Il sistema solare che IOSONOUNCANE, e cioè Jacopo Incani, sta costruendo, si arricchisce di un nuovo corpo musicale, e cioè “Lirica Ucraina”, uscito il 21 febbraio 2025 per Sony Music/Tanca Records (Trovarobato). Nuova colonna sonora, se così banalmente la si vuol ridurre in modo sbrigativo, questa nuova creazione di Incani arriva dopo alcuni mesi dall’uscita di “Berlinguer – La Grande Ambizione”, sonorizzazione dell’ultimo film di Andrea Segre. Questa volta il lavoro è la parte musicale del film documentario omonimo di Francesca Mannocchi, ed è la seconda uscita, che porta il numero di “Volume 7”, della sua collana “Il suono attraversato”, dedicata alla produzione, dell’artista sardo, delle musiche scritte negli ultimi anni per cinema, teatro e sonorizzazioni.
Nove tracce, tutte musicali, tranne una, “Ancora neve”, dove la voce, come già in “Ira”, viene utilizzata come ulteriore strumento musicale, che si aggiunge a tutto quello che l’autore fa suonare e risuonare. Si tiene così lontano ancora una volta dalla struttura canzone Incani, e questa volta, però, cambia ancora direzione rispetto al film di Segre. Qui, in “Lirica Ucraina”, il lavoro è più classico, con nove momenti musicali che, già dai titoli, raccontano, in modo quasi didattico, e dunque inaspettato per Incani, il tema del docufilm.
“Ancora in guerra” apre il disco, con un suono sintetico di tromba e sirena, fusi insieme, che rimandano subito ai filmati d’epoca delle due Guerre Mondiali, ma anche alla colonna sonora del disturbante “The Lighthouse”. Non è un caso, dunque, che quel suono sia descritto da quel “Ancora in guerra” che sottolinea come, con la crisi Ucraina, l’Europa si sia ritrovata di nuovo difronte all’abisso del conflitto. I suoni sono cupi, minimali, dove emerge un senso di grigio che domina tutte le composizioni del disco.
Fra queste, la più interessante, con “Ancora in Guerra”, è senza dubbio “Corpi”, lirica che fa emergere situazioni sonore da un tappeto quasi sussurrato. Corpi sonori, come i corpi che, spaesati, si ritrovano preda di un conflitto sanguinario. Confesso di aver pensato molto alle immagine di “Apocalypse Now”, capolavoro di Coppola padre, dove i suoni di “Corpi” sarebbero stati perfetti per descrivere la follia dell’ultimo tratto del viaggio, ormai in solitaria, della barca che porta i soldati al cospetto del colonnello Kurtz.
“Scavare, riempire, lasciare” mostra un ritmo decisamente militare, scandito dai passi dei soldati che scavano, riempiono buche, e lasciano indietro terreno, oltre ai corpi. Un brano che ricorda lo splendido “Lament” degli “Einstürzende Neubauten”, lavoro dedicato alla Prima Guerra Mondiale, raccontata con i suoni di quel conflitto. Al netto dei rimandi, Incani conferma e porta avanti il suo lavoro di creazione di un sistema solare dove “Ira”, album generativo, si irradia in tutto quello che, al momento, l’autore mette in circolo. “Lirica Ucraina”, più che “Berlinguer”, rimanda in modo diretto a molte soluzioni elaborate in quel lavoro, come anche a sonorità rimaneggiate in “Jalitah”, live realizzato con Paolo Angeli. Insomma, “Lirica Ucraina” non è una banale colonna sonora.
Un disco che è generato dal mondo sonoro creato con “Ira”, ma che risplende di luce propria, anche se non tutte le nove tracce sono capaci di catturare. Resta comunque una musica che ha bisogno anche delle immagini, per ritrovare quel corpo che, in loro assenza, l’album sembra non avere. Tuttavia, si tratta di un disco per certi versi più interessante di “Berlinguer”, dato che in “Lirica Ucraina” c’è una continuità che fa di questo lavoro una suite, dai tratti contemporanei, che oscilla fra il minimalismo degli ultimi Radiohead e le creazioni sonore e competitive alle quale Incani ci ha abituato in questi anni post-Ira. Un disco che non delude, pur senza esaltare gli animi.
Articolo di Luca Cremonesi
Track list “Lirica Ucraina”
- Ancora guerra
- Fuggire
- Corpi
- Macerie
- Ancora vivi
- Scavare, riempire, lasciare
- Sirene
- Ancora neve
- Girasoli
IOSONOUNCANE: sintetizzatori, campionamenti, percussioni, pianoforte, voce