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Jamila “Frammenti”

Jamila incide usando la voce come le pare, graffiando e accarezzando dentro un mosaico colorato di pezzi che non annoiano mai

Frammenti, uscito per Ferramenta Dischi il 12 novembre 2021, è un quasi debutto discografico per Jamila, perché in realtà era già disponibile sulle piattaforme online il suo Ep autoprodotto nel 2018 dal titolo “Ego”, portato con grande convinzione e personalità sui piccoli palchi della Toscana. Uno strano fenomeno, insomma, per cui nonostante la giovane età e questo debutto discografico ufficiale, Jamila sembra già una nostra vecchia conoscenza.  Se ce lo avessero chiesto venti giorni fa, avremmo potuto scommettere che questo nuovo disco non avrebbe certamente rappresentato un’altra ridondante e zuccherosa novità musicale nostrana.

È successo tutto molto rapidamente per lei: dopo la sorpresa suscitata nel pubblico dai piccoli palchi di provincia, Jamila incontra casualmente il produttore Zibba, fa uscire ben tre singoli, con tanto di intervista su Rock Nation, apre i concerti di Brunori Sas e Dente nell’estate del 2020 e si aggiudica ben due riconoscimenti che farebbero invidia a molti: il Premio De Andrè 2020 e il Premio de Premi 2021 organizzato dal MEI a Faenza.

A questo  punto, però,  si era palesato un ulteriore grosso rischio, alquanto fondato perché spesso avveratosi nella carriera di diversi artisti o gruppi dal sapore indiscutibilmente originale e autentico prima del loro esordio ufficiale: l’imposizione spietata e sadica da parte del produttore di uno standard discografico adattato alla moda dei tempi, che nello specifico di una cantante donna avrebbe potuto significare la proposta di crudeli quanto iterativi gorgheggi accompagnati da schemi ritmici e armonici destinati a minare la stabilità emotiva di qualunque ascoltatore minimamente consapevole. Questo incubo, effettivamente e per nostra fortuna, non si è avverato.

Jamila incide usando la voce come le pare, graffiando e accarezzando dentro un mosaico colorato di pezzi che non annoiano mai. C’è una musica che nasconde preziose sorprese in questo disco, che assume tinte pop, elettroniche o provenienti d’oltremare, sapientemente costruita aggiungendo pezzi a quanto esisteva già nell’anima della cantante. Ci sono anche belle parole però. Jamila sa scrivere, i suoi testi guardano sé stessa e la sua intimità consapevoli di stare dentro a un mondo più grande, che pone domande a cui è impossibile rispondere ì, alla sua età e qualsiasi altra. La penna di Jamila è delicata e brutale, egocentrica, come lei stessa ammette, ma è comunque innegabile che meriti di essere lasciata scorrere. 

Già conoscevamo il primo singolo “La dottrina delle piccole cose”, personale suggerimento per raggiungere una serenità a portata di mano. “Gesù” era il secondo singolo uscito ad autunno dello scorso anno, rabbioso disconoscimento di un’idea ipocrita di peccato originale, pezzo che ha preceduto di poco “Giovani che scalpitano a letto”, inno generazionale espresso da corpi nudi che solo nella notte trovano rifugio dalle angustie della vita.

In questo album ogni pezzo merita un luogo proprio: “Storia”, testo nato spontaneamente dalla tastiera di Jamila e chiamato a nuotare in un incalzante movimento di onde, “Circense”, ritratto cantautorale di un uomo che ha perso l’anima e che su una corda tesa si esprime senza dare voce ai suoi pensieri, “Ragazza di mare”, racconto cadenzato di una donna per cui i modi composti sono solo ricordi,  l’amore per la vita di “Treno”, la tristezza consapevole di una storia d’amore finita in “Cronache autunnali” e “Periferia”, pezzo a cui eravamo affezionati da tempo e che in un nuovo arrangiamento ha saputo non solo conservare ma anche arricchire energia e freschezza.

Facciamo che Jamila venga ascoltata, proposta, condivisa nelle infinite vie del web, perché se lo merita.

Articolo di Marco Zanchetta

Track list

  1. Gesù
  2. Periferia
  3. Giovani che scalpitano a letto
  4. Storia               
  5. Ragazza di mare
  6. Circense
  7. Cronache autunnali
  8. La dottrina delle piccole cose
  9. Treno
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