Finalmente fuori il 30 luglio l’ennesimo lavoro discografico dei Grizfolk, formazione metà svedese e metà americana con base operative fra Los Angeles & Nashvillle. Terzo album, è il ponte perfetto tra i punti che hanno sempre mantenuto unita la band, anche durante la pandemia, e il risultato è una collezione di brani costruiti attraverso approcci multipli e diversamente creativi, ma coerenti, brillanti e divertenti.
Agli inizi del 2020 il quartetto affitta una casa nel parco nazionale di Joshua Tree, vicino a Palm Springs, California, con l’obiettivo di riconnettersi alle loro origini come band. Trascorrendo del tempo insieme, suonando, componendo, cucinando, godendo della natura, Grizfolk ritrovano il loro spirito originario. Tutto stava procedendo per il meglio, poi, interrotti dalla pandemia per diversi mesi, con Roth bloccato nel Tennessee, hanno continuato a lavorare sul disco scambiandosi il materiale via Internet e trovando una nuova energia creativa, complice anche il distanziamento che ha permesso ai quattro di esprimersi liberamente attraverso i file che reciprocamente si inviavano. Curiosi e innovativi, i quattro si sono rivisti, durante i mesi di isolamento forzato, ai tempi dei loro esordi, quando la creatività esplodeva da ogni brano.
Il disco è decisamente ben registrato e missato anche meglio. Partendo dal Folk e l’Americana, i Grizfolk ci regalano un sofisticato esercizio di stile e statuto della loro entità come band matura e affermata all’interno del panorama musicale US e, si spera, a livello europeo.
I quattro, oltre ad essere eccellenti musicisti, hanno una naturale dote nel creare hit songs a comando … infatti si può dire che fra le dieci tracce c’è un’imbarazzante vasta scelta per singoli o videoclip. Le atmosfere, che passano fra tradizione e innovazione, hanno un carattere delineato … come una strizzata d’occhio dove tutti conoscono il prossimo passaggio armonico.
E così il nuovo album suona come un mix di entrambi i mondi creati dai dischi precedenti, quando la band inseguiva un sound che non era però ancora pronta a realizzare, ed il nuovo assetto dei quattro che, complice il forte cameratismo che li contraddistingue, ha permesso loro di andare avanti nonostante il periodo di estrema tensione planetaria.
Articolo di Alessandro Marano
Tracklist “Grizfolk”
- Fumes
- Be My Yoko
- California High
- Now That I Know
- Gone
- The Ripple
- Money
- Queen of the Desert
- Howlin
- Stargazer