È possibile che il nome James Jonathan Clancy non vi sia del tutto estraneo, essendo uno dei nomi di spicco nella scena indipendente italiana. Dopo le esperienze con varie band tra cui His Clancyness, A Classic Education, Settlefish e Brutal Birthday, per l’artista italo-canadese è arrivato il momento di pubblicare il suo primo album da solista. A sette anni di distanza dall’ultimo disco, il 2 febbraio è uscito “Sprecato” per l’etichetta da lui stessa fondata, la Maple Death Records.
Scritto tra Bologna e Londra, l’album esplora i temi dell’alienazione e della marginalizzazione, portando l’ascoltatore in un viaggio profondo ai margini della realtà. La fusion di loner folk cosmico, minimalismo bucolico, proto-elettronica, psichedelia roots ed estasi ambient, accompagnate da un lirismo evocativo e dilatazioni oniriche, delineano un territorio sonoro che viene attraversato da un alien-cowboy in costante viaggio emotivo.
L’universo creativo di Jonathan Clancy si esprime pienamente attraverso la dimensione di desolazione invernale che avvolge sia la pianura padana che la Gran Bretagna: una nebbia densa, pioggia fine e clima freddo. “Castle Night”, la traccia introduttiva dell’album, cattura perfettamente questa atmosfera. Gli accordi di chitarra essenziali, i flauti lontani e una melodia semplice accentuano ulteriormente il senso di abbandono presente in tutto l’album.
“Immense Immense Wild”, la traccia di chiusura, rappresenta secondo me il punto culminante dell’intero album. Oltre a possedere le qualità già menzionate, è un inno alla natura e al sublime, il sentimento duplice e contraddittorio di attrazione e repulsione che l’uomo sperimenta di fronte alla grandezza e alla potenza della natura. Questa ambivalenza è resa in modo magistrale attraverso il suono inquietante e dilatato del sintetizzatore in contrasto con la melodia desolata della voce.
Un ulteriore aspetto interessante dell’album è la collaborazione visiva e grafica con il talentuoso disegnatore Michelangelo Setola, realizzatore della copertina. Per un anno intero, Clancy e Setola hanno interagito, scambiando influenze tra la musica e l’arte visiva. Questa interazione reciproca ha plasmato le loro opere, infondendo loro una visione unica di una “pastorale urbana”, che può essere descritta come quasi apocalittica. Questo tema si riflette sia nel lavoro di Setola, noto per opere come “Gli Sprecati” pubblicate da Canicola Edizioni nel 2020, che nei suoni dell’album “Sprecato” di Clancy.
Johnathan Clancy ha prodotto un intrigante progetto che fonde elementi dell’elettronico, del minimalismo e del surrealismo psichedelico. I suoni di “Sprecato” appartengono al regno crepuscolare e all’attesa dell’alba imminente. Le drum machine, che echeggiano come se fossero state estratte direttamente dalla terra, si fondono con pianoforti e chitarre dissonanti. Le tracce idilliache dei synth si estendono oltre qualsiasi scenario, mentre la band si manifesta in modo vivace e delicato.
Articolo di Ambra Nardi
Tracklist “Sprecato”
- Castle Night
- I Want You
- Precipice
- Black & White
- A Worship Deal
- Milk Of Dreams
- Fortunate
- Had It All
- To Be Me
- Out And Alive
- Immense Immense Wild
Line up “Sprecato”: Jonathan Clancy: voce, chitarra elettrica, drum machine/ Stefano Pilia: modulars, synths, basso, percussioni/ Dominique Vaccaro: chitarra elettrica/ Andrea De Franco: synths, loops/ Kyle Knapp: sassofono/ Andrea Belfi: batteria/ Francesca Bono: piano, cori/ Enrico Gabrielli: flauti.
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