità arriva con “Days And Nights”, la natura si trasforma in concetto primordiale dai toni dark dal quale trapela un raggio di luce, la voce di Leona, potente e tagliente. “A Muse (In Limbo)” e “Heloise” segnano la struttura predominante dell’album, ovvero la destrutturazione. Non è, infatti, un disco lineare bensì un puzzle di concetti la cui forma finale sta a noi coglierla.
In “Calypso”, entrano a sorpresa elementi di Fusion e Jazz spiazzandoci, anche emotivamente, e il fatto che questo album sia una continua scoperta rende l’ascolto intrigante e seducente proprio per la non consistenza di un contesto solido. Così come accade con “Le Saut du Pigeon” tanto indecifrabile quanto impenetrabile. “A Reprise (That Girl)” è la scossa che serve a rimettere in ordine i pezzi, a riportarci a un ascolto attento, fuori dallo stato ipnotico in cui l’album inevitabilmente ti porta.
Arriviamo a “Apparition No 7” e in alcuni tratti sembra di ascoltare un brano dei Gong: tempi dispari e psichedelici, a definire inconfutabilmente il talento artistico delle giovanissime musiciste. “Wild West” e “The Sister Of” convincono meno rispetto alla portata dei brani precedenti, sicuramente più deboli sia come ricerca che come impatto evolutivo. Il disco si conclude con “The Merchant Of” dalla consistenza raffinata, come filigrana grezza che via via viene trasformata diventando al tatto morbida e setosa.
“Unum” è più di un buon album, delinea la certezza che è possibile fare musica innovativa anche nel 2023, partendo da solide conoscenze tecniche e storico musicali per proporre al pubblico un prodotto dalle molteplici affinità sensoriali. La connotazione suggestiva rende il lavoro delle ĠENN un punto di partenza dall’impatto pregevole, non classificabile in nessun genere precostituito, cosa che accade solo quando si trova la chiave per aprire la porta del mutamento musicale.
Articolo di Silvia Ravenda
Tracklist “Unum”
- Rohmeresse
- Days And Nights
- A Muse (In Limbo)
- Heloise
- Calypso
- Le Saut du Pigeon
- A Reprise (That Girl)
- Apparition No 7
- Wild West
- The Sister Of
- The Merchant Of
Line up ĠENN: Janelle Borg chitarra, Leona Farrugia voce, Leanne Zammit basso, Sofia Rosa Cooper batteria
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