Il 21 aprile 2021 su tutte le principali piattaforme digitali arriva “Ouverture”, il debutto dei Hofmann Orchestra. Anticipato a marzo dal singolo “Tutti i nudi vengono al petting” il disco è stato registrato presso lo studio casalingo della band con il missaggio e la co-produzione di Davide Lasala e Andrea Fognini, e masterizzato da Giovanni Versari.
Ogni tanto capitano dischi che nel loro piccolo riescono a gettare gocce di anticonformismo nel mare di una scena che pur sfornando validi prodotti sottostà spesso e volentieri a certi canoni stilistici, oramai inaspettatamente parte di un mondo musicale che si definisce alternativo.
L’intento di rompere certi schemi è già nella dichiarazione d’intenti della band stessa e se è vero che l’anticonformismo di per sé non è sempre sinonimo di qualità, bisogna riconoscere che “Overture” riesce a impressionare, per il tipo di linguaggio sonoro adottato e soprattutto per come viene usato.
Parafrasando il nome stesso della band, possiamo dire che il trio romano non si muove appunto come il classico combo chitarra, basso e batteria, bensì pensa e agisce proprio come un orchestra.
La partitura di “Overture” si dipana tramite l’organizzazione dei suoni, delle pause, dei rumori e distorsioni, dell’equilibrio tra chiaro e scuro, accostando a questa tessitura sonica un bagaglio di parole che spesso giocano con i doppi sensi e l’ironia. L’album inizia con il crescendo della title track, dove la linea vocale serpeggia fra basso distorto, batteria e tastiere in un incedere prima sommesso e poi più epico e maestoso, un inizio che prepara l’ascoltatore che viene investito poi dalla potenza del riff di “Mustang (cambiar car è una scelta di vita)” e dalla sostenuta “La mia vita o poco più”.
“Via d’uscita” è un viaggio lisergico sostenuto da pattern di batteria granitici, un brano che ci accompagna nel mayehm sonoro venato di melodia della seguente “Desertica”, a cui segue il viaggio drammatico e potente di “Fuoco Fatuo”, un brano dove la vocalità tormentata di Giulio Cecchini lotta contro un muro elettrico e elettronico, e dove la distorsione ha infine il sopravvento. La costruzione dei pezzi sfugge al classico schema strofa/ritornello servendosi di un montaggio dettato dall’urgenza delle emozioni, comandato dal “sentire” il pezzo e dove debba dirigersi.
Il viaggio strumentale acido e melodico al tempo stesso di “Il mondo dei Bodhisattva” si infrange contro la furia frastagliata del singolo “Tutti i nudi vengon al petting” mentre la filastrocca di “Mortobotanico” sostenuta da un possente ritmo tribale si apre in uno special melodico per poi avvilupparsi in un loop ossessivo fino alla conclusione.
L’album si conclude con “Rivoluzioni in svendita” e un tocco quasi di normalità nella scrittura di un pezzo che inizia con un intro di piano, e che si basa su un riff, due strofe e ritornello e un breve break strumentale, un pezzo semplice e comunque intenso nei suoi quasi sei minuti di durata.
Il repertorio di “Overture” pur concedendosi principalmente al Rock, presenta incursioni in ambiti che hanno a che fare con la Psichedelia, il Progressive e un bagno quasi continuo in un mare di Noise e distorsione che creano una miscela perfetta nel quale tuffare i loro testi ironici e talvolta grotteschi. Il pregio maggiore di questo lavoro resta comunque quello di lasciare l’ascoltatore perennemente sorpreso dinanzi alle varie e diverse soluzioni sonore adottate, un punto di partenza e di arrivo allo stesso tempo.
Articolo di Andrea Bartolini
Track list “Ouverture”
- Ouverture
- Mustang (cambiare car è una scelta di vita)
- La mia vita o poco più
- Via d’uscita
- Desertica
- Fuoco fatuo
- Il mondo dei Bodhisattva
- Tutti i nudi vengon al petting
- Mortobotanica
- Rivoluzioni in svendita
Line up Hofmann Orchestra
Giulio Cecchini – Voce, cori, chitarre, tastiere / Alessandro La Rosa – Batteria / Stefano Taborri – Basso
Hofmann Orchestra online
FB: https://www.facebook.com/hofmannorchestra