Un lavoro che trasuda fatica e concentrazione, costato un impegno di cinque anni: diciassette maestosi blocchi di pietra geometricamente tagliata che creano un paesaggio inedito e surreale, diciassette brani per un totale di ben un’ora e cinquanta di musica. E’ questo IRA, il nuovo album di Iosonouncane (etichette Numero 1 e Trovarobato – distribuzione Sony), in uscita il 14 maggio.
Iosonouncane si fa compositore e arrangiatore di un’opera pensata per i teatri, andando ben oltre la sua veste passata di cantautore e producer. Una partitura interamente eseguibile dal vivo dai musicisti che hanno suonato nel disco: Mariagiulia Degli Amori, Serena Locci, Simona Norato, Simone Cavina, Francesco Bolognini e Amedeo Perri.
Lo stavamo aspettando Iosonouncane, compiaciuti dall’esperienza unica di “DIE” e dal quel suo primo, profetico, capolavoro – “La Macarena su Roma” – che già ne annunciava il genio. Lo aspettavamo, in tanti, intimi ammiratori di quella che appare come una delle novità più autentiche della musica italiana. Per noi il primo atteso ascolto di “IRA” è una specie di shock, un effetto spiazzante che ci fa ritrarre sorpresi, perplessi, increduli di fronte a ciò che sta accadendo dentro alle nostre orecchie.
Non ci sono i testi a cui Iosonouncane ci aveva abituato, sperimentali e irrispettosi, striduli, provocatori. La voce si ritrae nei cori di accompagnamento, si fa altro strumento dentro la tela multicolore di tutti gli altri suoni, diventa una delle tante trame di un tessuto complesso e variegato che lentamente ci avvolge, vincendo la nostra cautela. Le tracce si susseguono come un’onda che tiene immersi senza soluzione di continuità, una dimensione apocalittica in cui in uno stesso brano sentiamo alternarsi elettronica, jazz, psichedelica, atmosfere arabeggianti e posture cantautorali.
A pensarci bene, a ben vedere, Iosnouncane è rimasto solo estremamente coerente con se stesso. Come a ogni passaggio della sua esperienza artistica ha nuovamente scartato di lato, costringendoci a inseguirlo un po’ più in là, su un terreno questa volta particolarmente scosceso e sconosciuto. La sgradevolezza continua a essere per lui parola d’ordine, nel senso di deviazione da ciò che per forza deve piacere al pubblico. Chi lo ama lo segua, ancora una volta, fino a estremismi che rischiano di far scivolare in un profondo dirupo. Se “DIE” era un album che restava, in qualche modo, ben ancorato alla realtà, “IRA” cerca infatti di andare oltre quella realtà, riprendendone e ampliandone la ricerca musicale. Iosonouncane arriva a liberarsi perfino dei testi e sembra abbandonarli, quasi rappresentassero una zavorra nel suo percorso ininterrotto.
Quello che “IRA” ci propone è un nuovo girone dantesco, quello del “fraintendimento, della mancata comunicazione”, come suggerisce lo stesso autore. Non è musica di questa terra, è solo un suo eco, in cui si confonde e si mischia una strana “lingua dell’errore, della distanza percorsa e ancora da percorrere, una lingua del fraintendimento”, “una lingua momentanea, della necessità, fatta di errori e di un lessico occasionale, sradicato e confuso, che mischia inglese, arabo, francese, spagnolo, tedesco e italiano.”
Sedetevi, chiudete gli occhi e provate a entrarci in questo mondo. Vedremo come ne uscirete, come arriverete a definirlo.
Articolo di Marco Zanchetta e Ilaria Staino
Track List “IRA”
- Hiver
- Ashes
- Foule
- Jabal
- Ojos
- Nuit
- Prison
- Horizon
- Piel
- Priere
- Niran
- Soldiers
- Fleuve
- Sangre
- Petrole
- Hajar
- Cri
Prime date live annunciate – prevendite sono già disponibili QUI
30.06 Ferrara – Ferrara sotto le stelle
10.07 Riola Sardo (OR) – Parco dei Suoni
15.07 Genova – Arena del Mare
23.07 Roma – Villa Ada
24.07 Marina di Camerota (SA) – Meeting del Mare
12.08 Maida (CZ) – Color Fest
13.08 Locorotondo (BA) – Locus Festival20.08 San Mauro Pascoli (FC) – Acieloaperto