Fuori il 3 maggio 2024 per Sacred Bones “Lost Themes IV: Noir”, il nuovo album di John Carpenter, e si afferma subito come il lavoro più originale e spiazzante della saga. La proposta infatti non è più legata alle sonorizzazioni dei capolavori del regista, ma l’ispirazione è di matrice esclusivamente Noir, e il prodotto finale risulta composto da dieci temi per colonne sonore appartenenti a film mai girati, prendendo in prestito i titoli dei classici preferiti dal Master of Horror. Per usare le stesse parole di Carpenter: il disco è una colonna sonora per film che avete in mente.
L’idea di questo nuovo gioiello costruito a sei mani col figlio Cody Carpenter e il figlioccio Daniel Davies nasce da un regalo ricevuto a Natale dalla moglie (e producer) Sandy King: un libro pieno d’immagini di film Noir. Quelle foto d’epoca indussero Davies a chiedersi: Se i nuovi brani prendessero spunto proprio da questo mondo? E alla fine è stato proprio così. “My Name Is Death”, apertura dell’album, è anche il primo singolo estratto; un brano che parte sulle onde sonore di un basso dal sapore punk, su cui s’innestano sintetizzatori e chitarre graffianti. Il videoclip a supporto è un vero e proprio cortometraggio Noir che segue tutti i dettami stilistici del genere, diretto da Ambar Navarro e interpretato dalle Indie-star Natalie Mering (Weyes Blood), Staz Lindes (The Paranoyds) e Misha Lindes (SadGirl).
“Machine Fear” usa il piano per tessere una malinconica trama, perfetta per accompagnare la scena madre del nostro film mentale, su quella porzione di storia che porta inevitabilmente al climax emozionale. “Last Rites”, con la sua ritmica ostinata e la chitarra prettamente metal, ci trascina su lidi più feroci, preludio e commento di gesti estremi, di rabbia pronta a esplodere annullando ogni difesa razionale. “The Burning Door”, nel suo abbraccio malinconico, ci lascia crogiolare nel nostro momento di disperazione; evoca eroine che sfogano il proprio dolore per esorcizzare ogni sofferenza patita, in modo da svuotarsi, ricomporsi, e riprendere con dignità la strada della vita. “He Walks By Night” è il perfetto incontro fra Noir e Horror, con dettami pescati ora dall’una ora dall’altra sponda. Un tema molto ispirato spalmato su una struttura da tensione al cardiopalma che narra di uomini malvagi in agguato, pronti a mettere fine alle vite degli altri senza troppi scrupoli.
Dal punto di vista musicale l’aspetto più interessante della proposta è legato a doppio filo con gli strumenti utilizzati in rapporto al genere. Per il Noir, infatti, la colonna sonora è sempre orchestrata in maniera classica; in questo caso, invece, il trio riesce a far sposare quelle suggestioni coi suoni di sintetizzatori e chitarre elettriche, in un risultato assolutamente originale. “Beyond The Gallows” dipinge inizialmente cieli grigi e storie di solitudine e rimpianto; poi è l’inserimento della chitarra a dotare la canzone di presa di coscienza e voglia di riscatto. “Kiss The Blood Off My Fingers” sconfina nel classico mood Carpenteriano fatto di campionamenti a supporto di un tema forte, ribadito e declinato in diverse forme. Potrebbe adattarsi molto bene a un esperimento di Noir fantascientifico.
“Guillotine” si avvia intima e introspettiva, poi l’andamento martellante percussivo richiama i topici momenti di presa di coscienza, in cui i personaggi prendono in mano la situazione e agiscono con risolutezza. “The Demon’s Shadows” inizia più aperta di quanto il titolo possa suggerire, poi l’evoluzione dell’impianto melodico conduce all’inserimento di stacchi e chitarre imperiose, e il pezzo mette su un piglio apocalittico che ricorda i leggendari Black Sabbath. Chiude questo originalissimo album strumentale “Shadows Have A Thousand Eyes”, e lo vediamo perfettamente il nostro eroe allontanarsi nella notte, provato e sfatto ma colmo della verità raggiunta, una sagoma scura lungo la strada deserta, fra i primi rumori dell’alba incombente che presto tingerà di luce la città.
Cieli grigi, rubinetti gocciolanti, primi piani riflessi negli specchietti retrovisori, colpi di pistola, pioggia fitta sulla metropoli, locali fumosi, whisky on the rocks, sigarette agli sgoccioli, femme fatale, inseguimenti d’auto… c’è tutto questo e molto altro dentro Lost Themes IV: Noir. È l’invito di Carpenter a spingere play per immaginare un film tutto nostro: quella storia che abbiamo dentro da sempre ma che ancora non abbiamo mai visto sul grande schermo. La zampata del Master of Horror, signori, è ancora micidiale.
Articolo di Simone Ignagni
Track list “Lost Themes IV: Noir”
- My Name Is Death
- Machine Fear
- Last Rites
- The Burning Door
- He Walks By Night
- Beyond The Gallows
- Kiss The Blood Off My Fingers
- Guillotine
- The Demon’s Shadows
- Shadows Have a Thousand Eyes
Line up John Carpenter: sintetizzatori / Cody Carpenter sintetizzatori / Daniel Davies chitarre
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