“Madre”, uscito per 42 Records in co-produzione con La Tempesta Dischi l’8 novembre 2024 in Italia, Inghilterra e Francia, è un disco che esplora il mondo sonoro della natura. Go Dugong, nome d’arte di Giulio Fonseca, attivo a Milano nel mondo della produzione e della musica non convenzionale, si affianca al musicista venezuelano Washé, per dar vita a un progetto di ricerca che sfocia in un atto d’amore per la natura, la grande Madre che ci circonda e nella quale siamo immersi.
Certo, l’epoca è giusta, ma le circostanze, come canta il Poeta, non sono di certo favorevoli: il cambiamento climatico è una realtà, tutta da indagare, ma c’è, ed è qui al nostro fianco e questo ci permette, o ci dovrebbe consentire, di riscoprire la natura. Se l’epoca è buona appunto, le circostanze lo sono un po meno, perché buoni lavori come questo rischiano di essere etichettati come album che inseguono la moda, e strizzano l’occhio a certe narrazioni mainstream.
Dunque, superato questo scoglio, non resta che immergersi – con un ascolto continuo e non saltuario – in questo lavoro sonoro. Fin dall’inizio, nell’intro “Madre”, che apre il viaggio, è chiaro che siamo davvero immersi nel mondo naturale. I suoni sono quelli degli elementi, dall’acqua alla terra, passando per gli agenti atmosferici, e cioè il vento, il temporale, ai quali si sommano poi i canti di animali, lo scorrere dei fiumi, come lo scrosciare delle acque. Un campionario che, preso di per sé, può far pensare ad un lavoro che rimanda a quel filone anni ’90 della musica meditativa. Invece gli innesti di Go Dugong, che da “Caos Armónico”, dove appare anche l’intervento di Clap!Clap! fanno deviare subito la traiettoria. L’ascolto può rimandare, per capirci, ad alcune atmosfere di Xavier Rudd, tuttavia con meno compiacenza verso il pubblico di quanto faccia solitamente il cantautore australiano.
Ne deriva così un album che necessita di essere scoperto, superando tanti e troppi pregiudizi verso un mondo sonoro troppo inflazionato. “Selva”, per esempio, è uno dei pezzi migliori, dove la sintesi dei suoni naturali e delle lavorazioni elettroniche funzionano al meglio. Ma serve liberare la mente dalle colonne sonore di “Avatar” per andare diretti al Vivaldi delle “Quattro Stagioni”, dove la musica ricostruiva i suoni della natura. “Selva” e “Agua” sono brani presi direttamente dalla natura e messi in gioco con un sapiente mix di lavorazioni di post-produzione su basi naturali.
I due musicisti, come si vede dalla ricca documentazione a disposizione di tutti sul sito de La tempesta, si sono davvero immersi nella natura per dare vita non tanto a sonorizzazioni, ma a una vera registrazione e manipolazione di quanto la natura propone come canto, suono ed effetto. “La Gran Danza De Los Animales” ne è uno splendido esempio (non sullo stesso piano di “Selva”, ma molto vicino a quella perfezione), come d’altronde “Oda a la Madre”, un giusto finale per un disco coinvolgente. Ottime le collaborazioni con Simbo e Khalab, che aggiungono ricchezza e ritmo là dove la natura abbisogna non tanto di supporto, quanto di essere accompagnata. Un disco da ascoltare almeno una volta al giorno, per entrare dentro a un mondo sonoro che deve vincere resistenze immeritate.
Articolo di Luca Cremonesi
Track list “Madre”
- Tierra intro
- Caos Armónico feat. Clap!Clap!
- Selva
- Agua
- La Gran Danza De Los Animales
- Yopo feat. Miguel Noya
- Manaca feat. Simbo
- Autana feat. Khalab
- Oda a la Madre feat. Gerry Weil
- Tierra outro
Line up: Washé Analog instruments / Go Dugong digital instruments and production / Tom Forrest mixing and mastering