Fuori dal 14 giugno per Cooking Vinyl “Bow to Love”, nuovo full lenght e quarto album in proprio della cantautrice e violoncellista Isobel Campbell. Artista scozzese dallo sguardo magnetico, la Campbell torna sulla scena discografica a quattro anni di distanza da “Voices In The Sky”, l’ultimo acclamato lavoro di una carriera solista che sembra ormai essere divenuta assoluta priorità del suo percorso musicale.
Conosciuta principalmente per aver fatto parte dei Belle and Sebastian a cavallo tra gli anni ’90 e inizio anni Duemila e per la collaborazione in tre splendidi album con il compianto Mark Lanegan, la vocalist ci regala oggi un altro disco di rara bellezza: un esempio di fusion perfetta tra Folk e Psichedelia che stupisce sino dai primi ascolti per il suo enigmatico messaggio.
L’album riflette la versatilità di un’artista forgiata dall’esperienza, portatrice di musica e parole che non cadono mai nel vuoto. La sua voce particolare gioca con le note, nelle quali sembra inserirsi con discrezione, quasi in punta di piedi: espressiva, talora sussurrata, è capace di modularsi con grazia a seconda della dinamica richiesta di volta in volta dai brani. “Bow to Love” è un’opera sempre in bilico tra speranza e disperazione, che affronta anche argomenti sociali e politici, ma che principalmente celebra l’amore nei suoi molteplici e talvolta contraddittori aspetti.
Un lavoro sicuramente condizionato nella sua filosofia dalle tragedie piccole e grandi che stanno ferendo la storia contemporanea. La Campbell afferma che ciascun microcosmo entro cui si svolgono tutti i nostri drammi orbita in realtà in un sistema infinitamente più grande, in un continuum che lega tutto. La speranza è che anche la più intollerabile traccia di oscurità possa nascondere in sé una catartica sfida all’essere umano per metterlo in condizione di potersene liberare per sempre. La potenza dell’amore diventa dunque la terapia definitiva e salvifica per il rinnovamento. Un sentimento che rivelando all’uomo le proprie debolezze e paure gli dà però l’occasione, e la forza, per distruggerle e affrontare il futuro con maggiore serenità.
Proprio a proposito della title track “Bow to Love”, brano dai sapori folk e qualche tinta country, la vocalist racconta: Non è sufficiente inchinarsi all’amore. Sono cresciuta amando i Beatles e “All You Need Is Love”, ma a volte l’amore non è abbastanza. A volte l’amore può diventare traballante, fa emergere tutto – buono, brutto, cattivo. Perché anche l’amore non è esente da una complessità oscura e non sempre raggiunge l’ideale nobile, divenendo persino opprimente. Ma è proprio nella sofferenza e nella crisi che si trovano poi i mezzi per uscirne migliori.
Il titolo dell’album è fra l’altro un tributo all’opera di Martin Luther King “Strenght to Love”, manifesto senza tempo contro la violenza e ogni forma di discriminazione. “Everything Falls Apart” ci racconta molto della sensibilità della Campbell verso ogni forma di diseguaglianza. Il suo incedere languido cela a primo impatto un testo crudo che arriva potente come un pugno diretto verso la mascolinità tossica, altro male del mondo da estirpare; “4316” rivolge la sua critica all’invasione ormai conclamata delle intelligenze artificiali che condiziona sempre più le nostre esistenze, cercando di far comprendere quanto sia più utile privilegiare e conservare l’onesta comunicazione reale e concreta. Tutto ciò si evince in un coloratissimo pezzo synth pop con il timbro di Isobel Campbell piacevolmente elettrizzato nella linea del ritornello.
Le partiture apparentemente minimali del disco si aprono a molte imprevedibili sfaccettature, come gli interventi briosi di piano di “Second Guessing”, la raffinatezza degli archi in “Spider to the Fly” o ancora le cadenze jazzate di “Do or Die”. Il fattore comune più affascinante che attraversa tutta l’opera è il contrasto tra la leggiadria brillante degli arrangiamenti e i messaggi potenti e tutt’altro che disimpegnati che traboccano dalla soffice vocalità della cantante.
L’apice più significativo di questa antitesi è senza dubbio “Om Shanti Om”, un’ipnotica e potentissima invocazione alla pace universale che suggella il messaggio di speranza impresso tra le note taglienti di questo disco veramente intenso. In chiusura, Isobel Campbell ci regala una bellissima cover di “Why Worry?”, indimenticabile perla dei Dire Straits del 1985 tratta dall’album “Brothers In Arms”. Il brano è un ricordo di infanzia dell’artista, ma al tempo stesso una scelta non casuale per chiudere il disco con una canzone conciliatoria che faccia immaginare una rinascita oltre la notte fonda in cui sta versando il mondo di oggi.
“Bow to Love” cerca di raccontare la continua lotta dell’uomo moderno e ci spinge a perseverare nella battaglia, facendoci intuire che il futuro è unicamente nelle nostre mani. Isobel Campbell illumina l’oscurità di questi tempi incerti con un disco che ci conduce per mano verso un domani luminoso. Pura arte.
Articolo di Carlo Giorgetti
Track list “Bow to Love”
- Everything Falls Apart
- Do or Die
- Spider to the Fly
- Second Guessing
- Bow to Love
- 4316
- Dopamine
- Keep Calm, Carry On
- Saturday’s Son
- Take This Poison
- Om Shanti Om
- You
- Why Worry
Isobel Campbell: voce, piano, violoncello, sintetizzatore Musicisti: Chris Szczech chitarre, tastiere, batteria, percussioni, programmazione / John Button basso / Norm Black batteria / Nina Violet arrangiamenti archi, clarinetto, voce, cori / John Anderson chitarra in “Why Worry”
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